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Il calore della terra: conoscere per capire e condividerne l’uso

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A Piancastagnaio CoSviG, ha riunito esperti internazionali per fare il punto il 10 dicembre sullo stato delle conoscenze scientifiche e tecnologiche riguardo alla geotermia, al suo utilizzo e al possibile sviluppo dell’uso sostenibile della risorsa; l’11 dicembre per un workshop sul teleriscaldamento nell’ambito del progetto Geo-Dh.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Due giorni intensi il 10 e l’11 dicembre scorso al teatro comunale di Piancastagnaio, che hanno visto confrontarsi esperti internazionali nel campo geotermico per discutere del futuro sviluppo del settore.

Lunedì, nell’ambito del convegno internazionale “Il calore della terra: conoscere per capire e condividerne l’uso” si è fatto il punto sullo stato delle conoscenze scientifiche e tecnologiche riguardo alla geotermia, al suo utilizzo e allo sviluppo dell’uso sostenibile della risorsa.

Martedì, invece, si è parlato in maniera approfondita di teleriscaldamento geotermico durante il workshop organizzato nell’ambito del progetto europeo Geo-Dh, Geothermal District Heating, che ha l’obiettivo di superare le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano Io sviluppo di questo sistema di utilizzo diretto del calore della terra.

Nel messaggio di saluto inviato ai relatori, l’Assessore all’Ambiente e all’Energia della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini, si è espressa sull’«importanza di creare una filiera della geotermia, in particolare sul calore come uso diretto che può integrare l’attuale utilizzo dell’alta entalpia per produrre energia elettrica».

Su questo elemento si è soffermato anche il Sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli, nel dare il benvenuto ai partecipanti al convegno.

«Spesso della geotermia se ne parla in maniera strumentale -ha detto Agnorelli- ottima allora l’iniziativa di CoSviG di portare esperti di livello internazionale a confrontarsi sul tema. Perché tenendo fermi gli elementi necessari per ridurre gli impatti, sui quali peraltro gli studi effettuati ci rassicurano- si deve andare avanti in maniera decisa sullo sviluppo di questa risorsa, a partire dall’uso diretto per il riscaldamento che è invece un cruccio per Piancastagnaio che ancora non ne beneficia».

Il convegno è stato introdotto dal Presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli, che con una frase di Albert Einstein Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi” ha posto l’accento sul fatto che l’attuale crisi economica può essere un’occasione per rivedere anche le modalità di utilizzo della risorsa geotermica, con l’opportunità offerta dalla recente riforma, posta dal Dlgs. 22 del 2010, che ha aperto alla liberalizzazione del settore.

«Man mano che sono aumentati i Megawatt di potenza installati è diminuita l’occupazione –ha detto Ceccarelli- ma adesso ci possono essere le condizioni per costruire –in particolare sulle medie e basse temperature della risorsa- una filiera della geotermia che tenga insieme conoscenza, esperienza, sviluppo tecnologico sia nel settore della produzione elettrica sia nell’uso del calore. Una filiera che può offrire nuova e qualificata occupazione, favorendo lo sviluppo in termini sostenibili del territorio».

Al convegno sono intervenute alcune fra le maggiori personalità scientifiche e tecniche nel campo della geotermia internazionale: con il suo intervento introduttivo Giorgio Ranalli, del Department of Earth Sciences della Carleton University, Ottawa in Canada, ha illustrato la base geofisica del bilancio termico della Terra, mettendo in evidenza l’enorme quantità di energia termica che produce anche se non tutta è riferibile alle effettive quantità sfruttabili.

Riguardo a questo aspetto, ovvero al riconoscimento delle aree potenzialmente idonee allo sfruttamento delle risorse geotermiche, Domenico Liotta del Dipartimento di Geofisica dell’Università di Bari, ha illustrato il ruolo del geologo nel lungo percorso che prevede studi geologici di carattere esplorativo, finalizzati alla definizione di un modello concettuale, fisico e geometrico sulle relazioni fra circolazione dei fluidi e strutture geologiche. Liotta ha inoltre spiegato quali sono le metodologie più importanti per la raccolta, l’analisi e la successiva integrazione di dati geologici, geofisici e geochimici. In pratica un lungo lavoro che è alla base delle scelte industriali che possono essere fatte una volta individuate le sorgenti geotermiche.

Giampaolo Manfrida, del dipartimento di Energetica dell’Università di Firenze, ha introdotto il tema della conversione e dell’utilizzo sostenibile della risorsa geotermica e illustrato le varie tecnologie impiegate per la produzione di energia elettrica e le possibilità concrete offerte dalla produzione combinata di elettricità e calore, e dagli impianti ibridi che oltre alla geotermia utilizzano anche il solare.

Le tecnologie disponibili per l’utilizzo della risorsa geotermica a bassa e media e temperatura e le potenzialità di questa branca della geotermia sono state illustrate da Alessandro Sbrana, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.

Ai lavori hanno preso parte esperti internazionali come l’islandese Olafur Flovenz, Direttore dell’Istituto Geofisico e Vulcanologico ISOR, con un contributo relativo alla geotermia ad alta entalpia e alle applicazioni a vantaggio della popolazione, nella normale vita quotidiana; Christian Boissavy, della French Geothermal Association, che ha approfondito gli studi sulla potenzialità geotermica in Europa come risposta agli obiettivi di Horizon 2020; Jacques Varet, BRGM (French Geological Survay), che ha posto l’accento sulle tecnologie impiantistiche per l’utilizzazione delle basse e medie temperature.

La giornata si è chiusa con un confronto diretto sul ruolo e sul futuro della geotermia nella regione Toscana, nell’intervista che Antonio Cianciullo, giornalista di La Repubblica, ha condotto a Edo Bernini, Dirigente dell’Area di Coordinamento Ambiente, Energia e Cambiamenti Climatici della Regione Toscana e a Sergio Chiacchella, Direttore di CoSviG.

«L’attività geotermica è un’attività mineraria e quindi per il suo utilizzo è necessario conoscere cosa c’è sottoterra attraverso ricerche complesse e costose. Per evitare costi in termini economici e d’impatti ambientali e sociali sui territori da esplorare, sarebbe necessario-ha detto Bernini- riuscire a rendere le attività di esplorazione ricerche vere e proprie e rendere i dati utilizzabili da parte di tutti coloro che hanno intenzione di investire nel settore».

Un settore che ha avuto una spinta alla liberalizzazione «nel momento giusto» ha detto Chiacchella ma l’importante per un uso sostenibile della risorsa è che «vi sia un controllo e una governance da parte delle regioni o dello Stato».

«La geotermia -ha sottolineato il Direttore di CoSviG- è una risorsa strategica a patto che si possa operare nella completa tranquiliità dei territori, che vi sia un maggiore utilizzo degli usi diretti e che vi sia una maggiore diffusione della tecnologia a ciclo binario con la reiniezione totale del fluido. E’ poi fondamentale stimolare la piena utilizzazione delle basse entalpie, inserendo come elemento vincolante nei regolamenti urbanistici l’uso della geotermia come sistema di riscaldamento, almeno nelle nuove costruzioni».