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Ora Cavo può sognare il suo centro termale

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Risultati confortanti per le ricerche dell’Ati composta da San Giovanni e Tiemme. L’alta temperatura dell’acqua può essere sfruttata anche per produrre energia

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

Autore: Luca Centini

Il tubo è sorretto da una cassetta di legno, circondato dal verde fitto sopra l’abitato di Cavo. L’acqua calda – la temperatura è di 47,7 gradi – sgorga in modo costante e forte al tempo stesso: è proprio in questo getto d’acqua che si nasconde un’opportunità di sviluppo importante per Cavo, per Rio Marina e in generale per tutta l’Elba. Sono in dirittura d’arrivo, infatti, le ricerche intraprese dall’Ati composta dalle società San Giovanni e Tiemme (che fa capo alla famiglia Nocentini) sulle potenzialità di sfruttamento delle acque termali. Il percorso. La ricerca è partita diversi anni fa quando si ebbe notizia della fuoruscita di acqua calda da un pozzo concepito per uso potabile nella zona di Cavo. L’interesse delle società San Giovanni e Tiemme si è concretizzato nel 2011, grazie all’ottenimento del permesso di ricerca da parte della Regione. Un permesso che giungerà a scadenza nel giugno del 2014, quando necessariamente l’Ati rimetterà in mano al Comune di Rio Marina tutti i dati raccolti sull’attività del pozzo (128 metri di profondità, 2 metri di diametro, risalita naturale di 24 metri, ricavato in Valle Baccetti) e si procederà dunque alla richiesta di sfruttamento delle acque termali al ministero. «Contiamo di ultimare le analisi sulla quantità e qualità dell’attività del pozzo termale entro la primavera del 2014 – commenta il direttore della ricerca Vittorio D’Oriano, ieri mattina in compagnia di Claudio de Santi dell’impresa San Giovanni – a quel punto il Comune avrà in mano tutti i dati necessari per prendere una decisione. Potrà tenere tutto fermo come adesso o, al contrario, muoversi per realizzare un centro termale. Quello che possiamo dire, in attesa dei dati ufficiali, è che le potenzialità del pozzo sono ottime, siamo contenti di come sta evolvendo la ricerca intrapresa tre anni fa». 47,7 gradi di temperatura, per una portata di circa 12 litri al secondo, ovvero oltre 1 milione di litri al giorno. Una produzione che, in Toscana, sarebbe seconda forse solo a Saturnia. Una volta consegnati i dati della ricerca, starà al Comune scegliere se realizzare o meno un centro termale, identificando un luogo (tramite una variante ad hoc) e elaborando il bando per la concessione. Un bando che, necessariamente, rimetterebbe alla società vincitrice il pagamento delle spese di ricerca e i diritti di ritrovamento a favore dell’Ati, stimabili in oltre 200mila euro. Tanto basta, evidentemente, per mettere la stessa Ati in una posizione di vantaggio nel caso si materializzasse una gara per la concessione. Acqua di qualità. Le analisi sulla qualità dell’acqua, ancora da completare, sono sorprendenti. L’acqua presenta infatti delle caratteristiche eccellenti: presenta valori di Ph neutro, non contiene residui di metalli, inoltre l’acqua ha un tasso importante di carbonato di calcio e sodio, presente anche in altri centri termali del continente. Le potenzialità per realizzare uno stabiliemnto termale, insomma, ci sono secondo i tecnici che hanno lavorato per l’Ati. Turismo ed energia. Il percorso per lo sfruttamento termale sta, quindi, per entrare nella sua fase decisiva. «L’opportunità è importante non solo per Cavo e per Rio Marina, ma credo per tutta l’Elba – spiega Vittorio D’Oriano – lo sfruttamento delle risorse termali dell’isola e la realizzazione di un centro termale allungherebbe la stagione turistica. Realizzare un centro termale in un ambiente di pregio come quello dell’isola sarebbe certamente un valore aggiunto». Il distretto dell’energia. Turismo termale, quindi, ma non solo. I tecnici dell’Ati che stanno portando a termine la ricerca avanzano l’ipotesi di un possibile sfruttamento della risorsa idrica anche per aspetti diversi rispetto a quelli prettamente termali: in particolare si pensa al teleriscaldamento e al possibile sfruttamento energetico del calore. Questo perché la temperatura, pari a circa 47 gradi, è superiore di circa 10 gradi rispetto a quanto servirebbe per riempire le vasche delle terme. «Con le tecnologie attuali – fa sapere D’Oriano – è possibile regolare la temperatura, sfruttando il recupero dei gradi in eccesso per scopi energetici e di riscaldamento». Una potenzialità da non sottovalutare per il Comune di Rio Marina che già può contare su un approvvigionamento energetico importante, ottenuto con il maxi impianto fotovoltaico realizzato nel comparto minerario.