Con il Conto Termico incentivi per 900 milioni di euro per interventi di piccole dimensioni finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio di quest’anno del decreto ministeriale, per l’accesso al meccanismo di incentivazione sono disponibili 700 milioni di euro per soggetti privati (persone fisiche, condomini e soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario) e 200 milioni per amministrazioni pubbliche. Ecco, in concreto, le tipologie di interventi incentivabili a favore dei soggetti privati: sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica; sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa. Ulteriori interventi agevolabili per i soggetti privati: installazione di impianti solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling e sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore. Per le sole aziende agricole può essere incentivata, oltre alla sostituzione, l’installazione di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomassa. Ance evidenzia che l’incentivo è corrisposto in rate annuali costanti, per la durata definita per ogni tipologia di intervento, che può essere 2 anni, per gli interventi meno “impegnativi” come, ad esempio, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con potenza inferiore o uguale a 35 kW, o 5 anni, per quelli generalmente più costosi come, ad esempio, l’installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling, con superficie solare lorda superiore a 50 metri quadrati e inferiore o uguale a 1000 metri quadrati. Se l’ammontare totale dell’incentivo non è superiore a 600 euro, l’incentivo è corrisposto in un solo anno. Dall’importo calcolato va poi detratto un corrispettivo pari all’1%, trattenuto alla fonte per la copertura dei costi sostenuti dal Gse e dall’Enea per lo svolgimento delle attività, con un massimale di 150 euro. In generale, per gli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili, l’incentivo annuo è proporzionale alla produzione stimata di energia termica in un anno per lo specifico impianto, attraverso un coefficiente di valorizzazione dell’energia. Solo per gli scaldacqua a pompa di calore l’incentivo è determinato diversamente, consistendo nel 40% della spesa sostenuta per l’acquisto, con un tetto fino a 700 euro per prodotti con le maggiori capacità. Le spese sostenute per le diagnosi energetiche preliminari e le certificazioni energetiche successive all’intervento sono incentivate nella misura del 50% per i soggetti privati e del 100% per i soggetti pubblici. I soggetti, sia pubblici che privati, ai fini dell’accesso agli incentivi, possono avvalersi dello strumento di finanziamento tramite terzi o di un contratto di rendimento energetico, oppure di un servizio energia, anche tramite l’intervento di una “Esco”. Ance segnala che l’incentivo non è cumulabile con altri incentivi statali, fatti salvi i fondi di garanzia, i fondi di rotazione e i contributi in conto interesse. Per le pompe di calore e il solare termico, il privato ha, quindi, la possibilità di scegliere tra l’incentivo previsto dal Conto Termico, spalmato su 2 o 5 ani, e la detrazione del 55%, in 10 anni, attualmente valida fino al 30 giugno 2013. Per accedere agli incentivi, gli interessati devono presentare domanda al Gse attraverso l’apposita scheda-domanda, che verrà resa disponibile dal Gse sul suo sito internet non oltre il 4 marzo 2013, entro 60 giorni dalla data di effettuazione dell’intervento o di ultimazione dei lavori, ovvero entro 60 giorni successivi alla data in cui è resa disponibile la scheda-domanda. I soggetti privati possono presentare istanza di accesso al regime incentivante fino a 60 giorni dopo il raggiungimento di un impiego di spesa annua cumulata per gli incentivi pari a 700 milioni di euro, limite che per i soggetti pubblici scende a quota 200 milioni di euro. Ai fini dei controlli amministrativi e tecnici svolti dal Gse, il soggetto beneficiario deve conservare per tutta la durata dell’incentivo e per i cinque anni successivi all’erogazione dell’ultimo importo, i documenti originali allegati alla domanda, nonché le fatture relative alle spese sostenute e le ricevute dei bonifici bancari o postali effettuati per il pagamento, comprese quelle per l’acquisto delle biomasse finalizzate all’alimentazione degli impianti incentivati.