Home Cosvig Geotermia a bassa temperatura: tante le potenzialità

Geotermia a bassa temperatura: tante le potenzialità

451
0
CONDIVIDI
Se ne è parlato in un seminario proposto dalla Provincia di Livorno mercoledì 29 maggio, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo proprio mentre il Governo sta decidendo della proroga del bonus del 55% per gli interventi di efficienza energetica che escluderebbe però la sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Le potenzialità e le opportunità legate all’utilizzo della geotermia a bassa temperatura, in particolare per gli aspetti legati al risparmio energetico, sono stati al centro del seminario "Energia geotermica e ambiente: efficienza e risparmio energetico utilizzando il calore terrestre",  organizzato dalla provincia di Livorno in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.
L’evento, che si è svolto mercoledì 29 maggio, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno, era rivolto sia agli utenti finali (enti pubblici, cittadini, imprese, operatori del settore commerciale, distributivo e industriale), sia a tecnici, progettisti, professionisti e alle aziende di installazione e di manutenzione degli impianti, ed è stata l’occasione per  presentare le tecnologie e le soluzioni attualmente disponibili per assicurare un’elevata efficienza dei sistemi geotermici, quali sonde e pompe di calore, nella produzione di calore.
Particolare rilevanza è stata data al ruolo della geotermia nella pianificazione energetica locale, come ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente Nicola Nista.
«A differenza della geotermia "tradizionale" (ad alta e media temperatura),  che resta una fonte energetica limitata a specifici contesti territoriali ed alla produzione di energia elettrica -ha detto  l’assessore Nicola Nista- la geotermia a bassa temperatura non ha limiti geografici e rappresenta una forma di energia pulita e rinnovabile. La geotermia a bassa temperatura può quindi essere utilizzata in qualsiasi edificio al posto della classica caldaia d’inverno o al condizionatore d’aria nel periodo estivo».
Lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia permetterebbe dunque di diminuire il fabbisogno energetico da fonti tradizionali, con ricadute positive sia in termini di contenimento della bolletta energetica, sia per il raggiungimento dei livelli di riduzione delle emissioni di CO2 definiti dagli obiettivi a livello comunitario, nazionale e regionale.
«A questo scopo -ha concluso Nista- nel Piano Energetico Provinciale, in fase di approvazione, sono previste alcune azioni strategiche finalizzate a valutare le potenzialità della risorsa geotermica nel territorio provinciale e a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa temperatura per gli usi diretti e per l’impiego anche in progetti di teleriscaldamento».
Tra i temi discussi anche la normativa che regola il settore, che proprio in questi giorni è al centro di un acceso dibattito, per quanto previsto dalla bozza di Decreto legge che riguarda la proroga del bonus fiscale del 55%: la bozza che dovrebbe essere approvata nel prossimo Consiglio dei Ministri esclude, infatti, dagli interventi di riqualificazione energetica coperti dal bonus, la sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia.
La decisione del governo è attesa per questa settimana e, secondo il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, la proroga sarà confermata almeno per tutto il 2013, ma non comprenderebbe né le spese sostenute dai contribuenti per gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici, sia le spese per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con quelli a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.
L’esclusione sarebbe motivata dalla necessità di restringere il campo d’accesso al bonus per garantire la copertura finanziaria della proroga di sei mesi del 55% per l’efficienza energetica negli edifici, il cui costo complessivo è stimato in 1,9 miliardi da spalmare in 10 anni.
Una decisione che ha fatto preoccupare gli addetti ai lavori che ravvisano il rischio che il settore resti escluso da tutti gli incentivi fiscali, e temono che anche il Conto Termico non riuscirà a sostenere le pompe di calore.
«Non abbiamo alcuna garanzia che il conto energia termico possa supportare il manifatturiero italiano delle pompe di calore» ha dichiarato Bruno Bellò, Presidente Co.Aer, l’Associazione di Costruttori di apparecchiature ed impianti per la climatizzazione e pompe di calore.
«Rischiamo un “effetto esodati” anche per le nostre tecnologie più efficienti e innovative -ha continuato Bellò- Le motivazioni principali sono la scarsa remunerabilità, la non operatività ad oggi e la mancanza di una tariffa elettrica dedicata per le pompe di calore, prevista nello stesso conto energia termico. Al momento lo strumento esiste ma non è applicabile né preventivabili i benefici per chi installa tali tecnologie».
«La richiesta esplicita degli imprenditori –ha concluso Bellò– è che i due sistemi di incentivazione coesistano almeno fino a quando non sarà attivo ed efficiente il conto energia termico, perciò almeno fino al 31 dicembre 2013».