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Consumi. Un terzo è verde

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Produzione record per le fonti pulite nel 2013 in Italia, con pm di 100 terawattora immessi in rete, oltre un terzo del fabbisogno nazionale.

Fonte: Corriere della Sera

Autore: ELENA COMELLI

Produzione record per le fonti pulite nel 2013 in Italia, con pm di 100 terawattora immessi in rete, oltre un terzo del fabbisogno nazionale. Nel contempo, crollo della fattura energetica italiana, cioè la spesa annuale per comprare petrolio e gas all’estero, che nell’anno appena trascorso si e ridotta a 56 miliardi di euro, quasi 9 miliardi in meno rispetto al 2012, in base ai dati del l’Unione Petrolifera. Fra le cause di questa flessione, la più importante è il calo dei consumi, in parti colare il crollo delle fonti fossili utilizzate per alimentare il sistema elettrico italiano. E non e finita qui. Guardando al 2014, l’Unione Petrolifera prevede che la fattura energetica calerà ancora, attorno a 54 miliardi di euro, con un risparmio complessivo rispetto al 2012 di oltre 10 miliardi. Una notizia positiva se non fosse che i consumi sono scesi per il grande rallenta mento dell’attività produttiva in Italia.
Meno gas
La domanda di gas naturale, m particolare, e tornata ai livelli dei primi anni 2000. In base ai dati di Snam Rete Gas, nell’anno appena concluso l’Italia ha consumato so lo 69,5 miliardi di metri cubi, un valore perfino inferiore al 2002.1 consumi, quindi, sono retrocessi di oltre un decennio. Il calo sul 2012 e stato del 6,4%, mentre quello sul 2011 e del 10,2%. Analizzando la domanda per settore di consumo, la flessione più pronunciata si registra nella produzione termoelettrica. 20,6 miliardi di metri cubi, m calo del 16,5% sul 2012 e addirittura del 25,7% sul 2011. Segue l’industria, che nei 12 mesi ha ceduto lo 0,8% a 13,15 miliardi di metri cubi ( 2,9% sul 2011). Chiude invece ai livelli del 2012 il comparto civile. 33,9 miliardi di metri cubi, con una flessione dello 0,1% sul 2012 e un aumento dello 0,5% sul 2011. A pesare sui consumi energetici e il nuovo annus horribilis della domanda termoelettrica. Da un lato c’è la crisi economica, che ha notevolmente ridotto i consumi per il secondo anno di seguito, nel 2013, secondo i dati preliminari di Terna, la domanda elettrica in Italia si e fermata a 317 terawattora, il 3,4% m meno rispetto ai 328 del 2012.
Calo elettrico

Dall’inizio della crisi, contando anche le riduzioni del 2008 e del 2009, il sistema elettrico ha perso oltre il 10% dei consumi. Dall’altro lato, c’è la profonda trasformazione del sistema italiano verso una produzione più pulita, che rispecchia il (rend registrato anche nel resto d’Europa, a partire dalla Germania. L’elemento che più sottolinea questa trasformazione sta nel crollo della produzione da termoelettrico, che nel 2013 e stata di 182 terawattora, circa 25 terawattora in meno rispetto al 2012 ( 12%). Le fonti rinnovabili, invece, a parte la produzione stabile del geotermico, crescono a doppia cifra. +21,4% l’idroelettrico a 53 terawattora, +18,9 il fotovoltaico a 22 terawattora e +11,6% l’eolico a poco meno di 15 terawattora. Le rinnovabili elettriche, cioè fotovoltaico ed eolico, nel complesso sono aumentate del 15,5% rispetto al 2012. La generazione italiana da rinnovabili, inclusi 112 terawattora da biomasse, ha superato cosi nel 2013 la soglia dei 100 terawattora prodotti, arrivando a 106,8 a fine anno. La produzione da fonti rinnovabili e dunque al 38,5% della produzione nazionale e al 33,7% della domanda nazionale (che comprende anche l’energia elettrica importata dall’estero). Sul bilancio delle fonti pulite pesa pero il costo degli incentivi. La parte del leone la fanno gli impianti fotovoltaici, che arrivano a 6,7 miliardi di euro, mentre i bonus destinati alle altre fonti ammontano a 4,5 miliardi, in base al l’ultimo aggiornamento del contatore del Gestore dei servizi energetici. E non abbiamo ancora raggiunto il massimo dell’esborso, che peserà per il prossimi 20 anni sulle bollette degli italiani. «Il picco degli incentivi per le rinnovabili sarà raggiunto nel 2016, con un costo annuo di oltre 12 miliardi di euro», e la stima di Michele Benini, dell’Rse (Ricerca sul sistema energetico), la società di analisi del Gse che studia le dinamiche del settore energetico. E il rovescio della medaglia dei risparmi crescenti sulla bolletta energetica italiana