Home Cosvig Urge la riqualificazione energetica

Urge la riqualificazione energetica

874
0
CONDIVIDI

Lo scenario delineato nel III Forum Ipsoa: il livello dei consumi si attesta a circa 160 kWh/mq anno
Il 64%degli edifici ha impianti poco efficienti e dispendiosi

Fonte: Italia Oggi

Autore: di Tancredi Cerne

Le case degli italiani hanno impianti poco efficienti, in cui le caldaie tradizionali, adottate dal 64% delle famiglie, superano nettamente le tecnologie che offrono maggiore risparmio, come quella a condensazione (18%) o le pompe di calore. Nonostante questo, l’attenzione nei confronti dell’efficienza energetica sembra davvero molto elevata nella penisola. Tanto che il 43% è disponibile a valutare ed eventualmente realizzare interventi di riqualificazione, mentre il 13%, ovvero circa 3,3 milioni di famiglie, dichiara di aver programmato, nel corso dei prossimi 12 mesi, interventi per efficientare le proprie abitazioni. I dati, emersi dall’Osservatorio sull’efficienza energetica commissionato da Domotecnica in partnership con Enel Energia, mettono in luce la forte determinazione mostrata ai cittadini per l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Vuoi per ragioni economiche, vuoi anche per motivi di tutela dell’ambiente. O entrambe le cose. Ma una cosa, comunque è certa: il panorama abitativo italiano, realizzato per il 50% fra il 1945 e il 1980 senza particolari accorgimenti per limitare le spese energetiche, risulta certamente più scoraggiante di quanto registrato in altri paesi d’Europa. A tal punto che il livello medio dei consumi da parte delle case italiane si attesta oggi a circa 160 kWh/mq anno, pari al doppio di quanto si potrebbe ottenere a seguito di una buona ristrutturazione energetica.
«Intervenire sul patrimonio edilizio esistente, oltre che una necessità, rappresenta un’opportunità formidabile per cogliere obiettivi di riduzione dei costi energetici sia per i singoli che per la collettività», ha spiegato Alberto Cacciani, amministratore delegato di Gesta spa, in occasione del III Forum Energia 2012, organizzato da Ipsoa. «Le attività di riqualificazione degli immobili residenziali realizzate in Italia fino a oggi hanno portato a un risparmio energetico superiore ai 2.000 GWh/anno e a una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 430 kt/anno (in particolare sui consumi per riscaldamento invernale, quasi 70% del totale)», ha continuato Cacciani. «Questo segmento di mercato presenta ancora una domanda potenziale molto elevata, da sostenere utilizzando le politiche fiscali già sviluppate negli ultimi anni». Secondo il numero uno di Gesta, per esempio, nella sola regione Emilia Romagna la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (sia privato che pubblico), presenta un potenziale mercato di pari a circa 15 miliardi di euro per i prossimi dieci anni. Dall’installazione di pannelli fotovoltaici, al rifacimento dell’involucro dell’edificio, fino ad arrivare alla sostituzione di impianti per la climatizzazione, gli interventi che si possono mettere in atto per migliorare il livello di efficienza della propria abitazione sono davvero molteplici. Con un unico comune denominatore: la convenienza fiscale. Se è vero infatti che nel medio-lungo periodo gli interventi energetici consentono un abbattimento delle bollette, è anche vero che gli investimenti iniziali possono risultare piuttosto onerosi. Di qui, la volontà dello stato di favorire la transizione delle abitazioni verso la sostenibilità attraverso l’innalzamento delle detrazioni dal 36 al 55%.
Anche il Fisco tende una mano alla sostenibilità. Per i prossimi sette mesi sarà infatti possibile sfruttare i benefici fiscali per la riconversione energetica degli immobili introdotti dal governo e prorogati fino al 30 giugno 2013 dalla legge 134 del 7 agosto 2012. Dal 1° luglio prossimo, infatti, il sostegno del Fisco a chi vorrà intervenire sui propri immobili per migliorarne l’efficienza energetica scenderà dal 55% al 36%, equiparando di fatto l’efficientamento alle normali opere di ristrutturazione edile. Entrando nel dettaglio della normativa in vigore, la legge prevede il riconoscimento di detrazioni d’imposta del 55% delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, fino a un limite massimo di detrazione, diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti: 100 mila euro per la riqualificazione energetica di edifici esistenti, 60 mila per l’installazione di pannelli solari o rifacimento dell’involucro dell’edificio, e 30 mila euro per la sostituzione di impianti per la climatizzazione invernale. Riduzioni, queste, applicabili all’Irpef e all’Ires, concesse a patto che gli interventi consentano di incrementare il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. La prova dell’esistenza dell’immobile può essere fornita dalla sua iscrizione in catasto, oppure dalla richiesta di accatastamento, ma anche dal pagamento dell’Imu, nel caso in cui questa sia dovuta. In base alla legge, inoltre, non risultano agevolabili le spese effettuate in corso di costruzione dell’immobile. Mentre in caso di ristrutturazione senza demolizione o ampliamento la detrazione spetta solo per le spese riferibili alla parte esistente. Ma quali sono i soggetti che possono usufruire di queste agevolazioni? La legge stabilisce che, «hanno diritto alle detrazioni tutti i contribuenti residenti e non residenti in Italia, anche se titolari di reddito d’impresa, che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto di intervento». In particolare, sono ammessi all’agevolazione le persone fisiche, le società di persone e di capitali, le associazioni tra professionisti e gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. Tra le persone fisiche possono fruire dell’agevolazione anche i titolari di un diritto reale sull’immobile, i condomini (per gli interventi sulle parti comuni), gli inquilini e chi detiene l’immobile in comodato. Ma con una precisazione. I benefici per la riqualificazione energetica degli immobili spettano solo a chi li utilizza effettivamente. Pertanto, per una società non è possibile fruire della detrazione in riferimento a immobili locati. Oltre a questo, non possono beneficiare dell’agevolazione le imprese di costruzione, ristrutturazione edilizia e vendita, in caso di spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica su immobili oggetto della loro attività di compravendita.