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Partono gli incentivi per pannelli solari e stufe

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I contributi, legati anche a fonti rinnovabili, concessi a famiglie e amministrazioni Nel circondario l’energia prodotta con sistemi non inquinanti è pari quasi a zero

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Empoli

Autore: Marco Pagli

Si chiama Conto termico ed è l’ultimo pacchetto di incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Il Gse (gestore servizi energetici) ha messo a disposizione 900 milioni di euro di bonus per amministrazioni pubbliche e privati che effettuano interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici o che investano in sistemi di produzione a basso impatto ambientale. In sostanza, isolamento termico e sostituzione di infissi che permettano una minore dispersione da una parte e installazione di pompe di calore, stufe a pellet e pannelli solari termici dall’altra. Interventi spesso onerosi che potrebbero essere alleggeriti anche di migliaia di euro in questo modo. Senza contare che si introdurrebbero pratiche virtuose in un’area come l’Empolese Valdelsa nella quale la produzione di energia termica da fonti rinnovabili è ridottissima e allo stesso tempo decisamente alto il numero di edifici vecchi che necessitano di interventi. Stando ai dati forniti da Legambiente, infatti, la percentuale di energia termica prodotta con sistemi non inquinanti è vicina allo zero in tutti gli undici comuni e gli impianti installati non sono più di qualche decina su un territorio che conta 170mila abitanti. D’altro canto sono decine di migliaia, circa 40mila secondo le stime degli esperti, gli edifici del circondario che hanno più di quaranta anni di vita e che quindi sono stati costruiti secondo standard di risparmio energetico obsoleti. Mancanze queste che potrebbero in qualche modo essere mitigate grazie al pacchetto di incentivi messo in azione in queste settimane e che copre gli interventi effettuati a partire dal 3 gennaio scorso. «Siamo di fronte ad un mercato importantissimo – spiega Antonio Chiappini, dell’Unione installatori impianti – che potrebbe fare la differenza dal punto di vista ambientale e allo stesso tempo rappresentare una valvola di sfogo per l’economia dei vari territori. Gli incentivi potrebbero essere degli stimoli importanti in questo senso, capaci di muovere il sistema verso quegli obiettivi di risparmio e riduzione energetica fissati dai vari trattati internazionali. Purtroppo, troppo spesso su questo tema le politiche non sono integrate e incisive come servirebbe». L’incentivo copre il 40% dell’investimento ed è spalmato su un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni e ci si può avvalere di una Esco (energy service company). I tetti massimi sono differenziati in base al tipo di intervento, alla potenza dell’impianto installato e alla zona climatica di riferimento. Gli interventi di incremento dell’efficienza energetica che possono essere incentivabili sono: l’isolamento termico delle superfici opache, la sostituzione di chiusure trasparenti e infissi, la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con generatori di calore a condensazione e l’installazione di sistemi di schermatura e ombreggiamento per la protezione delle chiusure trasparenti. Questi sono rivolti prevalentemente alle pubbliche amministrazioni. Mentre per quanto riguarda la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (ambito riservato ai privati) possono accedere ai bonus: la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas ad energia aerotermica, geotermica o idrotermica, la sostituzione di impianti di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti dotati di generatore alimentato a biomassa, l’installazione di pannelli solari termici e la sostituzione di scaldacqua elettrici con quelli a pompa di calore.