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Dominica carbon free, grazie al contributo della geotermia

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La piccola repubblica caraibica ha intenzione di ricorrere all’utilizzo del calore geotermico per raggiungere l’obiettivo di ridurre del 45% le emissioni di CO2 al 2030.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

La Dominica è un’isola dei Caraibi di appena 750 Km quadrati che conta circa 73.000 abitanti ed è a capo dei 52 piccoli Stati insulari in via di sviluppo che entro il 2030 hanno intenzione di ridurre del 45% le loro emissioni di CO2.

Per raggiungere questo obiettivo la piccola isola caraibica sta impegnandosi fortemente nello sviluppo della geotermia, dopo aver avuto la certezza che il potenziale presente nel sottosuolo è uno dei più alti di tutti i Caraibi.

Il primo ministro Roosevelt Skerrit ha recentemente annunciato in Parlamento che il suo governo ha intenzione di realizzare impianti per 10-15 MW geotermici «in linea con la nostra politica di sviluppo di una carbon negative economy entro il 2020. Uno studio ha dimostrato che questi impianti geotermici potrebbero tradursi in una riduzione delle bollette dell’energia elettrica dal 45 al 50%. C’è una forte probabilità che l’impianto possa essere operativo entro il 2014».

Nel 2009 il governo, in collaborazione con i consigli regionali della Guadalupa e della Martinica e con le agenzie energetiche ed ambientali dei vicini territori francesi, hanno intrapreso uno studio, nel quadro della Caribbean Geothermal Initiative, per determinare il potenziale di energia geotermica di Dominica.

Gli studi geologici, geochimici, geofisici e ambientali e di fattibilità, hanno infatti messo in evidenza che l’isola ha il più grande potenziale geotermico dei Caraibi e con il sostegno dell’Unione Europea e dell’Agencie Française de Developement, si vuole adesso procedere con la trivellazione di tre pozzi di prova a Laudat e Wotten Waven, nell’area della Roseau Valley, per determinare il reale potenziale delle risorse del sottosuolo.

 

Gli investimenti sinora fatti sono rilevanti per un Paese insulare povero come la Dominica ma il governo guidato da Roosevelt Skerrit ha speso milioni di dollari per lo sviluppo del progetto geotermico, nella convinzione che sia la chiave per un futuro socio-economico migliore per un’isola povera e densamente abitata ma che conserva ancora un ambiente di alto pregio naturalistico con fauna e flora uniche.

Le intenzioni espresse dal Governo hanno però suscitato molte preoccupazioni tra gli abitanti della Roseau Valley, l’area in cui entro giugno, dovrebbero iniziare le trivellazioni.

Sam Abraham, manager dello statunitense Geothermal Resource Group, uno degli esperti chiamati dal governo della Dominica per affrontare le preoccupazioni sollevate dai residenti, ha spiegato che «Gli impianti geotermici possono coesistere all’interno di aree popolate sotto rigorosi controlli ambientali» ed ha spiegato che la tecnologia, l’esperienza ed i sistemi di monitoraggio che saranno utilizzati permetteranno di condurre tutte le operazioni «in modo efficace, sicuro e per il miglioramento del Paese».

Per cercare di vincere anche le ultime resistenze locali, il governo di Roseau ha deciso di portare una delegazione della repubblica caraibica a far visita alla vicina Guadalupa, nel dipartimento francese di oltremare, per prendere informazioni riguardo alla centrale geotermica di Bouillant, una cittadina che vanta luoghi d’interesse turistico particolarmente interessanti.

Della visita ha parlato recentemente l’agenzia IPS che ha raccolto le dichiarazioni dei membri della delegazione.

«Il governo di Roseau -ha detto il ministro dell’energia, Rayburn Blackmoore, a capo della delegazione- intende attuare maggiori controlli di sicurezza rispetto a quelli che esistono da 35 anni nell’impianto di Guadalupa. Siamo nel 2013 e ci sono una serie di misure che abbiamo adottato e che hanno a che fare con la protezione dell’ambiente e la prevenzione di certi rischi ed è per questo abbiamo impegnato i migliori esperti».

Della delegazione faceva parte anche Alfred Rolle, uno tra i più reticenti riguardo la scelta dello sviluppo della geotermia in Dominica, che è sembrato comunque tranquillizzato da quanto ha potuto apprendere di prima mano.

«Abbiamo parlato con i residenti intorno alla zona circostante l’impianto e che sono a poca distanza –ha detto Alfred Rolle- e qui non c’è alcun effetto negativo sul progetto. Tutti i gas sono controllati e anche le acque reflue vengono smaltite correttamente».