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Geotermia: un potenziale da scoprire

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Intervista a Stefano Gresta, presidente INGV

Fonte: Festival dell’Energia.it

Autore: Festival dell’Energia.it

Quella geotermica può essere un’importante risorsa per il nostro Paese, ma se ne parla in generale molto poco. Se le rinnovabili tengono banco sui giornali, molto meno spazio è dedicato a una risorsa rinnovabile, con grandissimo potenziale di crescita: l’energia geotermica. Quali sono i diversi tipi di usi possibili di questa fonte?
L’esplorazione geotermica, e la successiva messa in opera di impianti geotermici, sono state sviluppate massicciamente attorno agli anni ’70-’90, seguendo un modello di sistema geotermico finalizzato unicamente alla produzione dell’energia elettrica da risorse di alta entalpia (>150°C).
Questi sono i sistemi classici, tipo Larderello o Amiata, dove l’elevato calore dei fluidi nel sottosuolo può essere direttamente utilizzato per produrre energia elettrica. Vi sono invece sistemi che non necessitano di alte temperature dei fluidi ma guardano alle risorse di media e bassa entalpia sia per la co-generazione e la micro-generazione di energia elettrica che, soprattutto, per gli usi diretti nel campo del riscaldamento e della climatizzazione. Il teleriscaldamento potrebbe diventare un sistema intelligente ed efficace per abbattere i costi energetici con impianti sia a livello di piccole comunità e insediamenti che d’interi centri abitati.
 
L’Italia è da sempre alle prese con un problema di sicurezza energetica e di forte dipendenza dall’importazione di energia: le nostre risorse naturali sono scarse e spesso sottovalutiamo quelle che abbiamo. Quale può essere il ruolo della geotermia all’interno del mix energetico italiano?

La geotermia, sia di alta e media ma soprattutto di bassa entalpia, può offrire una strategia valida per mitigare la dipendenza energetica del nostro paese, in parte contribuendo alla produzione di energia ma in gran parte diminuendo i costi del riscaldamento degli edifici. Inoltre la filiera legata alla ricerca delle risorse geotermiche e al loro utilizzo, in gran parte residente nel territorio, potrebbe avere dei benefici.
 
Sostenibilità, efficienza sono oggi elementi determinanti per valutare il contributo di ciascuna fonte, da questo punto di vista, quali sono gli atout della geotermia?
Uno degli atout principali della geotermia è la vasta applicabilità e la possibile offerta locale decentrata. Alcune regioni quali la Toscana, il Lazio e la Campania hanno la possibilità di utilizzare sistemi ad alta entalpia, mentre tutte le regioni possono sfruttare la bassa entalpia ottenendo forti risparmi per quanto riguarda il riscaldamento. Il carattere granulare di molti insediamenti urbani nelle regioni italiane ben si presta a un sistema locale di efficentamento energetico.
 
Ricerca scientifica e innovazione tecnologica ci consentono di sfruttare sempre meglio le fonti naturali di cui disponiamo. Sul fronte della geotermia, quali sono gli ambiti di ricerca su cui è necessario insistere ed investire per poter sfruttare al meglio le potenzialità di questa fonte?
Le regioni dove si è maggiormente sviluppata la ricerca geotermica negli anni 70-90 hanno un patrimonio di conoscenze di base della distribuzione delle risorse geotermiche in gran parte disponibile al pubblico. Invece una gran parte del territorio potenzialmente interessata ad applicazioni per usi diretti del calore ha oggi ancora pochi dati. Gli avanzamenti scientifici e tecnologici degli ultimi 20 anni permettono oggi di vedere con strumenti più moderni e con modelli fisici più evoluti i potenziali sistemi geotermici, consentendo una rivalutazione del potenziale disponibile. Bisognerebbe investire nello studio dei sistemi naturali del sottosuolo e del monitoraggio dei processi attivi legati ai movimenti dei fluidi nel sottosuolo e alla possibile
induzione di sismicità.
 
E quali sono invece le criticità – sul fronte legislativo, tecnologico, sistemico – che ne ostacolano la crescita?
Vi sono oggi diversi tipi di difficoltà, alcune di tipo politico e amministrativo, in parte legate al decentramento alle regioni di poteri che, durante le fasi del primo lancio della ricerca geotermica in Italia, erano dello stato. Questo porta a delle differenze tra le diverse regioni nei tempi di risposta in termini di provvedimenti e nelle velocità per ottenere concessioni di studio e utilizzo. Un’importante criticità è legata all’accettazione da parte delle comunità locali dei progetti di utilizzo del sottosuolo per scopi geotermici, che dovrebbe seguire protocolli condivisi.