Home Cosvig Il fotovoltaico ha finito le energie

Il fotovoltaico ha finito le energie

639
0
CONDIVIDI

Incentivi svaniti, benefit in bolletta sospesi, crollo dei prezzi e degli impianti allacciati, le imprese licenziano e chiudono

Fonte: Il Tirreno

Autore: di Ilaria Bonuccelli

Cento milioni di incentivi svaniti fra il 2011 e il 2012. Poi, il colpo di grazia l’anno scorso. I benefit in bolletta, per l’energia prodotta con il fotovoltaico, crollano dell’80%. Gli impianti in Toscana si dimezzano; le aziende chiudono. In tre cifre si descrive la crisi dei pannelli solari, l’energia rinnovabile “etica” che annaspa. Neppure il crollo dei prezzi degli impianti chiavi in mano serve a rilanciare il mercato, affossato dalla riduzione degli incentivi sulla vendita dell’energia prodotta con il fotovoltaico. Gli ultimi si sono esauriti a metà 2013. Nel 2014 non ne sono previsti. Così in Toscana, dove una norma difende i campi dall’installazione a tappeto dei pannelli fotovoltaici, Enel stenta ad allacciare 4mila nuovi impianti nell’anno appena trascorso. Eppure, nel 2012 gli allacci erano stati 7.381, non un record – certo – ma sempre un numero accettabile per l’economia. Le detrazioni rimaste. D’ora in avanti non sarà così. Anche se le agevolazioni sul fotovoltaico non sono state tutte cancellate. Resta la possibilità – grazie alla legge sull’efficienza energetica – di detrarre dalle tasse, in 10 anni, il 50% della spesa per l’impianto, dai pannelli all’installazione. Se si pagano 6mila euro, tremila si recuperano. E con il risparmio dei consumi, l’investimento verrà ammortizzato in 6-8 anni, a seconda della spesa iniziale. Troppo poco, però, per arrestare la crisi. Ed evitare licenziamenti. Il crollo dei prezzi. «Il crollo del mercato – ammette Luca Bonci, direttore di Solbian, azienda leader nel settore del fotovoltaico di avanguardia – si è manifestato in modo disastroso, soprattutto dopo che l’Italia ha cancellato gli incentivi previsti dalla legge del Terzo Conto Energia (gennaio-giugno 2011, ndr). Fino ad allora il nostro paese era stato il secondo paese in Europa per il fotovoltaico: del resto, il mercato andava dove c’erano gli incentivi. Ma come i benefit sono stati sospesi, e la domanda è collassata in Italia, le aziende che avevano investito nel settore si sono trovate in iper-produzione: il prezzo dei pannelli è crollato di 6-7 volte». In contemporanea è calato anche il prezzo delle installazioni di 3-4 volte: così «un impianto che nel 2007-2008 costava al cliente 20-21mila euro, oggi costa in media 5-6mila euro». Fotovoltaico residenziale. Questa cifra corrisponde, in media, a un impianto da 3 kw, adatto alle abitazioni. «È questo – conferma l’ingegner Carlo Giangregorio, presidente della Generplus di Livorno – il nuovo mercato: le aziende sono costrette a riconvertire la produzione, se vogliono restare in attività. Molte società all’inizio si erano strutturate per impianti più potenti (da 50 a 500 kw), adatti alle imprese. Finiti gli incentivi si è contratta la domanda “industriale”». Politica miope. Le aziende, però, – sostiene Giangregorio – non si lamentano «dell’eliminazione degli incentivi: denunciamo semmai la mancanza di programmazione sui benefit. E il clima di incertezza sulla politica delle energie rinnovabili. I danni più consistenti li abbiamo subiti proprio nei mesi di paralisi tra le due leggi che hanno stabilito gli incentivi del IV e V Conto energetico: a causa dell’incertezza molta gente non chiudeva i contratti». Oggi, ugualmente – insiste Giangregorio – siamo senza norme «in un paese che non è stato in grado di seguire l’esempio della Germania, dove gli incentivi sulla vendita dell’energia rinnovabile sono stati ridotti e sostituiti da quelli sullo stoccaggio. Noi ci arriveremo, a mercato già maturo. In ritardo. Per questo abbiamo sollecitato Confindustria a intervenire». Tre milioni dalla Regione. Ieri, in effetti, Confindustria con Cna si è incontrata con la Regione sulla crisi della green economy toscana. E Firenze assicura che il settore è sostenuto anche dal Fondo di garanzia da 3 milioni (tutte risorse regionali) «per favorire l’accesso a prestiti a chi vorrà investire nella riqualificazione energetica e l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili». Lavoro a rischio. Quello che gli imprenditori si domandano è se questi incentivi saranno sufficienti. Al momento sembra di no. Se è vero che la Generplus, che finora ha cercato solo di ridurre l’orario di lavoro ai propri dipendenti, ora inizia a pensare anche a «soluzioni più drastiche». Crisi ancora lunga. «La crisi – riprende Giangregorio – non è passata. Molte imprese tentano la strada della riconversione, anche verso la mobilità sostenibile. Ma molte dovranno chiudere prima di essere fuori dal tunnel». Soprattutto perché in Italia – conferma Luca Bonci – non ci sono aziende che producono pannelli, salvo eccezioni. La produzione è in Cina, a Twain, un po’ in Usa, in Tunisia e nei paesi Bric. In Italia ci si arrangia con le installazioni. Ripresa soprattutto all’estero. In realtà – dice Bonci – nel 2014 si prevede una risalita. «Si parla di una produzione di energia alternativa di 46 gigawatt, pari alla potenza di 9 centrali nucleari. Il problema è che di questa produzione in Italia non ci sarà quasi nulla, nonostante abbiamo dimostrato che il fotovoltaico funziona. E che, in alcuni momenti, insieme all’eolico, può anche essere autosufficiente. Ma è proprio questo che dà noia alla lobby più potente che c’è: quella del petrolio». Giangregorio non potrebbe essere più d’accordo.