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Teleriscaldamento: geotermia ed altre fonti a seconda delle condizioni disponibili

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Le sorgenti che si possono utilizzare per il teleriscaldamento sono molteplici, a seconda delle risorse più facilmente disponibili, ma con il risultato univoco di raggiungere un fabbisogno ampio di domanda, con vantaggi in termini di efficienza ed economicità

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

E’ un fatto ben noto che gli edifici sono una delle principali fonti di consumo energetico e di emissioni di CO2; è altrettanto noto che l’energia utilizzata negli edifici rappresenta il 40% del consumo totale di energia in Europa.

Il ritmo con cui si interviene con miglioramenti nell’uso del calore negli edifici si sta, inoltre, dimostrando troppo lento considerando gli ambiziosi obiettivi dell’UE di migliorare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020.

Da questo punto di vista la diffusione di reti di teleriscaldamento che utilizzano come fonte di energia il calore della terra è senza dubbio un obiettivo da perseguire nell’immediato futuro.

Lo ha sostenuto anche Carlo Piemonte dell’Università degli Studi di Brescia, intervenuto al workshop organizzato da Cosvig a dicembre a Piancastagnaio, nell’ambito del progetto Geo-Dh, che si propone di abbattere le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano l’installazione di nuovi impianti, al fine di accelerare la diffusione dei teleriscaldamenti geotermici e garantirne la sicurezza della fornitura, contribuendo così a sostituire l’utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di calore.

«In futuro è prevedibile un maggiore sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento geotermico –aveva spiegato Piemonte- sia per l’ampia disponibilità della risorsa sul territorio nazionale, sia per il trend di crescita del prezzo dell’energia elettrica inferiore a quella dei combustibili fossili. Inoltre dal punto di vista tecnologico, a favorire l’incremento di nuovi impianti è la disponibilità di pompe di calore che possono erogare acqua calda alla temperatura di 90°C».

«L’utilizzo delle risorse geotermiche superficiali –aveva continuato- offre numerosi vantaggi, dovuti alla più facile accessibilità, all’assenza o riduzione del rischio minerario, ai minori costi di investimento e a procedure autorizzative più semplici. Inoltre, utilizzando questo tipo di risorse il rischio che si sviluppino problemi di tipo geochimico o di incidere negativamente su altre attività come quella termale è notevolmente ridotto».

«In Italia e in Europa vi sono molti esempi di teleriscaldamenti geotermici che, essendo sviluppati in condizioni differenti, adottano adeguate tipologie di pompe di calore, di fluidi di lavoro ed altri accorgimenti tecnici».

Tra gli esempi citati il sistema di teleriscaldamento geotermico di Santa Maria Coghinas, Villalba e Valledoria in Sardegna, quello che utilizza acqua calda ad alta temperatura nella città francese di La Craie, sino ai sistemi che invece dell’acqua calda sotterranea utilizzano acqua fredda superficiale come l’impianto di Zurigo che sfrutta l’acqua del fiume o quello di Vartan, a Stoccolma che usa invece acqua di mare.

I sistemi tecnologici e le possibili sorgenti da utilizzare per il teleriscaldamento sono, infatti, molteplici, come ha illustrato Piemonte; la scelta può dunque variare in base alle risorse più facilmente disponibili, con il risultato che è comunque sempre univoco, ovvero la «possibilità di servire un alto numero di utenze e quindi di raggiungere un fabbisogno ampio con vantaggi in termini di efficienza ed economicità».