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L’efficienza energetica diventa un obbligo

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Le ricadute della direttiva appena varata dal Parlamento Ue verranno analizzate all’Italian energy summit di Milano

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Andrea Curiat

L’efficienza energetica diventa obbligo di legge. Lo stabilisce la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica, approvata dal Parlamento Ue l’11 settembre (e in vigore dopo il via libera del Consiglio e la pubblicazione sulla Gazzetta comunitaria; entro 18 mesi, infine, il recepimento nei paesi membri). Una normativa-quadro importante, che trasforma il tema dell’uso più efficiente dell’energia da ambizione politica a obbligo vincolante per gli Stati Ue. Ma la strada verso un uso migliore dell’energia è ancora lunga e passa attraverso un cambiamento di mentalità collettivo, oltre che dalle discontinuità normative. È questo il parere di alcuni tra i principali esperti che saranno coinvolti nel l’Italian energy summit del Gruppo 24 Ore, a Milano dal 24 al 27 settembre.
Per Mario Gamberale, coordinatore del gruppo di lavoro fonti rinnovabili del Kyoto Club e relatore del summit, «le novità principali della direttiva sono l’introduzione del green public procurement per le pubbliche amministrazioni, l’obbligo per i distributori di gas ed energia di raggiungere precisi obiettivi quantitativi di efficienza energetica, e l’individuazione di soglie di risparmio sui consumi per gli edifici pubblici». Il green public procurement, in particolare, porterà gli enti pubblici a tenere in considerazione i criteri di impatto ambientale e sostenibilità quali fattori determinanti prima di concedere un appalto o acquistare forniture di beni e servizi. Secondo Gamberale, dinanzi alla normativa in arrivo, l’Italia ha una posizione bivalente: «Da un lato abbiamo un tessuto industriale in cui l’efficienza energetica raggiunge livelli abbastanza elevati. Il risultato positivo è legato all’alto costo dell’energia in Italia, per cui le industrie e soprattutto i grandi gruppi energivori hanno da tempo adottato best practice di efficienza e risparmio sui consumi quali veri e propri metodi di sopravvivenza».
Ma, dal lato dell’efficienza energetica nel terziario e soprattutto nell’edilizia «siamo molto al di sotto della media europea; la nuova normativa comporterà un grande sforzo per l’edilizia pubblica». Su un fronte l’Italia è all’avanguardia: «La normativa comunitaria riprende il sistema di white certificates già adottato e perfezionato dall’Italia. Ci troveremo, quindi, un passo avanti rispetto agli altri Paesi. Proprio quando l’Europa ci prende ad esempio, però, in Italia si diffonde un clima di incertezza perché il Governo è in grave ritardo nella definizione dei nuovi obiettivi del programma», conclude Gamberale. E nel lungo periodo?
Per Stefano Besseghini, amministratore delegato Rse (Ricerca sistema energetico), il futuro dell’efficienza energetica passa per tre strade: «Prima di tutto l’adozione di sistemi a pompa di calore, molto più efficaci delle tradizionali caldaie. Attualmente le pompe di calore soddisfano circa l’8% della domanda complessiva di riscaldamento degli edifici residenziali e del settore terziario. È necessario che nel 2020 la percentuale salga almeno al 20%, se si vuole sia verificato il contributo atteso dalle pompe di calore per il raggiungimento degli obiettivi di utilizzo di energia rinnovabile al 2020». Il secondo elemento di innovazione è dato dalla domotica, che permette di gestire automaticamente e ottimizzare i consumi domestici di energia. «Il terzo obiettivo di lungo periodo è dato dalla creazione delle smart grid: un vero cambio di paradigma per il sistema italiano di produzione e trasmissione dell’energia, indispensabile per integrare le fonti rinnovabili e concedere all’utente non più un ruolo passivo, ma attivo».
Un esempio di efficienza in un settore energivoro arriva da Romano Stasi, segretario generale di Abi Lab: «Circa il 75% delle banche, oggi, compila bilanci sociali descrivendo anche le proprie azioni di efficienza energetica. Queste si concentrano, ad esempio, sul rinnovo degli impianti, dell’involucro edilizio, dell’illuminazione, dei serramenti e del condizionamento e riscaldamento delle filiali. Abi Lab ha dato il via a un monitoraggio dei consumi energetici di 3.500 filiali in tutta Italia, per indicare le linee guida per migliorare l’efficienza energetica del comparto».