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Competitività. Troppe penalizzazioni dagli ultimi orientamenti della Commissione sulle emissioni.

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L’appello della Confindustria in un confronto con il Governo
Energia e ambiente, correggere la ricetta Ue

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Federico Rendina

I nuovi rischi di strabismo delle politiche energetiche preoccupano gli imprenditori. Urge focalizzare a lungo termine le strategie nazionali. Ma intanto bisogna fronteggiare, per correggerli, i nuovi orientamenti della Ue che replicano (per giunta al rialzo) il vecchio gioco degli obiettivi assai ambiziosi maldistribuiti tra i paesi, con ingiuste penalizzazioni per l’Italia ulteriormente a rischio competitività. Giornata chiarificatrice ieri in Confindustria. Con una mattinata di dibattito sull’ultimo rapporto dell’Enea sull’efficienza che nasce un po’ datato (si riferisce al 2012) ma è comunque emblematico, e un pomeriggio di confronto con le istituzioni del comitato energia e ambiente.
Ci dice l’Enea che l’industria mantiene un buon passo nella modernizzazione dei processi e non solo dei prodotti, contribuendo in gran parte al guadagno di un punto percentuale di efficienza complessiva che il paese ha messo a segno nel 2012. Ci confermiamo così tra i più efficienti d’Europa, anche nell’intensità energetica media complessiva (ovvero l’energia consumata in rapporto al Pil) se consideriamo la consistenza vantata dalla nostra produzione manifatturiera nonostante la sua crisi. Ma il guaio sta, paradossalmente, tutto qui.
L’Europa, con gli ultimi orientamenti della Commissione, alza l’asticella al 40% di riduzione dei gas serra al 2030 con il target parallelo del 27% di produzione da rinnovabili sui consumi finali di energia. Gli obiettivi comuni (che sembrerebbero doverosi) sull’efficienza? Nebulosi. Si ricavano solo dalle stime di Bruxelles: per assicurare il taglio del 40% delle emissioni il risparmio energetico dovrà essere (grazie all’efficienza, ci si augura) almeno del 25%. Ed ecco che ancora una volta la distribuzione degli obblighi tra paesi rischia di stritolarci, non premiando l’efficienza nella quale siamo ben messi, e che «può rappresentare un prezioso volano per consolidare una filiera industriale capace di creare occupazione e favorire la ripresa economica» rimarca Aurelio Regina, vicepresidente di Confindustria responsabile per l’energia. È stato lui, insieme al responsabile confindustriale per l’ambiente, Edoardo Garrone, a tenere le fila del confronto di ieri pomeriggio tra un nutrito gruppo di esponenti confindustriali e i ministri dello Sviluppo Flavio Zanonato e dell’Ambiente Andrea Orlando.
Regina apprezza l’impegno del Governo di concertare una posizione comune e coerente da portare alla Ue. Garrone mette in guardia dal possibile abbandono europeo del sistema dell’emission trading (Ets) a favore di altri strumenti tutti da verificare. Zanonato promette udienza e mediazione anche «per contenere il costo dell’energia italiana». Orlando ripete il suo sì incondizionato ai controversi target Ue, ma promette di sostenere sia l’appello per un’equa distribuzione degli impegni sia la richiesta di Confindustria di lasciare ai singoli paesi l’individuazione degli strumenti e delle metodologie per contribuire ai target.