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Energia. Enel green power investe 500 milioni nella geotermia in Toscana

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Forniture a basso costo per imprese e Comuni. Enel si rafforza nelle rinnovabili. Scatta la costruzione di una nuova centrale geotermoelettrica sul Monte Amiata

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Cesare Peruzzi

Enel green power investe quasi 500 milioni nella geotermia in Toscana. Con l’apertura nei giorni scorsi del cantiere per la nuova centrale geotermoelettrica di Bàgnore 4, nei comuni di Santa Fiora e Arcidosso sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto, dopo un iter autorizzativo durato diversi anni, l’azienda controllata dal gruppo Enel che opera nel campo delle energie rinnovabili si prepara a realizzare in sintonia con gli Enti locali e la Regione un programma di sviluppo con ricadute importanti per l’economia del territorio.

La centrale di Bàgnore 4, dove sarà installata una capacità di 40 MW, potrà generare 310 milioni di kilowattora all’anno e costerà 125 milioni, dando lavoro a un centinaio di persone nella fase di costruzione. A regime, tra quattro anni, ci saranno 20-25 posti fissi. «Si tratta di un impianto molto sicuro e affidabile, all’avanguardia nel mondo sotto il profilo della tecnologia e della tutela dell’ambiente», commenta Massimo Montemaggi, responsabile del comparto geotermia di Enel green power. «Imprese e Comuni della zona potranno inoltre usufruire di energia a basso costo», aggiunge.

Lo sfruttamento della geotermia, attraverso il quale in Toscana vengono prodotti già 5 miliardi di kilowattora (sui 20 consumati ogni anno nella regione), diventa dunque un elemento di competitività. Il gruppo modenese Grandi salumifici italiani, che ha uno dei suoi 18 stabilimenti nazionali proprio sull’Amiata, sta infatti valutando di utilizzare il calore che sarà generato dalla nuova centrale di Bàgnore per alimentare i propri forni di cottura. «Contiamo di raggiungere accordi con molte altre aziende e Amministrazioni pubbliche – dice Montemaggi -. Alla sicurezza dell’impianto, certificata in ambito internazionale, si sommerà il ritorno economico per questa zona dell’Amiata». La centrale di Bàgnore prevede due impianti "Amis" (Abbattiamento mercurio e idrogeno solforato), brevettati da Enel green power, e uno per l’abbattimento dell’ammoniaca. Ma contro la realizzazione del progetto si sono schierati i comitati ambientalisti, che hanno presentato ricorso al Tar. In attesa che si pronunci il Tribunale amministrativo toscano, il cantiere è partito.

Quello toscano è il più antico complesso geotermico del mondo, oltre che il più importante in Italia, e l’azienda del gruppo Enel, che nel 2012 ha registrato quasi 600 milioni di ricavi e a cavallo delle province di Pisa, Siena e Grosseto, gestisce 35 impianti (per un totale di 728 MW e 5 miliardi di kilowattora appunto), vuole farlo crescere ancora. «Investiamo circa 100 milioni all’anno e, per quanto siamo impegnati in progetti all’estero, dagli Stati Uniti alla Turchia, e in altre regioni del nostro Paese, come Emilia Romagna, Campania e Lazio, riteniamo che la Toscana abbia ancora delle potenzialità di sviluppo importanti», sottolinea Montemaggi.

«Nel nuovo piano energentico della Regione, che andrà in votazione prima dell’estate, punteremo sulla media e bassa entalpia, cioè sul calore di origine geotermica utilizzabile soprattutto per la climatizzazione», commenta Annarita Bramerini, assessore all’Ambiente della Toscana. «Stiamo ricevendo molte domanda di sfruttamento delle risorse geotermiche: da grandi gruppi, ma anche da piccole imprese, alcune locali – aggiunge -. Il settore può favorire davvero la nascita di una filiera toscana del calore, sviluppando una rete d’aziende nella componentistica». La geotermia, insomma, come fattore di crescita economica e strumento di competitività.