Bravi: «Stiamo cercando di dare sempre più importanza a quei territori che possono contribuire a centrare gli obiettivi della transizione energetica tramite la geotermia»
La geotermia ha ancora molte potenzialità latenti da poter esprimere nel nostro Paese, che pure è stato il primo al mondo – grazie all’esperienza toscana – in grado di produrre energia rinnovabile dal calore presente nel sottosuolo: potenzialità che ora sono più che mai necessarie, per poter ridurre la dipendenza energetica dall’estero percorrendo al contempo la strada della transizione ecologica.
«Oggi siamo praticamente sotto ricatto energetico dai Paesi esteri ed è un grave problema, che non può più essere nascosto sotto il tappeto, come si fa con la polvere – spiega Emiliano Bravi, presidente del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG), contattato dal periodico Toscana Economy – Attualmente la geotermia copre il 30% del fabbisogno della Regione Toscana, ma perché non la sfruttiamo di più? Lo Stato, le Regioni, i Comuni devono dire chiaramente chi sarà il gestore ad occuparsi della transizione ecologica ed energetica. Ed è necessario snellire anche le procedure, perché dal momento in cui si approva un progetto e lo si avvia, questo è già vecchio. L’Italia al momento non sta sfruttando tutte le sue potenzialità, spesso per paura e perché non si vuole perdere consensi immediati, che però sono effimeri. Occorre avere una visione, una conoscenza profonda dell’argomento per non essere ricattabili e raggiungere finalmente l’indipendenza energetica».
Per farlo però occorre innanzitutto rimuovere gli ostacoli di carattere culturale che frenano lo sviluppo della geotermia, una fonte rinnovabile ancora poco conosciuta nonostante i progressi maturati negli ultimi anni: «Facciamo ancora fatica a far percepire correttamente la realtà della geotermia – conferma la dirigente CoSviG Loredana Torsello – che ad oggi è limitata in una piccola parte della Toscana. Eppure siamo uno dei centri di know-how più importanti al mondo, rispetto ad esempio ad Islanda, Turchia e Stati Uniti. Purtroppo troppo spesso non diamo il giusto valore a quello che abbiamo in casa e soprattutto non si è ancora compreso il potenziale enorme che potrebbe riguardare anche aree diverse da quella attualmente interessata. Una parte del nostro lavoro quindi è volta a far conoscere la geotermia, i suoi territori e le tante opportunità che possono emergere in chiave imprenditoriale e come investimenti».
Un’occasione fondamentale per far conoscere le potenzialità della geotermia a livello nazionale arriverà a Roma nelle prossime settimane, quando si aprirà il sipario sugli Stati generali della geotermia – il primo evento di questa portata organizzato nel nostro Paese –, un appuntamento che vede anche CoSviG in regia: «Stiamo organizzando, in collaborazione con il Collegio Nazionale dei Geologi e con la Piattaforma Geotermia, gli Stati Generali della Geotermia, in programma nella capitale il prossimo16 giugno. Finalmente parleremo compiutamente anche in Italia di geotermia e affronteremo tanti argomenti, comprese le paure che spesso ancora oggi suscita. Sarà un’occasione importante perché il mondo della politica, della ricerca, delle imprese e dei territori, riusciranno a parlarsi», spiega Torsello.
«Oggi il Consorzio è un cantiere aperto e lo stiamo trasformando e adeguando alle necessità e ai tempi, anche se non dobbiamo dimenticare i bisogni delle Amministrazioni comunali e della Regione, ad esempio l’ammodernamento delle strade all’interno dei territori geotermici. Stiamo cercando di dare sempre più importanza a quei territori che possono contribuire a centrare gli obiettivi del risparmio energetico e della transizione tramite la geotermia, ma soprattutto vogliamo far capire che questa non è la Toscana minore, è una Toscana diversa ma comunque famosa e apprezzata in tutto il mondo – argomenta Bravi – Non siamo solo un Consorzio di Comuni che fa progetti per gli enti locali. Noi cerchiamo di essere un’agenzia di sviluppo portando avanti anche altre attività, andando a cercare investitori, in Italia e all’estero, interessati ad un settore che non riguarda solo la fornitura energetica, ma spazia dallo sviluppo industriale e civile all’agricoltura e al turismo. C’è una Toscana meno blasonata che ultimamente sta riscuotendo molto successo, perché c’è il desiderio di un turismo diverso, più tranquillo, che dia la possibilità alle famiglie di conoscere il territorio, di cui fanno parte anche le centrali geotermiche e i vapordotti. La richiesta sta aumentando e negli ultimi tre anni molti sindaci hanno invertito la rotta e iniziato a vedere le rinnovabili come un valore aggiunto per far conoscere il territorio, contribuendo a far uscire la geotermia dalla nicchia in cui si trova, istruendo le persone che conoscono molto poco l’argomento e quel poco che conoscono ha spesso connotazioni negative e piene di pregiudizi».