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Il fotovoltaico che verrà

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Il rapporto dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ipotizza due scenari per il futuro del fotovoltaico

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

I dati del contatore fotovoltaico visibile sull’homepage del sito del GSE indicano al 15 aprile 511.588 impianti in esercizio sul territorio nazionale pari ad una potenza distribuita su tutto il territorio nazionale di 16.842.654 KW, per un costo indicativo cumulato annuo di circa 6,6 miliardi di euro. Siamo quasi al raggiungimento, quindi, del costo indicativo cumulato annuo degli incentivi pari a 6,7 miliardi di euro.
Il tetto dei 6,7 miliardi previsto per il quinto conto energia, secondo le stime del Solar Energy Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, che sarà presentato oggi a Milano, anticipate da qualenergia.it, potrebbe essere raggiunto già a giugno e quindi il sistema incentivante potrebbe già cessare da metà anno.
Per il dopo, le previsioni del rapporto si dividono in due scenari, a seconda di come si vuol vedere il bicchiere, se mezzo vuoto o mezzo pieno.
Lo scenario in cui si ipotizza il mantenimento di misure di sostegno al settore quali le detrazioni fiscali, potrebbe essere di stimolo al raggiungimento della grid parity già dal 2014 e per il 2013 il mercato del fotovoltaico potrebbe attestarsi tra 1,5 e 2,2 GW; senza nessuna misura incentivante lo sviluppo del fotovoltaico potrebbe, invece, fermarsi attorno ai 900 MW, con una riduzione del 74% rispetto al 2012.
In questo scenario più pessimistico, potrebbe avere una funzione importante il contributo del mercato residenziale, ipotizzato pari a 200 MW annui, con la diffusione di meccanismi di aggregazione quali i “Gruppi d’acquisto fotovoltaico”, così come una progressiva integrazione con sistemi intelligenti di gestione dei carichi di consumo dell’utenza, una diffusione dei sistemi di stoccaggio la possibilità di accedere allo scambio sul posto.
Il mercato industriale (20-200 KW) potrebbe contribuire con nuove installazioni nell’ordine di 350 MW annui, tramite l’utilizzo di modelli di sistemi di utenza efficienti (su cui la normativa è però ancora da completare), per piccole applicazioni e grazie alle elevate percentuali di autoconsumo.
Altri 300 MW annui potrebbero essere raggiunti tramite l’applicazione di sistemi di utenza efficienti a contesti aggregati, quali centri servizi, porti, stazioni e installazioni di singoli impianti da parte di grandi imprese energivore.
In assenza di incentivi, dunque il mercato Italiano secondo le previsioni dell’Energy Strategy Group, è destinato ad una drastica riduzione rispetto ai livelli di installazioni registrati negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2012, l’anno in cui è iniziata l’inesorabile decrescita, per effetto dei tagli agli incentivi e delle difficoltà derivate dal quinto conto energia. calare la taglia media degli impianti, più che dimezzata da 54 a 24 kW tra il 2011 e il 2012, con una riduzione in tutti i segmenti, ad eccezione di quello superiore a 1 MW, per il quale si registra una sostanziale stabilità. La causa è da ricercare nelle complicazioni dei registri.
Con il nuovo sistema incentivante e in particolare per effetto dell’introduzione del meccanismo dei registri –sottolinea il report- è calata la taglia media degli impianti: da 54 a 24 KW tra il 2011 e il 2012, con una riduzione in tutti i segmenti, ad eccezione di quello superiore a 1 MW, per il quale si registra una sostanziale stabilità.
Sul futuro delle rinnovabili, in particolare riguardo alla riduzione degli incentivi, il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella, in un suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici, ha sostenuto che «I problemi emersi in seguito alla impetuosa crescita delle rinnovabili, in particolar modo con riferimento al peso assunto dagli incentivi dedicati alle stesse fonti, all’interno dei cd “oneri generali di sistema”, hanno indotto l’Autorità a segnalare l’esigenza di ridurre il peso delle componenti fisse in bolletta per i piccoli e medi clienti energivori».
«Dal nostro osservatorio – ha continuato Pitruzzella -possiamo comunque dire che le recenti riduzioni degli incentivi saranno utili per ridurre le tensioni e garantire uno sviluppo equilibrato delle fonti rinnovabili nei prossimi anni».