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Strategia energetica nazionale, le proposte di Amici della Terra

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L’associazione plaude alla decisione del governo di indicare l’efficienza energetica come obiettivo prioritario, ma chiede di riequilibrare maggiormente gli incentivi previsti per le fonti rinnovabili termiche e per l’efficienza con quelli per il settore elettrico

Fonte: Eco dalle Città

Autore: Eco dalle Città

«Elaborare precise analisi costi/benefici per valutare l’efficacia degli incentivi per l’efficienza energetica, per le rinnovabili elettriche e per quelle termiche, sia di quelli elargiti fino ad oggi, sia di quelli che la Sen propone da qui al 2020 e oltre». È la prima osservazione di Amici della Terra sulla Strategia energetica nazionale in fase di approvazione da parte del governo. Secondo gli ambientalisti, il testo proposto dal Consiglio dei ministri e attualmente sottoposto a consultazione pubblica, contiene «analisi, valutazioni e proposte che gli Amici della Terra condividono e su cui si sono espressi e impegnati da almeno 4 anni».

Il riferimento, in particolare, è all’indicazione dell’efficienza energetica come priorità e al riconoscimento che «le fonti rinnovabili termiche sono state, finora, piuttosto trascurate». L’associazione, dunque, sembra moderatamente soddisfatta dei contenuti della Strategia energetica nazionale, ma continua a ritenere che ci sia uno sbilanciamento in favore delle rinnovabili elettriche. «Per l’efficienza energetica sono previsti incentivi aggiuntivi per un ammontare di 15 miliardi di euro e per un risparmio di energia finale aggiuntiva pari a circa 70 Mtep al 2020 – scrivono gli Amici della Terra – Per le rinnovabili termiche gli incentivi aggiuntivi sono pari a circa 6 miliardi per 40 Mtep aggiuntivi, mentre per le rinnovabili elettriche ammontano a 28 miliardi di euro, con l’obiettivo di sviluppare al 2020 ulteriori 20 Mtep».

Secondo il gruppo ambientalista, gli incentivi stanziati non sono adeguatamente commisurati agli obiettivi previsti. «Se è prodotto da rinnovabili termiche, 1 Mtep di energia riceve incentivi pari a 150 milioni di euro, se è ottenuto tramite una attività di efficientamento energetico riceve poco di più di 210 milioni, mentre se è prodotto da rinnovabili elettriche arriva a 1.400 milioni di euro». Di qui la necessità, secondo la sezione italiana di Friends of Earth, di effettuare una più accurata analisi costi/benefici degli incentivi elargiti.

L’associazione, inoltre, osserva che la Sen non chiarisce quale sia il contributo delle politiche di efficienza energetica alla riduzione dei consumi e quale sia, invece, il peso della crisi economica. «Senza questa chiarezza, si rischia di confondere, nell’analisi, il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica con gli effetti della crisi – scrivono gli Amici della Terra – Nella realtà, la differenza è nettissima: è quella che passa fra la ricchezza e la povertà».

Venendo alle misure concrete, infine, gli ambientalisti chiedono che «dopo le aste e dopo il Quinto conto energia cessino gli incentivi per le rinnovabili elettriche intermittenti e che le risorse residue per il settore elettrico (quelle che via via si libereranno) privilegino le fonti non intermittenti e con maggiore ricaduta sull’economia italiana, come la geotermia, o con alto indice di efficienza come gli impianti di cogenerazione a biomasse derivate da residui dell’agricoltura o dell’industria alimentare, prodotte localmente».

Quanto agli obiettivi al 2020, Amici della Terra propone di aumentare al 22% il target delle rinnovabili termiche (che è indicato al 19% nella Sen), e di ridurre al 31% quello delle rinnovabili elettriche (che è indicato al 37% nella Sen). «In questo modo – conclude l’associazione – verrebbe dato un chiaro segnale di discontinuità rispetto al precedente ciclo di politiche per l’efficienza energetica e le rinnovabili».