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Conto termico: piovono critiche

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Sullo schema di Conto termico, varato lo scorso 8 novembre dal Governo e ora al vaglio della Conferenza unificata Stato/Regioni, arrivano le prime critiche da parte delle associazioni di settore delle pompe di calore e dal Consiglio Nazionale dei Geologi.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Secondo ANIMA, che rappresenta l’industria meccanica all’interno di Confindustria, le misure contenute nella bozza del documento varato l’8 novembre scorso dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura non sono adeguate per raggiungere gli obiettivi enunciati nella Strategia energetica nazionale.

«Il Conto termico dovrebbe essere una delle misure portanti per uno sviluppo "sano" delle rinnovabili -ha commentato Sandro Bonomi, presidente di Anima-Confindustria- alle quali, peraltro, vengono destinati solo 900 milioni di euro all’anno, un settimo di quanto destinato al fotovoltaico».

Stesso giudizio anche dal Consiglio Nazionale dei Geologi che ritengono che «il Conto termico non rende nessun merito alla produzione di energia termica da fonte rinnovabile geotermica che, è bene ricordare, l’Agenzia per l’Ambiente degli Stati Uniti considera esplicitamente la migliore tecnologia per la climatizzazione estiva e invernale degli edifici, sia dal punto di vista dell’efficienza energetica che per quanto riguarda la compatibilità ambientale».

«Le suadenti promesse espresse nel documento di Strategia Energetica Nazionale di recente emanazione -sostengono i geologi- hanno trovato un esito assai deludente nello schema di decreto Conto Energia Termico, che rischia di frenare enormemente lo sviluppo della geotermia a bassa entalpia in Italia, se la Conferenza Unificata Stato-Regioni non dovesse apportare forti correzioni».

In particolare per le pompe di calore secondo Anima «il Conto Energia Termico attuale, presenta una remunerabilità ben al disotto del 40% dichiarato: arriviamo al massimo al 15-20% per le pompe di calore fonte aria e addirittura a meno del 10% per quelle fonte acqua. La mancanza dell’incentivazione delle caldaie a condensazione per il settore privato rappresenta un grave handicap che, ci auguriamo, possa essere colmato da una detrazione fiscale del 55%».
Anche i geologi sostengono che gli incentivi destinati ai piccoli impianti geotermici sono poco remunerativi: essendo limitati a due anni (estesi a cinque per impianti maggiori, ma con incentivo annuo ridotto), coprono molto meno del 40% di spesa indicato nel documento. Le prime stime dei geologi indicano un contributo tra il 5 e il 10%, assai inferiore, quindi, a quelli destinati alle altre tecnologie rinnovabili termiche. Inoltre, gli incentivi saranno limitati agli interventi di sostituzione di impianti esistenti e non riguarderanno i nuovi edifici.

«Il Consiglio Nazionale dei Geologi sollecita le Regioni perché in seno alla Conferenza Unificata riconoscano concretamente il contributo che la geotermia a bassa entalpia può dare in termini di risparmio e di efficienza energetica, nel rispetto dei più alti criteri di sostenibilità ambientale. Si segua l’esempio virtuoso di molti Stati europei (come Gran Bretagna e Germania) che hanno saputo adottare politiche realmente incentivanti ponendo le premesse per il concreto sviluppo della geotermia».