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«La geotermia è rinnovabile. Una risorsa da difendere»

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Dall’Enel dati tranquillizzanti sull’impatto ambientale.
Intervista all’ingegner Massimo Montemaggi (Enel Green Power)

Fonte: La Nazione, Cronaca di Grosseto

Autore: Cristiano Bernacchi

«LA GEOTERMIA è un primato italiano che va difeso e sostenuto». Con queste parole l’ingegnere responsabile della geotermia di Enel Green Power Massimo Montemaggi introduce la nostra intervista.

La Toscana è una delle aree più sfruttate per la geotermia, perché?

«Qui si concentra la maggiore produzione energetica da geotermia perché storicamente è qui, a Larderello, che si è avuto il primo utilizzo, nel 1904».

Qualche numero?

«La produzione di energia geotermica fornisce circa il 25 % della domanda interna della Toscana dove si trovano 32 centrali con una capacità installata di 874,5 MW».

C’è chi dice che la geotermia non sia una risorsa rinnovabile.

«La geotermia non si esaurisce ed è quindi rinnovabile perché, la risorsa geotermica non è costituita dal vapore, bensì dal calore che è inesauribile geologicamente».

Esistono possibilità di contatto tra il bacino acquifero dell’Amiata e quello geotermico?

«Se fosse così non si avrebbe il fenomeno geotermico»

Perché?

«Il fenomemo avviene attraverso due strati che tengono imbrigliata l’acqua, se ci fosse un contatto tra la falda acquifera superficiale ed il serbatoio geotermico a 3.500 metri, il fenomeno geotermico non esisterebbe».

Quindi?

«Se il serbatoio superficiale consentisse una penetrazione dell’acqua, questa raffredderebbe il campo. Ci sono poi due studi da parte delle Università di Siena e di Firenze a riguardo, che confermano come non ci siano interazioni tra i due serbatoi».

Riguardo al sospetto sull’aumento dell’arsenico nelle acque?

«Non sono un esperto sulla qualità dell’acqua, mi limito a riportare quello che dicono gli esperti: l’arsenico non è aumentato, è invece aumentata la sensibilità degli strumenti di misurazione che danno risultati meno approssimativi».

E riguardo ai sospetti inquinamenti di Bagnore 3?

«Abbiamo progettato e sviluppato una tecnologia Amis che consente l’abbattimento di Mercurio e Idrogeno Solforato, installata su 23 centrali, tra le quali anche quella di Bagnore3 a partire dal 2002. I sistemi di abbattimento sono stati introdotti non per problemi sanitari, ma per ridurre l’effetto di disturbo olfattivo».

Di che tipo sono le emissioni?

«Le emissioni delle nostre centrali sono sostitutive di emissioni naturali diffuse nel terreno in presenza di fenomeni geotermici».

Si discute su tecnologie di sfruttamento geotermico a ridotte emissioni come il ciclo binario, perché non introdurlo anche in Amiata? 

«Le caratteristiche della risorsa sono condizionanti sulla sua finalità di utilizzazione e sulla tipologia di impianti da impiegare. Non esistono impianti migliori di altri, ma solo impianti più o meno adeguati alle caratteristiche della risorsa. In più non esistono impianti ad emissioni zero, ma solo tipologie di fluido che, con le tecnologie disponibili, permettono di non produrre emissioni in atmosfera. E’ quindi fuorviante la comune associazione fatta tra ciclo binario e geotermia ad emissioni zero».