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Rinnovabili Mai state così decisive

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Una giornata particolare, domenica 16 giugno 2013. Per due ore, fra le 14 e le 16, gli italiani hanno ricevuto l’energia elettrica gratis. Il prezzo d’acquisto in Borsa del kilowattora è caduto a zero su tutto il territorio nazionale, perché in quelle ore il sole, il vento e l’acqua fluente hanno coperto completamente tutto il fabbisogno elettrico italiano.

Fonte: Corriere della Sera

Autore: DI ELENA COMELLI

Erano già successi episodi di questo genere, limitatamente al prezzo zonale della Sicilia, ma mai sul valore nazionale.
Oltre la metà
È stato un evento speciale, che però non resterà isolato: casi analoghi sono destinati a ripetersi, con il progressivo aumento della quota di rinnovabili sul mix energetico nazionale. Negli ultimi due mesi, maggio e giugno, ad esempio, le fonti pulite hanno coperto più del 50 per cento della produzione elettrica complessiva. Nel 2012 hanno sfiorato il 28%, supèrando i 90 terawattora prodotti, secondo il recente consuntivo del Gestore dei servizi energetici. Quest’anno, è prevedibile che sfonderemo i 100 texawattora, avvicinandoci all’obiettivo della strategia energetica nazionale, che punta a 130 terawattora rinnovabili al 2020, cioè una quota del 35-38% sulla produzione elettrica nazionale.
Malgrado gli investimenti I nelle fonti pulite siano rallentati, il mercato italiano nel 2012 ha attirato quasi 15 miliardi d’investimenti nelle installazioni di energia verde, che continuano a crescere e superano ormai quota 600 mila . impianti, grazie ai costi in forte calo e alla crescente competitività delle rinnovabili con le fonti tradizionali. L’idroelettrico copre ancora quasi metà della produzione verde (43 terawattora) e il resto è abbastanza equamente distribuito tra fotovoltaico (18 terawattora), eolico (13) e biomasse (12), oltre a un contributo più modesto del geotermico (5 terawattora).
Le conseguenze
Quali le ricadute sul prezzo dell’energia? La relazione al Senato del numero uno del Gse, Nando Pasquali, ha messoin evidenza il cambiamento della struttura dell’offerta elettrica in Italia, con l’aumento della quota di fonti rinnovabili e il calo delle fonti fossili. I prezzi medi di vendita in Borsa dell’energia elettrica restano i più elevati nell’Unione Europea, ma tendono a scendere e questo dipende anche dal calo del prezzo medio dell’energia venduta in Borsa nella fascia oraria dalle 9 alle 20, in cui si scambia più della metà dei volumi complessivi: grazie alla rapida crescita del fotovoltaico e delle altre rinnovabili, dal 2006 al 2013 questo prezzo si è abbassato considerevolmente, fino al 40%. Invece si registra un aumento del prezzo nelle altre fasce orarie, che riduce i vantaggi economici delle fonti pulite.
Bolletta verde
Complessivamente, però, nel 2012 le fonti rinnovabili ci hanno fatto risparmiare almeno 1,4 miliardi sulla bolletta elettrica solo grazie all’energia del sole, che raggiunge la sua massima potenza negli orari di punta dei consumi energetici e quindi abbassa i prezzi più «caldi». L’effetto calmierante del solare, che viene immesso in rete a costo zero, è stato quantificato da uno studio di Althesys, rilevando la differenza fra il prezzo dell’energia nelle ore «solari» e in quelle «non solari» durante le fasi di picco dei consumi, e ribadito in uno studio dell’Associazione produttori energie rinnovabili che verrà presentato il 18 luglio a Milano.
Ma se da un lato il prezzo in Borsa cala grazie alle fonti pulite, dall’altro Iato sulle bollette pesano gli oneri degli incentivi.
Guido Bortoni, presidente dell’Authority, ha messo in evidenza nella sua relazione che «nel 2915 gli incentivi alle rinnovabili arriveranno a 12,5 miliardi di euroe per evitare ulteriori aggravi di spesa è necessaria una positiva integrazione di queste fonti con quelle tradizionali». Bortoni riconosce l’importanza delle fonti rinnovabili («È anche grazie a questo contributo che la nostra dipendenza energetica dall’estero è scesa per la prima volta sotto l’80%»), ma considera eccessivo il peso degli incentivi. Legambiente, invece, punta il dito sui sussidi alle fonti fossili e gli oneri impropri, che pesano per 5 miliardi sulle bollette degli italiani. Già togliendo questi, la bolletta si ridurrebbe quasi del 10%.