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Aste per impianti da rinnovabili: le critiche sono più dei partecipanti

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Il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) ha pubblicato il 17 gennaio – sul proprio sito internet – i risultati delle graduatorie dei Registri e delle Aste per gli impianti a fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Il Decreto Ministeriale del 6 luglio 2012 ha introdotto il nuovo sistema incentivante per gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, escluso il fotovoltaico, che prevede aste al ribasso per gli impianti con potenza superiore a un determinato valore di soglia (10 MW per gli impianti idroelettrici, 20 MW per gli impianti geotermoelettrici e 5MW per gli altri impianti a fonti rinnovabili).

Sono soggetti alla partecipazione all’asta tutti gli impianti della potenza indicata che dal 1° gennaio 2013 siano legati a interventi di nuova costruzione o potenziamento.

A vedere i risultati, il nuovo sistema non sembra però aver risposto positivamente:

Solo la fonte geotermica pare, infatti, aver assorbito l’intero contingente di potenza messa all’asta e lo ha fatto con un unico impianto. L’impianto ammesso con una potenza di 39,6 MW è quello di Enel Green Power di Santa Fiora .

Le altre fonti non hanno dato risultati altrettanto positivi: l’eolico con impianti a terra ha visto 18 impianti iscritti all’asta per un totale di 442 MW di potenza ammessi su 500 MW del contingente annuo.

Per l’eolico off-shore solo il 4,62% del contingente disponibile pari a 500 MW è stato assegnato; poco di più è stato assegnato alle biomasse.

Sul sito del GSE è disponibile la tabella riepilogativa che evidenzia come su un totale di 1.710 MW incentivabili con le aste, le richieste si sono fermate a 557,5 MW pari al 32,6%.

Gli operatori sembrano aver preferito l’iscrizione ai registri dove si rileva, infatti, una partecipazione superiore ai contingenti disponibili per tutte le fonti; era prevista una potenza incentivabile pari a 368 MW ma la richiesta ha superato i 594 MW.

L’unica eccezione per le biomasse, per le quali il contingente per l’anno 2013 è pari all’intera potenza disponibile nel triennio, e del geotermoelettrico per cui sono state inviate istanze per poco più di 17 MW su 35 MW disponibili.

Molte le critiche che si sono levate dal mondo degli operatori del settore delle energie rinnovabili, che avevano espresso forti dubbi sul nuovo meccanismo incentivante all’indomani della pubblicazione del decreto.

«Il basso livello economico e la farraginosità del meccanismo delle aste non consentono di coprire neppure le domande sufficienti al raggiungimento del contingente -ha detto Simone Togni, presidente di Anev- Il meccanismo di partecipazione all’asta, infatti, prevedendo tempistiche e modalità assai complesse e articolate, fa lievitare l’onerosità del funding, determinando un aumento dei costi delle iniziative e non una loro riduzione come richiesto dal D. Lgs n. 28/11, come peraltro dimostrano le esperienze fallimentari di analoghi tentativi fatti a livello internazionale. Serve quindi un’urgente assunzione di responsabilità di questo Governo per risolvere la questione velocemente e non passare alla storia come il Governo che è riuscito a chiudere anche una delle poche industrie nazionali che funzionavano».

Dello stesso avviso anche il presidente di Aper.

Secondo il presidente dell’associazione dei produttori, Agostino Re Rebaudengo, i dati emersi «confermano le perplessità più volte formulate da APER in tutti i tavoli istituzionali, in occasione dei quali ha sostenuto che il nuovo quadro normativo, con l’introduzione di tali meccanismi, avrebbe inevitabilmente portato ad un forte rallentamento della crescita del settore».