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Il quinto Conto Energia ha detto stop

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Con il 6 luglio, finiscono i fondi destinati agli incentivi del Quinto Conto Energia dato che le domande presentate da inizio anno hanno esaurito il tetto massimo dei 6,7 miliardi

Fonte: Rinnovabili e Territorio

Autore: Redazione

Il 6 Giugno il Contatore Fotovoltaico presente sul sito del Gestore dei Servizi Energetici ha raggiunto “il valore di costo indicativo cumulato annuo degli incentivi di 6 miliardi e 700 milioni di euro”. Questo significa che decorsi trenta giorni da quella data, e cioè il prossimo 6 luglio, “il Decreto Ministeriale del 5 luglio 2012 cesserà di applicarsi“.
La notizia si legge sul sito del GSE, che informa inoltre che “gli impianti che alla data odierna hanno presentato la richiesta d’incentivazione sono 531.242, per una potenza complessiva pari a 18.217 MW. Di questi 531.242 impianti, 4.779, per una potenza complessiva di 1.136 MW e un costo indicativo annuo di 94 milioni di euro, sono iscritti nei Registri in posizione utile ma non ancora entrati in esercizio“.
La notizia era stata ampiamente annunciata da tutti gli operatori del settore fotovoltaico che da mesi indicavano l’imminente fine del quinto Conto Energia, per l’esiguo ammontare del tetto massimo degli incentivi rispetto alle richieste.
Il termine del 6 Luglio rimane l’ultima chance per utilizzare gli incentivi del quinto Conto Energia: un mese di tempo per le richieste di incentivazione  per gli impianti non soggetti all’obbligo di iscrizione al Registro, mentre per quelli  soggetti ad iscrizione, ovvero gli impianti superiori ai 12 kW di potenza (50 kW se si rimuove l’amianto), devono essere già iscritti (la scadenza era il 17 maggio scorso) in posizione utile e non decaduti.
Dopo il 6 luglio si tornerà a sfruttare la possibilità di valorizzare economicamente l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici attraverso i meccanismi dello scambio sul posto e del ritiro dedicato (che non erano cumulabili con il V Conto Energia).
In determinati casi, sarà inoltre possibile sfruttare le Detrazioni fiscali del 50% (prorogate fino al 31 dicembre 2013): l’Agenzia delle Entrate ha infatti recentemente specificato che, per gli impianti fotovoltaici, “la possibilità di fruire della detrazione viene meno quando la cessione dell’energia prodotta in eccesso configuri esercizio di attività commerciale, come nel caso, ad esempio, in cui l’impianto abbia potenza superiore a 20 kW ovvero, pur avendo potenza non superiore a 20 kW, non sia posto a servizio dell’abitazione”.
Il settore di riferimento non nasconde le difficoltà che vi saranno –e che lamenta da tempo- per il futuro sviluppo delle tecnologie fotovoltaiche.
Durante l’assemblea del GIFI, che riunisce 165 imprese che si riconoscono in ANIE Confindustria, il nuovo presidente Emilio Cremona, ha infatti  chiesto «azioni urgenti per sostenere e dare valore alla filiera».
Il neo presidente ha difeso il contributo portato dal settore fotovoltaico alla bolletta energetica, spiegando che «oggi circa il 7% del fabbisogno energetico nazionale è coperto dal fotovoltaico. Nel solo 2012 abbiamo evitato di importare 2 miliardi di euro di gas. Il prezzo orario di picco dell’energia si è ridotto fino al 26%, con ricadute valutabili fino a 1,5 miliardi di euro, contro i 400 milioni del 2011».
Ma  l’incertezza normativa, che ha portato a modificare tre volte il regime degli incentivi nel corso degli ultimi due anni, e il peso della burocrazia sul settore – senza pari nel resto d’Europa, ha creato non poche difficoltà: «Nel 2012, il volume d’affari complessivo è stato pari a 6,2 miliardi di euro, con una riduzione del 58% rispetto a quello del 2011 e il numero di addetti complessivamente impiegati nel settore alla fine del 2012 ammonta a circa 14mila unità, in calo del 22% rispetto all’anno precedente».
L’incognita è dunque su quali saranno gli strumenti messi in campo per accompagnare con la necessaria progressività il settore del fotovoltaico alla cosiddetta "grid-parity", ovvero alla competitività assoluta di questa fonte energetica al netto di ogni forma di sussidio.