Home Geotermia News Litio geotermico, si aprono nuove possibilità per il mercato italiano

Litio geotermico, si aprono nuove possibilità per il mercato italiano

Enel e Vulcan hanno avviato una collaborazione a partire da Cesano, mentre cresce l’interesse di Stellantis per batterie sostenibili

1529
0
CONDIVIDI

Enel e Vulcan hanno avviato una collaborazione a partire da Cesano, mentre cresce l’interesse di Stellantis per batterie sostenibili


Come mostra un corpus crescente di ricerche scientifiche, i serbatoi geotermici italiani sono particolarmente ricchi di litio, un metallo essenziale per supportare la transizione energetica, la cui estrazione sostenibile potrebbe rappresentare un doppio vantaggio se abbinata alla produzione di energia rinnovabile da geotermia.

Un’opportunità che nel nostro Paese al momento resta solo teorica – non ci sono impianti per l’estrazione del litio geotermico in attività –, ma sulla quale iniziano a concentrarsi anche progetti di sviluppo industriale, seguendo l’esempio di altri Paesi come Regno Unito e Germania, per restare in Europa.

Tutto parte da Cesano, alle porte di Roma, riallacciando le fila di una storia iniziata ormai mezzo secolo fa, quando Enel scavò il pozzo Cesano 1 fino a 1.390 metri di profondità, trovando temperature interessanti per la produzione di energia geotermica (circa 200 °C) ma anche un contenuto di litio nei fluidi pari a 350-380 mg/L.

Un tesoro che però è rimasto sepolto, almeno finora.

All’inizio del 2022 la Regione Lazio ha infatti rilasciato un primo permesso di ricerca mineraria nell’area alla società tedesca Vulcan Energy, che oggi è autorizzata allo studio di dati provenienti dai pozzi geotermici realizzati nel passato, oltre ad effettuare rilievi geologici di superficie e analisi di laboratorio su campioni di gas, fluidi e rocce prelevati in sito.

Questa fase di studio, che si sostanzierà nella valutazione del potenziale della licenza “Cesano” di Vulcano, è anche il primo tassello della collaborazione ufficializzata oggi tra l’azienda tedesca ed Enel Green Power, che oggi gestisce in Toscana il più antico complesso geotermico al mondo.

L’accordo firmato da Enel e Vulcan mette così a fattore comune le rispettive competenze nella geotermia e nell’estrazione del litio per sviluppare iniziative congiunte, nel sito laziale e non solo: oltre a Cesano, l’accordo intende infatti esaminare le prospettive di ulteriori sviluppi in tema di litio geotermico, a partire dall’area in questione ma non escludendo ulteriori collaborazioni in Italia e all’estero.

«Accogliamo con favore l’opportunità di collaborare con Enel Green Power nello sviluppo del litio geotermico.

In qualità di maggiore produttore di energia geotermica rinnovabile in Italia, EGP è leader nel proprio settore e ha rapporti solidi e positivi nella regione. Siamo ansiosi di lavorare con EGP per offrire un contributo duraturo e sostenibile alla comunità locale», dichiara Francis Wedin, alla guida di Vulcan.

«La geotermia è una fonte di energia rinnovabile che ha davanti a sé notevoli prospettive di sviluppo, e su cui Enel Green Power ha puntato con convinzione, tanto da diventarne leader mondiale – aggiunge Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Enel Green Power e Thermal Generation Italia – Ecco perché siamo particolarmente lieti di questo accordo, che ci permetterà, lavorando al fianco di un partner di eccellenza come Vulcan, di esplorare le promettenti opportunità legate al litio geotermico e al calore della terra».

Del resto, queste opportunità non mancano.

A fine 2021 Vulcan ha siglato con Stellantis (ex-Fiat) un primo contratto di fornitura per 81-99mila tonnellate di idrossido di litio geotermico provenienti dall’Alto Reno (Germania) nell’arco di cinque anni, recentemente raddoppiato a 10 anni con un investimento azionario di Stellantis in Vulcan per 50 milioni di euro, con l’ex-Fiat divenuta ormai il principali cliente – nonché importante azionista – della società tedesca.

In particolare, l’investimento azionario contribuirà all’aumento delle trivellazioni nel suo campo di produzione nell’alta valle del Reno per l’espansione produttiva prevista da Vulcan.

La società sta già producendo energia geotermica in questo suo sito e, nell’ambito del progetto Zero Carbon Lithium™, prevede di produrre idrossido di litio senza combustibili fossili e con un’impronta netta di carbonio pari a zero.

«Questo investimento altamente strategico in un’azienda leader nel settore del litio ci consentirà di creare una catena del valore resiliente e sostenibile per la nostra produzione europea di batterie per veicoli elettrici», ha sottolineato Carlos Tavares, ceo di Stellantis.

Stellantis ha infatti annunciato l’obiettivo di coprire entro il 2030 il 100% del mix di vendite di autovetture elettriche a batteria in Europa e il 50% di autovetture e veicoli commerciali leggeri negli Stati Uniti. Per raggiungere l’obiettivo servirà molto litio, meglio se geotermico.