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A Radicondoli entro due anni sarà attivo il teleriscaldamento geotermico

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Il Comune ha presentato mercoledì 28 gennaio il piano di avvio dei lavori per la rete di riscaldamento geotermico nel borgo senese. Un’occasione per parlare degli usi diretti della risorsa geotermica come fonte di calore e delle sue possibili applicazioni

Fonte: Greenreport.it

Autore: Lucia Venturi

A Radicondoli il teleriscaldamento geotermico sarà presto una realtà: lo ha annunciato il Sindaco, Emiliano Bravi, durante il convegno “Risorsa geotermica, oltre la produzione elettrica”, che si è svolto mercoledì 28 gennaio prima dell’incontro con la cittadinanza per illustrare il percorso che porterà all’avvio dei lavori nelle prossime settimane.
Radicondoli si aggiungerà dunque all’elenco dei Comuni toscani che già utilizzano i fluidi endogeni sia per il teleriscaldamento sia per attività produttive. Grazie al calore geotermico il teleriscaldamento è infatti già attivo a Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Monterotondo Marittimo e Santa Fiora; a questi si aggiungeranno presto Montieri, Chiusdino e appunto Radicondoli, che utilizzerà fluidi spillati da vapordotti della centrale geotermoelettrica Rancia 1 di Enel Green Power.
«La risorsa geotermica che ci dà la possibilità di realizzare un teleriscaldamento, può dare un contributo ai nostri territori per uscire dalla crisi» ha detto Emiliano Bravi all’avvio del seminario organizzato  dal Comune e dal Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) per parlare degli usi della risorsa geotermica oltre quello della produzione di energia elettrica.
«Sta alle amministrazioni -ha concluso il Sindaco- fare in modo che queste opportunità si realizzino e agli imprenditori sviluppare le idee idonee a farlo» .
L’utilizzo della risorsa geotermica per il riscaldamento di ambienti (abitativi e non) è, infatti, solo una delle applicazioni possibili nel campo degli usi diretti del calore e in Toscana si sta sviluppando una rete importante nelle aree vicine alle centrali di produzione. In tali zone Enel cede, nella maggior parte dei casi,  addirittura vapore che sarebbe idoneo per la produzione elettrica, ma sarebbe auspicabile che la cessione interessasse invece preferibilmente vapore “residuo”, ovvero a valle delle centrali con caratteristiche di temperatura e pressione minori, ma sufficienti ad un  utilizzo come fonte di calore. Roberto Parri, Responsabile Esercizio Impianti geotermici di Enel Green Power, al riguardo ha affermato che sarebbe necessario «analizzare tutti i processi per valutare le effettive temperature necessarie ed ottimizzare così il bilancio costi-benefici».
«Molto si può fare –ha detto Sergio Chiacchella, Direttore di CoSviG, nella sua introduzione– per favorire la diffusione dell’uso del calore geotermico anche in zone dove non è tradizionalmente utilizzato, pensando alle basse entalpie che possono diventare una sorgente termica per la climatizzazione invernale ed estiva, sia nell’edilizia che a fini produttivi».
«CoSviG -ha spiegato Chiacchella- sta investendo molto attraverso EnerGea per creare sinergie tra il mondo della ricerca, il mondo delle istituzioni e delle imprese, con l’intento di sviluppare una filiera del settore in Toscana, regione dove è nata la geotermia».
L’utilizzo storico della geotermia nel riscaldamento edilizio è stato ripercorso da Roberto Amidei, di GES, che ha illustrato l’esperienza di Pomarance, che è la prima, ma soprattutto la realtà più strutturata, in Toscana riguardo ai teleriscaldamenti geotermici e non solo.
La rete di Pomarance nata nella prima metà degli anni 90 si estende adesso per circa 150 chilometri e comprende oltre al capoluogo, diversi altri territori limitrofi; è gestita dalla GES ed è dotata di 9 impianti e 12 centrali di cui 11 alimentate dalla risorsa geotermica e una da biomasse.
La rete riscalda una volumetria totale pari a circa un milione di metri cubi con un risparmio di circa 4.200 TEP evitando l’immissione in atmosfera di 13000 tonnellate di CO2/anno.  Il calore è fornito anche  per usi industriali a lavanderie, forni di verniciatura, essiccatoi.
«Con GES- ha detto Amidei- è iniziato il processo di miglioramento ed estensione degli impianti e l’ottimizzazione della distribuzione per migliorare gestione ed efficienza».
Tra gli usi diretti del calore geotermico ormai consolidati -ma ancora con grandi margini di sviluppo -come ha ricordato Loreno Cambi presentando il progetto Geo Serre- appare importante quello serricolo.
Il riscaldamento geotermico delle serre permette risparmi importanti sia in termini economici che ambientali, come dimostra è l’esperienza di Parvus Flos, cooperativa sociale che gestisce le serre di Radicondoli, Monterotondo Marittimo e Castelnuovo V.C., per un totale di quasi 35.000 mila metri quadri, in cui si coltivano basilico e piante aromatiche, di cui gran parte produzioni biologiche, oltre a gerani e stelle di Natale.
«La disponibilità di calore geotermico- ha detto Enea Cosentino di Parvus Flos– ci permette di riscaldare le serre abbattendo i costi, che rappresentano in questa attività circa il 35%».
«Grazie al calore geotermico -ha spiegato Cosentino – possiamo seminare anche in inverno, perché oltre a mantenere mite il clima dell’ambiente possiamo riscaldare anche il terreno, con enormi vantaggi che derivano dal poter produrre tutto l’anno. Un vantaggio che aumenta la nostra competitività sui mercati. Inoltre possiamo vantare un prodotto a marchio 100% energia verde, perché anche l’energia elettrica che usiamo per le  attività di confezionamento è certificata come prodotta da fonte energia geotermica. Questo marchio si affianca a quello della Comunità del Cibo a Energia Rinnovabile, di cui siamo tra i soci fondatori».
Le conclusioni del seminario sono state affidate a Simone Bezzini, Presidente della Provincia di Siena, che ha sottolineato, come aveva già fatto anche Aldo Ianniello, intervenuto in rappresentanza della Regione Toscana, il ruolo strategico della geotermia nello scenario energetico futuro, anche in relazione agli obiettivi nazionali ed europei da raggiungere, sia in termini di efficienza energetica che di uso delle rinnovabili, in particolare nel settore termico.
«Bisogna ricordare –ha detto Bezzini– che l’attività geotermica, non da sola ma contribuendo in gran parte, ha permesso a questa Provincia di raggiungere già gli obiettivi “Siena Carbon Free 2020”. Il saldo ambientale che deriva dall’utilizzo della geotermia si dimostra a tutti gli effetti positivo e coerente con un disegno di sviluppo duraturo e oggi ne abbiamo avuto un esempio concreto, questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia ma che sarebbe un grande errore se si tornasse a mettere in contrapposizione l’ambiente con lo sviluppo dei territori».