Home Cosvig Teleriscaldamenti geotermici: opportunità e possibili sviluppi

Teleriscaldamenti geotermici: opportunità e possibili sviluppi

315
0
CONDIVIDI
A Piancastagnaio si è tenuto un workshop nell’ambito del progetto europeo Geo-Dh, Geothermal District Heating, che ha visto confrontarsi enti locali, regionali e nazionali, esperti di geotermia e teleriscaldamento, progettisti e gestori di impianti nazionali e internazionali

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Dopo il convegno internazionale per fare il punto sullo stato delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, riguardo alla geotermia, al suo utilizzo e allo sviluppo dell’uso sostenibile della risorsa, al Teatro Comunale di Piancastagnaio CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, ha organizzato un workshop nell’ambito del progetto europeo Geo-Dh, Geothermal District Heating, iniziativa avente l’obiettivo di superare le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano lo sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici.

«Il progetto europeo GeoDh –ha spiegato Loredana Torsello di CoSviG/Energea- propone di abbattere queste barriere, al fine di accelerarne la diffusione, così da dare un contributo concreto alla sostituzione dei combustibili fossili nella produzione di calore».

Al progetto europeo GeoDh partecipano 14 paesi e in ognuno di essi sono stati organizzati o previsti workshop -come quello di Piancastagnaio- per creare momenti di confronto tra enti locali, regionali e nazionali, esperti di geotermia e teleriscaldamento e gestori di impianti già esistenti o in fase di attuazione.

«Dopo 20 anni di lento sviluppo, il mercato dei teleriscaldamenti geotermici negli ultimi 3 anni sta vivendo un momento di rinnovato sviluppo» -ha spiegato nel suo intervento introduttivo, Luca Angelino di EGEC (Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica). «Attualmente in Europa vi sono 216 impianti di teleriscaldamento geotermico operativi, corrispondenti ad una capacità termica di 4900 Mwt. Di questi 200 Mwt sono stati installati solo nell’ultimo anno. Inoltre, salvo ostacoli di carattere non tecnico, con i nuovi progetti in fase di sviluppo –sono 166 nell’UE27- è previsto che entro i prossimi 3 anni la capacità termica installata giunga al raddoppio».

In Toscana le reti di teleriscaldamento geotermico operative sono quattro (Pomarance, Monterotondo Marittimo, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora), con 4872 utenze allacciate, per un totale di oltre 38000 tonnellate di CO2 all’anno non emesse in atmosfera e un risparmio annuale di oltre 12.000 tonnellate di petrolio. In altri quattro Comuni (Radicondoli, Chiusdino, Monteverdi Marittimo, Montieri) il teleriscaldamento è in fase di realizzazione e sono stati eseguiti studi di fattibilità in altri due Comuni della regione (Massa Marittima e Volterra).

Le attività di GeoDh -ha continuato Angelino- si concentrano nei paesi dell’Europa centrale e orientale che intendono sviluppare nuovi sistemi di teleriscaldamento geotermico, come la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Romania e la Slovenia e in altri impegnati nel raggiungere l’ambizioso obiettivo della direttiva 20-20-20, come i Paesi Bassi, La Germania, l’Italia e la Francia o con impianti in fase di sviluppo come in Danimarca, Regno Unito e Irlanda.

L’attuazione del progetto prevede incontri, per far emergere e comprendere quali sono le barriere che ostacolano l’attuazione di nuovi teleriscaldamenti geotermici, rivolti agli stakeholder, con interviste mirate e questionari. Azioni di sensibilizzazione nei confronti dei decisori, con incontri mirati, proposte amministrative, legali e finanziarie permetteranno poi di affrontare gli ostacoli individuati, contribuendo ad accelerare la penetrazione di questa tecnologia sul mercato.

Il progetto prevede anche attività formative per consentire agli stakeholder e agli operatori del settore di essere aggiornati sulle migliori pratiche e tecnologie da attuare nel settore.

