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Bonus ristrutturazioni, slitta il sì

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IL CONSIGLIO DEI MINISTRI non da il via libera; rinviato alla prossima settimana per trovare la copertura

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Eugenio Bruno Marco Mobili

Fumata grigia per i bonus in edilizia. Il Governo si prende almeno una settimana di tempo per sciogliere definitivamente la prognosi sul destino dei due bonus del 50 e del 55 per cento. Il Consiglio dei ministri di ieri ha rinviato ogni decisione sul destino degli "ecobonus". E questo nonostante alcuni esponenti dell’Esecutivo, come Flavio Zanonato, nel corso del’assemblea di Confindustria, avessero già dato per fatta la proroga di almeno 6 mesi delle agevolazioni.
Il muro delle coperture è apparso al momento invincibile. Sul tappeto le soluzioni più diverse: dalla destinazione di una parte del ricavato della vendita all’asta delle quote di CO2, ai tagli selettivi su alcune voci di spesa dei ministeri. Ma, come accadde non più tardi di due settimane fa con l’Imu e il rifinanziamento della Cig, la decisione annunciata è stata prima portata e poi rinviata. Ora la parola passa alla Ragioneria e ai tecnici di via XX settembre che dovranno sciogliere il rebus risorse. Che sono state quantificate in 1,9 miliardi in 10 anni.
Al termine della riunione, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha comunque confermato «la volontà politica» da parte del Governo di prorogare fino al 31 dicembre 2013 gli ecobonus al 50% e 55% sulle ristrutturazioni e gli adeguamenti energetici degli edifici. Martedì – ha aggiunto – «ci sarà un incontro tecnico per definire i dettagli, ma soprattutto la copertura economica dell’operazione, mentre venerdì si cercherà di approvare il provvedimento». Ma dall’Economia, Pier Paolo Baretta, torna a sottolineare la necessità di fare ordine nella gestione delle emergenze: «La proroga del 55% così come lo stop all’aumento dell’Iva di luglio vanno assolutamente fatti – ha detto Baretta intervenendo ieri a SkyTg24 – ma occorre andare con calma, abbiamo un mese di tempo per trovare le risorse necessarie. Che ora non ci sono», ha concluso il sottosegretario all’Economia.
Le due proroghe su cui si lavora al momento prevedono il rinvio secco di 6 mesi del termine del «30 giugno 2013» al «31 dicembre 2013» per l’incentivo fiscale del 50% sulle ristrutturazioni in edilizia. Senza prolungamento infatti si tornerebbe al vecchio "sconto" del 36% e il tetto delle spese ammissibili passerebbe da 96mila a 48mila euro. Sul 55% per l’efficienza energetica, come anticipato sul Sole 24 Ore di mercoledì, si punta a rendere più selettiva la misura. Non verrebbero ammesse all’agevolazione sia le spese sostenute dai contribuenti per gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici, sia quelle per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Specificando che il bonus sarà spendibile dai contribuenti in dieci quote annuali di pari importo. In questo caso il prolungamento del termine è ancora più atteso perché altrimenti dal 1° luglio in poi la detrazione cesserebbe di operare.
Al di là del destino degli ecobonus, entro la fine del mese il decreto legge sulla "patente energetica degli edifici" dovrà vedere la luce per evitare all’Italia le pesanti sanzioni che Bruxelles è pronta a far scattare per il mancato recepimento da parte dell’Italia della direttiva n. 31 del 2010. Il decreto esaminato ieri completa il processo di recepimento delle regole Ue e, prevede, in particolare, l’adozione a livello nazionale di una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tenga conto, tra l’altro, delle caratteristiche termiche dell’immobile, nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda.
Inoltre vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. Questi requisiti, che saranno applicati agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, dovranno essere rivisti ogni 5 anni, mentre la certificazione avrà valore decennale e, come chiesto dall’Europa, per chi non rispetterà le nuove regole viene introdotto un sistema sanzionatorio ad hoc.