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Rapporto Unep: come ridurre (davvero) le emissioni di gas serra, settore per settore

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L’Emissions Gap Report 2012 dello United Nations environment programme (Unep) e dell’European climate foundation (Ecf) prende in esame i settori in grado di raggiungere i loro obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra previsti per il 2020

Fonte: Greenreport

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L’Emissions Gap Report 2012 dello United Nations environment programme (Unep) e dell’European climate foundation (Ecf)prende in esame i settori in gradodi raggiungere i loro obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra previsti per il 2020 e sottolinea che «Un miglior rendimento energetico potrebbe produrre una riduzione delle emissioni dell’ordine da 1,5 a 4,6 Gigatonnellate equivalenti di CO2 nell’industria; da 1,1 a 4,3  Gt nell’agricoltura; da 1,3 a 4,2 Gt nella silvicoltura; da 2,2 a 3,9 Gt nel settore energetico; da 1,4 a 2,9 Gt negli edifici; da 1,7 a 2,5 Gt nei trasporti, comprese le merci e l’aviazione; di circa 0,8 Gt nel settore dei rifiuti».
Il rapporto Unep/Global partnership on waste management  (The Global Garbage Crisis: No Time to Waste) ha recentemente analizzato proprio il tema delle emissioni dai  rifiuti. Stavolta, con l’Emissions Gap Report 2012, ci si sofferma dunque sui tre settori che hanno un potenziale a lungo termine più promettente:  
Edifici.  Un miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici potrebbe comportare delle riduzioni di 2,1 Gt in media entro il  2020 e di più di 9 Gt equivalenti di CO2 entro il 2050. Sec ondo il rapporto, «Questo implica che, di qui al  2050, il settore delle costruzioni cali il consumo di energia del 30 % in rapporto al 2005, malgrado un aumento previsto di circa il 130 % della superficie costruita in questo periodo». Unep ed Ecf sottolineano che per raggiungere questo obiettivo  «Nel corso dei prossimi 10 anni, i codici degli  edifici e la tecnologia di punta devono diventare obbligatori in tutte le grandi economie del mondo, come gli Usa, l’India, la Cina e l’Unione europea». Le emissioni possono essere ulteriormente diminuite grazie ad elettrodomestici e sistemi di illuminazione che risparmino energia.
Il rapporto cita il programma "Top Runner" del Giappone e la Direttiva Ue che «Hanno permesso di ridurre i consumi energetici delle famiglie rispettivamente dell’11% e del  16%» e il programma di norme ed etichettature attuato dal Ghana per i condizionatori d’aria «Che punta a far risparmiare alle persone ed alle imprese circa 64 milioni di dollari all’anno sulla fattura elettrica, così come 2,8 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 in 30 anni».
Trasporti sostenibili. Il potenziale di riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti nel 2020 dovrebbe raggiungere le 2 Gt equivalenti di CO2. Il rapporto evidenzia già un’evoluzione: «Durante il recente summit  Rio+20, les 8 più grandi banche multilaterali di sviluppo si sono impegnate ad 175 miliardi di dollari nel corso del prossimo decennio in iniziative come i sistemi di trasporto rapido con gli autobus».
L’Unep prevede anche il rafforzamento di politiche ed iniziative come "Avoid, Shift and Improve", «Che contribuiscono ad una migliore gestione del territorio ed incoraggiano modi di spostamento sostitutivi come il bus, le biciclette o andare a piedi, a detrimento dei veicoli privati, così come un utilizzo ottimizzato del trasporto merci ferroviario e delle vie navigabili».
Anche l’approvazione di norme più stringenti per i nuovi veicoli e l’attuazione dei programmi di rottamazione di quelli vecchi possono portare benefici. Secondo il rapporto, «Entro il 2050, le nuove norme (approvate ed in corso di approvazione) di 7 Paesi, tra cui l’Australia, la Cina, la Repubblica di Corea, gli Stati Uniti e dei Paesi dell’Unione europea, dovrebbero permettere di ridurre di più della metà il consumo di carburante e le emissioni di gas serra dei veicoli leggeri nuovi in raporto ai livelli del 2000».
Silvicoltura. «Benché resti sottoutilizzata, la lotta contro la deforestazione  rimane una soluzione poco costosa per ridurre le emissioni di gas serra – si legge nel rapporto – Le politiche di aiuto alla riduzione della deforestazione, e quindi delle emissioni di gas serra, vanno dalla creazione di aree protette (sul modello dei parchi nazionali) all’elaborazione di strumenti economici (come tasse, sovvenzioni e sistemi di pagamento per i servizi ecosistemici)».
Il rapporto Unep/Ecf cita il Brasile, «Dove numerose politiche di conservazione, insieme ad un calo dei prezzi delle materie prime agricole, hanno comportato una diminuzione della deforestazione di tre quarti dal 2004, evitando così l’emissione di 2,8 Gt equivalenti di CO2 tra il 2006 ed il 2011»
Ma l’esempio più virtuoso è quello della Costa Rica, dove le aree protette su estendono su un quinto del territorio nazionale. «Il che ha permesso di ridurre le emissioni di gas serra e di far passare il numero dio turista da meno di 390.000 nel 1988 a 2,5 milioni nel 2008: il turismo rappresenta ormai circa il 15 % del Pil». L’Emissions Gap Report sottolinea che «Queste misure intraprese dal Brasile e dal Costa Rica precedono il programma Reduced emissions from deforestation and forest degradation (Redd o Redd+) della Convention dell’Onu sul cambiamento climatico» e conclude che «Una moltiplicazione delle iniziative, per esempio nel quadro del programma Onu-Redd che coinvolge 40 Paesi, permetterebbe di ridurre ancora di più le emissioni, presentando allo stesso tempo altri vantaggi come la creazione di posti di lavoro nel settore delle risorse naturali».