Home Cosvig La geotermia sarà l’energia del futuro?

La geotermia sarà l’energia del futuro?

317
0
CONDIVIDI
Secondo un recente studio della società di analisi Pike Research sono raddoppiati in pochi anni i Paesi in cui sono in corso progetti per lo sviluppo della fonte geotermica

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Un recente rapporto pubblicato dalla società di analisi Pike Research indica che sull’intero pianeta sono 64 i paesi che hanno in programma progetti geotermici, a fronte di meno di 30 paesi, solo pochi anni fa. I progetti attualmente in fase di sviluppo, con l’attività di esplorazione già in corso, sono in totale 454, corrispondenti ad una potenza di 18,5 GW.

Il problema –sottolinea lo studio- è che non tutti riusciranno ad andare in porto, pertanto la potenza effettiva sarà ridotta.

«A partire dal primo trimestre del 2013 -ha spiegato il coordinatore della ricerca, Mackinnon Lawrence – si stima che sia in cantiere una capacità di potenza geotermica pari a 18,5 gigawatt».

«Anche se una parte di questa potenza non raggiungerà la fase operativa –ha aggiunto Mackinnon Lawrence- è chiaro che sia gli sviluppatori del progetto che gli investitori hanno riconosciuto il vasto potenziale energetico delle risorse geotermiche, che prevede un’espansione delle attività nei prossimi dieci anni» .

Il rapporto elenca tutti i progetti in corso per area geografica e fornisce un database sullo stadio di sviluppo, compresa la data ipotizzata per il completamento del progetto, le caratteristiche di temperatura e di risorse utilizzate, con l’obiettivo di fornire il miglior censimento disponibile dei progetti geotermici presenti a livello globale.

Lo studio stima che circa il 15% dei progetti censiti hanno raggiunto uno stadio di sviluppo avanzato, che rappresenta 5,3 GW di capacità potenziale, e che potrebbero entrare in funzione entro il 2018.

Sebbene i progetti geotermici in genere richiedano molti anni per essere realizzati –si legge nella nota stampa di presentazione del rapporto- il settore dell’energia geotermica si sta rapidamente espandendo oltre i mercati tradizionali. Ad aiutare questa rapida espansione contribuiscono le risorse promettenti presenti nei mercati emergenti e i progressi fatti nella tecnologia che permettono di sfruttare il potenziale sino ad ora inutilizzato in molte aree geografiche del pianeta”.

Il rapporto di Pike Research evidenzia che il 90% dei progetti in corso sono nel campo della produzione geotermoelettrica convenzionale, ovvero quelli tesi allo sfruttamento a fini di produzione elettrica dei giacimenti profondi ad alta temperatura.

Poiché tali condizioni sono rare, la maggior parte dei progetti di energia geotermica si trovano in zone in cui sono presenti vaste aree di frattura, come la Rift Valley in Kenya, o in aree con attività vulcanica, dove tali anomalie hanno maggiori probabilità di essere presenti.

La tecnologia che potrebbe aprire nuove aree di progetti di sviluppo di produzione geotermica -secondo il rapporto- è la EGS (Enhanced Geothermal Systems, Sistemi Geotermici Potenziati), che utilizza pozzi profondi (oltre 7 Km) in aree già fratturate e in cui vi sia la presenza di un corpo riscaldante, all’interno dei quali viene iniettata acqua per creare dei serbatoi sotterranei “artificiali” che suppliscano alla mancanza di quelli “naturali” presenti in altre aree.

In questo modo si creano tutte le condizioni per un sistema geotermico, completando, in un certo senso, il lavoro della natura, e si può iniziare ad usare il vapore creatosi per la produzione di energia elettrica.

Pike Research indica che il 10% dei progetti di sviluppo geotermoelettrico che sono attualmente in fase di sviluppo, per complessivi 252 MW di potenza, si basano sulla tecnologia Enhanced geothermal systems (Egs).

Le aree del pianeta in cui è particolarmente attivo lo sviluppo geotermico sono tutto il Nord America e in particolare gli Stati Uniti dove sarà realizzato il 98% dei nuovi progetti del Continente, grazie allo sviluppo previsto in California e Nevada; l’area Asiatica del Pacifico, in cui vi è la maggior parte degli impianti già in fase di costruzione, di cui l’80% in Indonesia; l’ America del Sud, grazie ai progetti di sviluppo previsti in Cile.

Per l’Europa occidentale lo sviluppo atteso riguarda in particolare l’Italia e l’Islanda.