Home Cosvig Arriva dalla geotermia l’energia rinnovabile per l’innovazione tecnologica della Toscana

Arriva dalla geotermia l’energia rinnovabile per l’innovazione tecnologica della Toscana

Bravi: «Stiamo creando un Consorzio che sia base portante per la transizione ecologica del territorio»

1863
0
CONDIVIDI

Bravi: «Stiamo creando un Consorzio che sia base portante per la transizione ecologica del territorio»


Il calore della Terra è la principale fonte rinnovabile presente in Toscana, quella su cui poggiare oggi l’architrave della transizione ecologica, ma si sta caratterizzando sempre più anche come una risorsa in grado di unire la sostenibilità ambientale al progresso tecnologico di tutta la Regione.

Grazie all’impegno profuso dai territori geotermici, queste potenzialità si stanno già esprimendo ad esempio nell’area sperimentale di Sesta Lab a Radicondoli, come testimonia la recente visita dall’assessore regionale all’Economia Leonardo Marras, e molte sono le potenzialità che restano da poter esplorare: dalla produzione di idrogeno a quella del litio, dalla valorizzazione dell’ammoniaca al raffreddamento utile ai data center, alla sostituzione delle caldaie a gas grazie al calore geotermico.

Come spiega il presidente del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG), Emiliano Bravi, la geotermia in Toscana «è da sempre il principale volano per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, un tema sul quale purtroppo è stato perso troppo tempo negli ultimi anni. Come mostrano drammaticamente le crescenti tensioni geopolitiche, l’eccessiva dipendenza dell’Italia dall’import di combustibili fossili ci rende esposti a crisi che oggi si stanno abbattendo sulle bollette di cittadini e imprese. Oggi sembra scontato decidere di sviluppare le fonti rinnovabili che abbiamo in casa, a partire dalla geotermia, come stanno chiedendo a gran voce sia gli ambientalisti sia la Confindustria, ma ora è il momento di decidere davvero e presto cosa volgiamo fare, a partire dalle concessioni in scadenza al 2024. È necessario rafforzare il ruolo degli Enti locali e sottolineare l’importanza delle loro scelte, anche perché la geotermia sta mostrando sempre maggiori potenzialità non solo per la produzione di energia rinnovabile ma anche per l’innovazione tecnologica dei territori».

Già oggi la geotermia è infatti grado di coprire il 34% dei consumi regionali di elettricità, pari al 70% di tutta l’elettricità da fonti rinnovabili prodotta in Toscana: le 34 centrali geotermoelettriche gestite da Enel producono circa 5,7 TWh l’anno, quanto basta ad evitare il consumo di 1,1 MTep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) e l’emissione in atmosfera di 3 Mt di CO2eq.

Alla partita dell’elettricità si aggiunge poi quella del calore, con 9 Comuni geotermici forniti dal teleriscaldamento – si tratta di circa 13mila utenti, comprese varie realtà industriali – e una produzione di calore pari a circa 454 GWh, in grado di evitare l’emissione di altre 121mila tonnellate di CO2eq.

Ma le opportunità di diversificazione economica e progresso tecnologico sono molto più ampie.

«La generazione di elettricità è fondamentale ma la geotermia non è solo questo, e quanto abbiamo fatto sia nel distretto geotermico tradizionale sia in quello amiatino deve essere solo un punto di partenza per andare ancora oltre – argomenta Bravi – Abbiamo dimostrato che la geotermia può essere un alleato prezioso per l’agricoltura di qualità e le attività serricole, come anche per il turismo sostenibile. Ora è il momento di approfondire anche il contributo che questa fonte rinnovabile può dare a tutte quelle imprese attive nella filiera del calore e del raffrescamento, oltre alla grande opportunità dell’innovazione tecnologica: lo sviluppo di Sesta Lab, ad esempio, mostra che la geotermia rappresenta un’opportunità in tal senso per tutta la Regione, come testimonia da ultimo la la vicinanza dimostrata al progetto dall’assessore Marras».

Il percorso di sviluppo imboccato da Sesta Lab rappresenta uno dei principali frutti prodotti dal nuovo corso intrapreso da CoSviG negli ultimi due anni, sbocciato nonostante le difficoltà segnate dalla pandemia.

«In questi due anni CoSviG ha rafforzato le proprie fondamenta, e ora oltre ad essere uno strumento dei soci per la gestione dei fondi geotermici di competenza è molto di più – conclude Bravi – Stiamo creando un Consorzio che sia base portante per la transizione ecologica di tutta la Toscana, un percorso in cui la Regione ci è vicina come anche i Comuni soci, e che prossimamente troverà una nuova accelerazione con la definizione di Sesta Lab come spin-off dedicata a ricerca e sviluppo, e il conseguente completamento dell’iter che porterà il Consorzio ad essere società in house della Regione».