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Energia.«Dagli incentivi per l’efficienza più ricchezza e posti di lavoro»

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Documento comune di Confindustria e sindacati

Fonte: Il Sole24ore

Autore: F.Re.

 

Vale oltre un milione e mezzo di posti di lavoro in più e oltre mezzo punto di Pil aggiuntivo ogni anno la ricetta per promuovere l’efficienza energetica lanciata, con un documento comune, da Confindustria e sindacati confederali. Che chiedono al Governo, insieme, di aprire un "tavolo" di confronto nell’ambito delle nuove misure per la promozione dello sviluppo.
Premessa: il successo degli incentivi fiscali messi finora in campo per promuovere il miglior uso dell’energia negli edifici ha prodotto (lo testimoniano autorevoli studi indipendenti) un saldo netto positivo anche per le dissestate casse dello Stato, considerando le risorse pubbliche stanziate e i ritorni in termini di benefici energetici globali per il paese e di entrate fiscali prodotte dal maggior volume di affari generato.
Ed ecco – si ribadisce nel documento, aggiornando le proiezioni già elaborate da Confindustria – che anche con una semplice proroga al 2020 degli attuali incentivi per l’efficienza dando così certezze all’industria e agli investitori «si può generare un effetto cumulato nel decennio di un aumento della produzione diretta ed indiretta a livello nazionale di quasi 240 miliardi di euro e la creazione di oltre 1,6 milioni di posti di lavoro, con un incremento del Pil medio dello 0,6% annuo».
Questo anche perché «in termini di benessere sociale» il risparmio cumulato al 2020 per la bolletta energetica italiana potrebbe essere «di oltre 25 miliardi di euro» a cui potrebbero aggiungersi oltre 5 miliardi di "risparmi" nelle quote di Co2 che il nostro pese dovrebbe altrimenti acquistare per fronteggiare le maggiori emissioni che il Piano proposto da Confindustria e sindacati si propone di evitare.
Nel documento si ipotizza una terapia "minima" di mantenimento dell’attuale regime generale di incentivazione con un orizzonte al 2020 che confermi in particolare le attuali detrazioni del 20% negli apparti ad alta efficienza (illuminazione, elettrodomestici, motori, inverter) oltre alle detrazioni di imposta decennale del 55% nelle opere edilizie e per l’installazione di caldaie a condensazione e pompe di calore, da affiancare agli attuali incentivi per la cogenerazione.
Ma Confindustria e sindacati non si limitano agli auspici comuni. Anche la contrattualistica – promettono – darà adeguato riscontro all’impegno comune sull’efficienza energetica. Definendo «all’interno degli accordi contrattuali di secondo livello fattori premianti legati a comportamenti virtuosi in materia di efficienza energetica ed ambientale».