Queste infrastrutture, alimentate da fonti rinnovabili come la geotermia, possono apportare al Paese benefici sia ambientali sia economici
Le reti di teleriscaldamento – già presenti in 9 dei Comuni geotermici toscani – rappresentano una soluzione e sostenibile al problema della climatizzazione degli edifici, impiegando fonti rinnovabili come la geotermia e/o calore di scarto industriale, ma il loro potenziale è ancora sottoutilizzato: ad oggi quello attivabile in Italia è stimato in 38 TWh, circa 4 volte tanto l’apporto fornito ad oggi dalle reti di teleriscaldamento.
Traguardare quest’orizzonte rappresenta un obiettivo importante sotto il profilo sia ambientale sia economico, dato che i fabbisogni di riscaldamento e condizionamento rappresentano circa il 50% dei consumi finali di energia in Italia, ma questa domanda di energia viene ancora soddisfatta al 70% da fonti fossili, prevalentemente importate.
Per questo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha messo in campo risorse specifiche per supportare lo sviluppo infrastrutturale del comparto.
Nel merito, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha recentemente pubblicato un decreto che mette in campo 200 milioni di euro, stanziati per finanziare progetti volti alla realizzazione di nuovi sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento efficiente, o per estendere ed efficientare le reti già realizzate.
«La misura rappresenta un importante passo verso la riduzione dei consumi connessi alla produzione di calore ed energia frigorifera per la climatizzazione degli edifici. L’investimento ha l’obiettivo di realizzare entro il 2026 nuove reti per il teleriscaldamento o ampliare quelle esistenti al fine di raggiungere un risparmio annuo di 20.000 tep di energia primaria non rinnovabile», spiegano dal MiTE.
Più nel dettaglio, l’obiettivo dell’investimento è mirato allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 per cento delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35 per cento circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW)
In quest’ottica, i 200 milioni di euro vengono così suddivisi: 50 milioni di euro sono destinati a sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento efficiente di piccole dimensioni, ossia a progetti che prevedono un investimento complessivo inferiore a 10 milioni di euro; 150 milioni di euro sono destinati a sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento efficiente di qualunque dimensione.
Come accedere a questi incentivi?
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che fornisce supporto al MiTE nella gestione delle domande di accesso, specifica che le agevolazioni sono destinate solo ai soggetti proprietari, realizzatori o gestori della rete di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento o della centrale di produzione di energia termica e/o frigorifera: le domande di accesso agli incentivi potranno essere presentate, entro le ore 10.00 del 6 ottobre, attraverso il portale messo a disposizione del GSE e accessibile dall’Area clienti.