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A che punto siamo con gli obiettivi europei previsti per il 2020?

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I dati al 2010 indicano che la quota di consumi energetici soddisfatti con le fonti rinnovabili a livello europeo è pari al 12,5% mentre le emissioni di gas serra sono diminuite del 15% rispetto al 1990.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’Unione Europea si è data per il 2020 l’obiettivo di coprire i suoi consumi finali con il 20% di produzione da fonti rinnovabili, aumentare del 20% l’efficienza energetica e diminuire del 20% le emissioni di gas serra.

Al 2010 –anno per cui sono disponibili gli ultimi dati, anche se già superati nella realtà- la quota di consumi energetici soddisfatti con le fonti rinnovabili a livello europeo è pari al 12,5% mentre le emissioni di gas serra sono diminuite del 15% rispetto al 1990.

Il rapporto statistico sulle fonti rinnovabili nell’Europa a 27 è stato pubblicato recentemente dal GSE (Gestore dei servizi energetici) elaborando i dati che gli Stati Membri inviano annualmente a EUROSTAT, secondo quanto previsto dal regolamento 1099/2008. Gli ultimi dati disponibili fanno riferimento all’anno 2010 e sono gli unici dati ufficiali utilizzabili per il calcolo dei target 2020.

Dopo la parte generale dedicata all’Europa dei 27 seguono le “schede paese” dove vengono riepilogate tutte le informazioni chiave dei primi 7 Paesi produttori di energia elettrica: Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito, Spagna e Svezia. Da soli rappresentano il 75% della produzione elettrica europea. Tra questi, l’Italia è l’unica ad avere una forte dipendenza dall’estero. Le importazioni nette superano il 13% della richiesta sulla rete.

Le fonti rinnovabili ricoprono un ruolo di primaria importanza nella composizione della produzione nazionale pari al 25%. Solamente in Svezia e in Spagna l’incidenza delle FER è più elevata: la prima è spinta dalla produzione idroelettrica, la seconda da quella eolica.

Il rapporto statistico dell’Ue a 27 indica che la produzione lorda di elettricità è pari a 3.340 TWh nel 2010. Una quantità non tanto maggiore rispetto a quella del 2000, ma con una crescita, invece, dei pesi delle diverse fonti di generazione. La potenza installata netta di energia rinnovabile è passata da circa il 18,8% del totale (pari a 695 GW di installato) al 30% (870 GW) nel 2010, con un calo del nucleare (passato dal 20 al 15,8% del totale) e delle fonti convenzionali (da 60,4 a 54,2%).

Tra le fonti rinnovabili, l’idroelettrico è sceso dall’82 al 42% della potenza rinnovabile, mentre l’eolico è passato dal 10 al 34%, il solare da quasi zero è passato a oltre il 12% e le bioenergie dal 6,8 all’11,6%.

Le rinnovabili elettriche, dunque, già nel 2010 coprivano il 12,5% dei consumi energetici finali lordi europei (compresi calore, trasporti e perdite di trasmissione) e da sole sono arrivate a garantire quasi il 20% dell’elettricità, mentre i trasporti erano fermi al 4,7%, e il riscaldamento-raffrescamento al 14,3%.

L’Italia, nel 2010 aveva raggiunto poco più del target spettante per centrare l’obiettivo europeo del 2020 (il 17% dei consumi finali lordi da fonti rinnovabili).

Sicuramente migliore è risultata la performance nel solo settore elettrico, dove l’obiettivo del 26% appariva già molto vicino, rispetto agli altri comparti e che, nel frattempo, è stato peraltro centrato.

L’obiettivo che l’Italia non ha invece raggiunto è quello della dipendenza dall’estero che era e rimane la più marcata nell’Europa a 27: per l’elettricità, su una richiesta complessiva pari a 330 TWh nel 2010, le importazioni nette sono state circa il 13%.