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Mario Tozzi a Ravenna, tre domande sull’energia geotermica

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Questa sera in Piazza San Francesco a Ravenna (ore 21.30), nell’ambito della presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2012 di Hera, Mario Tozzi (geologo e noto divulgatore scientifico) terrà la conferenza scenica “Il peso dell’insostenibilità” per ragionare sul futuro del pianeta.

Fonte: Ravenna Notizie.it

Autore: Ravenna Notizie.it

Durante lo spettacolo Tozzi affronterà 3 temi cruciali per la sostenibilità: la produzione e i consumi energetici, l’accesso e l’uso della risorsa idrica, la produzione e gestione dei rifiuti.

Abbiamo fatto le nostre tre domande al professor Tozzi: posto che l’argomento è vasto e complesso, abbiamo scelto di soffermarci su un unico micro-tema, la geotermia come fonte di energia alternativa.

A che punto è l’Italia con lo sfruttamento della geotermia come fonte di energia rinnovabile? Alcuni lamentano come, proprio nel Paese in cui vi furono le prime applicazoni già all’inizio del ‘900, questa fonte di energia sia poco usata.
Non sono d’accordo. La geotermia in Italia è a un buon livello di sfruttamento. Certo si può fare di più, ma direi che siamo sulla strada giusta. Poi dipende cosa intendiamo per geotermia, che può essere sfruttata per produrre elettricità – sfruttando anomalie geologiche o vulcanologiche –  o per riscaldare – sfruttando il sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore. Le due cose sono sensibilmente diverse ma fanno parte della stessa fonte rinnovabile. In Toscana il 25% della popolazione sfrutta energia elettrica di origine geotermica. A Ferrara, circa 5mila famiglie sfruttano il teleriscaldamento e anche l’alto Lazio è ben coperto. Certo, poi dipende con quali altri Paesi ci si confronta. Se per esempio gli Usa sono molto avanti, l’America del Sud è appena all’inzio.

La ricerca sul fotovoltaico attira grandi investimenti e prevede incentivi. Come mai lo stesso non accade per il geotermico?

Innanzitutto la geotermia per la produzione di energia elettrica non è possibile ovunque. In Italia le zone interessate si limitano a Toscana, alto Lazio, parte della Sicilia, parte del Veneto e Campania.
Lo scambio di calore con il sottosuolo terrestre e il conseguente utilizzo del teleriscaldamento è invece possibile dappertutto, per cui qualche incentivo in più sarebbe auspicabile.

Infine, un parere: secondo lei, cosa si può fare per sensibilizzare le persone sull’argomento geotermia? In fondo è un’energia rinnovabile molto efficiente ma ancora praticamente sconosciuta a più.

In effetti farla conoscere e capire di cosa si parla è importante. Per esempio, spesso ci sono delle resistenze di carattere ambientale-paessaggistico, come nel caso della costruzione della centrale geotermica sul Monte Amiata (non dimentichiamo che si parla pur sempre di impianti industriali).
Un modo per sensibilizzare i cittadini è, per esempio, quello di tornare indietro nel tempo e dimostrare come già nell’antichità si sfruttava il calore naturale. Con ENEL abbiamo realizzato un progetto che illustra come i primitivi utilizzassero le acqua calde di alcuni fiumi: da utilizzi per scopi terapeutici, in un percorso evolutivo costante, si è giunti ai primi del ‘900 alla produzione di energia elettrica. 

Per approfindire queste e altre tematiche, dunque, appuntamento questa sera in piazza S. Francesco.