A Piancastagnaio si sono confrontati amministratori locali e gestori italiani, come Hera e Geo Energy Service con gli interventi, rispettivamente, di Fausto Ferraresi e Roberto Amidei, ed europei con l’intervento di Chistian Boissavy, dell’Associazione Francese dei Professionisti della Geotermia (AFPG) portando le proprie esperienze nel settore.

Alla tavola rotonda finale gli amministratori del comprensorio geotermico hanno poi discusso delle difficoltà incontrate e dei problemi da risolvere per sviluppare l’utilizzo di fonti di energia geotermica per il riscaldamento e il raffrescamento.

«Il mio cruccio -ha detto il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli- è quello di avere la possibilità di utilizzare il calore della geotermia solo per le attività industriali e non per riscaldare le abitazioni del mio Comune. L’auspicio è che anche Piancastagnaio, come altri Comuni del distretto della geotermia, possa avere, presto un sistema di teleriscaldamento alimentato con questa risorsa».

Una sfida possibile come hanno dimostrato nei loro interventi i sindaci del comprensorio geotermico che già l’hanno realizzata, come Santa Fiora, o che la stanno realizzando come Montieri.

«Il problema per i nostri centri storici per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento geotermico, rispetto alle grandi città di pianura -ha affermato Renzo Verdi, Sindaco di Santa Fiora- è quello dei costi di progettazione e di esecuzione prima e poi di gestione poi. Questo perché il numero dei potenziali utenti rispetto all’estensione del territorio (oltretutto caratterizzato dalla presenza di edifici storici) è limitato, e questo dilata i tempi di ammortamento dell’investimento, anche se sarebbe inequivocabile la soddisfazione dell’utente finale. Si tratta quindi di mettere a tema come superare questi problemi».

A Montieri, dove si sta realizzando un sistema di teleriscaldamento geotermico nell’ambito del progetto Geothermal Communities (GeoCom), la soluzione impiantistica scelta è tecnologicamente innovativa ed è applicata per la prima volta nel settore del teleriscaldamento geotermico.

«Si riutilizza il contenuto energetico residuo del fluido bifase acqua+vapore, ottenuto nelle varie fasi di trattamento –ha spiegato il Sindaco Marcello Giuntini- per il preriscaldamento del fluido di ritorno dell’impianto e, nel periodo estivo, per la produzione di acqua calda sanitaria.Questa nuova tecnologia garantisce un miglioramento dell’efficienza energetica e un notevole risparmio della risorsa».

«Il suggerimento che nasce dal progetto GeoCom e dall’iniziativa CONCERTO in generale -ha illustrato nel suo intervento Valentina Marino del Politecnico di Torino che ha seguito le fasi della progettazione dei sistemi di efficientamento energetico degli edifici e di ripristino ambientale dell’impianto di Montieri- è di valutare fin dal principio nell’ambito di nuovi progetti le possibilità di impiego della sorgente geotermica in relazione al potenziale di riduzione della domanda energetica ottenibile nel comparto urbano oggetto dell’intervento, per poter prendere in considerazione ipotesi di allargamento e diversificazione del bacino di utenza che può beneficiare della rete geotermica».

Inoltre, ha continuato, «i futuri progetti di applicazione di sistemi di teleriscaldamento geotermico dovrebbero sempre prevedere azioni integrate di riduzione della domanda energetica e di sfruttamento di altre fonti rinnovabili per moltiplicare l’efficacia degli investimenti da un punto di vista economico e per ampliare il raggio di azioni di uso sostenibile delle risorse che il solo teleriscaldamento non sarebbe in grado di ottenere».

Dal confronto, è emersa una maggiore consapevolezza sulle possibili applicazioni e benefici dei teleriscaldamenti geotermici e raccomandazioni utili al superamento delle barriere oggi esistenti ed al miglioramento dei quadri normativi di riferimento.