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Le locazioni franano sull’Ape

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Mancano le norme per adempiere all’obbligo imposto

Fonte: Italia Oggi

Autore: Pagina a cura di Beatrice Migliorini

L’Attestazione di prestazione energetica (Ape) si è scontrata con la realtà. E l’urto è stato delle dimensioni attese. In mancanza di norme che dettano i criteri per poter ottenere l’Ape, Confedilizia ha dovuto imporre alle proprie associazioni territoriali il blocco immediato della stipula dei contratti di locazione sia abitativi, sia a uso diverso. In questo momento, infatti, stipulare un contratto di locazione ne comporterebbe l’automatica nullità. Da un lato, infatti, non è più valido il vecchio Attestato di certificazione energetica, dall’altro lato, però, non è possibile ottenere l’Ape. E se Confedilizia si è dovuta limitare al blocco delle locazioni, il Consiglio nazionale del notariato si è occupato dei contratti di compravendita. Nelle linee guida appositamente dettate per l’Ape, rese note il 1° agosto (si veda ItaliaOggi del 2 agosto 2013), i notai hanno, infatti, fatto presente come in questo momento, possa essere rischioso stipulare un contratto di compravendita a causa dell’incertezza che regna sulla materia. Dal governo, inoltre, non è arrivata nessuna indicazione circa modi e tempi per una possibile eliminazione della norma. A questo proposito però, si restringe il numero delle strade percorribili. L’ipotesi principale è che venga inserita all’interno del «decreto del fare bis», oggetto del prossimo consiglio dei ministri di venerdì 9 agosto, una norma ad hoc. In alternativa, l’ipotesi a più breve scadenza è quella dell’inserimento, entro il 31 agosto, di una disposizione all’interno dei lavori per la riforma della tassazione immobiliare e l’eliminazione dell’aumento dell’Iva. Ultima alternativa, l’inserimento della disposizione abrogativa all’interno del disegno di legge per il patto di stabilità. In questa ultima ipotesi, però, i tempi rischierebbero di dilatarsi fino a dicembre 2013. Il problema Ape. Prevedere l’obbligo di allegazione dell’Ape a pena di nullità assoluta dei contratti di locazione e compravendita, senza che però esista l’apposito decreto interministeriale che spieghi come ottenere l’Attestazione stessa. Questo il vero problema della norma che è stata inserita da Montecitorio. In base alla circolare del ministero dello sviluppo economico del 25 giugno 2013, il nuovo attestato non può, infatti, essere predisposto prima dell’emanazione del previsto decreto interministeriale, avente ad oggetto l’adeguamento del precedente provvedimento sulla documentazione energetica e la fissazione dei criteri e dei contenuti obbligatori dell’Ape. Il nuovo Ape sostituisce, infatti, il precedente Attestato di certificazione energetica (Ace), senza stabilire, però, un periodo di transizione durante il quale, in assenza di norme che spieghino come ottenere l’Ape, sia possibile continuare a utilizzare il vecchio Ace. Conseguenza diretta di questa disposizione, il fatto che, ad oggi, chiunque si accinga a stipulare un contratto di compravendita o locazione, non ha alcun tipo di via d’uscita. Incorre, infatti, in nullità assoluta sia che alleghi solo l’Ace, che è, quindi, equiparabile a carta straccia, sia che non alleghi nulla. «La situazione è talmente grave», ha spiegato a ItaliaOggi il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, «che abbiamo chiesto alle nostre associazioni sul territorio di bloccare tutti i contratti di locazione fino a che la norma non verrà eliminata. Il problema vero e proprio», ha continuato Sforza Fogliani «è che non solo si appesantisce ulteriormente il carico burocratico ed economico a carico dei soggetti interessati (mediamente il vecchio Ace costava intorno ai 700 euro), ma lo si fa senza dare alcun tipo di garanzia». A questa situazione si aggiungono, poi, le sanzioni economiche che potranno essere irrogate da comuni e regioni, nel caso in cui l’Ape manchi. Queste, infatti, vanno da un minimo di 3 mila euro fino a un massimo di 18 mila per i costruttori e i proprietari che non allegano l’attestazione, sia per i nuovi edifici che per quelli ristrutturati o oggetto di compravendita. Diminuita, invece, la multa, da un minimo di 300 euro a un massimo di 1.800, per i proprietari che vogliono affittare la casa, per arrivare da 500 a 3 mila euro per gli agenti immobiliari che omettono l’Ape già nell’annuncio. Le soluzioni. Se, da un lato, è stata più volte espressa la volontà politica di rimediare alla stortura normativa introdotta alla camera durante i lavori sul decreto energia, ora legge 90/2013, dall’altro lato però, al senato è stato ritirato l’emendamento al decreto del fare (69/2013) che prevedeva l’eliminazione della disposizione. Quando l’ecobonus è approdato in commissione finanze al senato per l’ultima lettura proprio a ridosso della scadenza del 4 agosto, non è stato più possibile inserire alcuna modifica al decreto. Il rischio, infatti, era quello di farne saltare la conversione. La scelta, quindi, è stata quella di proporre un emendamento all’interno del primo decreto utile, in questo caso il dl fare, per rimediare al problema nel più breve tempo possibile. «Martedì, però, durante i lavori al dl 69 in senato, è stato chiesto il ritiro di quasi tutti gli emendamenti, tra cui quello che prevedeva l’eliminazione dell’obbligo di allegazione dell’Ape a pena di nullità», ha spiegato a ItaliaOggi il presidente della commissione finanze di palazzo Madama, Mauro Maria Marino, «in questo modo quindi, è stato perso uno degli ultimi treni possibili prima della pausa estiva, lasciando in vigore una norma assolutamente dannosa sotto tutti i punti di vista. Spero solo», ha concluso Marino, «che il governo provveda ad abrogarla nel più breve tempo possibile, tramite il dl fare bis».