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Geotermia, intesa al «calor bianco»

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Rete di imprese spezza il monopolio. Firenze, la Regione firma un protocollo con un network energetico

Fonte: La Nazione, Cronaca Toscana

Autore: Pino Di Blasio

«PER LA PRIMA VOLTA parliamo di geotermia in Toscana, di progetti di sfruttamento senza avere come controparte l’Enel. Ovviamente non abbiamo nulla contro Enel, società con la quale abbiamo firmato numerose intese e lavorato su tantissimi progetti. Ma uscire da una situazione di monopolio è utile per tutti, in particolar modo per la collettività. Purché ci sia un regolatore capace di far rispettare le norme». Il presidente della Regione, Enrico Rossi, mette una firma «al calor bianco» su un protocollo che allarga la filiera dell’energia geotermica a una rete di imprese. E’ il disco verde acceso a un modo «più rispettoso dell’ambiente» di produrre energia geotermica. I firmatari parlano di «sfruttamento a impatto zero», con l’obiettivo di chiudere tutta la filiera produttiva e avere ricadute importanti sull’occupazione.
Accanto a Rossi, c’è Giovanni Battista Gori, imprenditore noto nel settore della moda e della gioielleria, come presidente di Graziella Group, ora capofila con il ramo Green Power di un network che comprende anche Sorgenia, Magma Energu. Geoenergy e altre società energetiche e di geologia, che dovranno cercare la geotermia a media entalpia per realizzare i loro progetti. Rappresentano la maggioranza dei soggetti titolali di permessi di ricerca e soggetti industriali della filiera del «calor bianco». Gori, parla di «150 milioni di euro di investimenti possibili, tutti in Toscana e di capitali italiani». Il manager di Sorgenia butta sul tavolo altri 200 milioni di euro potenziali. Cifre legate, naturalmente, agli esiti della ricerca. Perché «Rete Geotermica», questo il nome del network, si impegna anche a «impiegare tecnologie innovative, attraverso la realizzazione di impianti geotermici che consentano la cogenerazione di energia elettrica e termica senza emissioni in atmosfera».
E’ IL SECONDO fattore che anima la Regione a firmare il protocollo. «L’orizzonte nel quale opera Rete Geotermica – dice Rossi – è quello della media e bassa entalpia, metodo di estrazione a circuito chiuso, che consente una quasi totale riduzione di emissioni. Per i territori c’è l’altra buona notizia di una volontà di dialogo con gli enti locali e i cittadini, in modo da assecondare anche le vocazioni e le esigenze economiche delle aree, senza rispondere solo a logiche di profitto».
La nuova frontiera sembra promettente, i dirigenti del network di imprese vogliono fugare ogni dubbio. E il governatore conclude, invitando a chiudere il cerchio, con imprese capaci di produrre anche gli impianti geotermici. «I toscani devono sapere – dice Rossi – che si apre un capitolo nuovo che, oltre a dare risposte a una buona parte delle perplessità sollevate, negli anni, nei territori interessati dagli impianti geotermici, avrà ricadute positive anche sul fronte della produzione di tutto il know how che serve per il nuovo modo di produrre energia. Con conseguenze positive anche sull’occupazione».