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Alternative ecologiche all’aria condizionata: intervista all’esperto Davide BazziniAlternative ecologiche all’aria condizionata: intervista all’esperto Davide Bazzini

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È possibile contrastare l’afa e le ondate di calore senza ricorrere ai climatizzatori? Eco dalle Città lo ha chiesto all’esperto Davide Bazzini, che ha citato tecniche ecologiche ed efficienti come il teleraffrescamento, il raffrescamento passivo e le pareti verdi per interni

Fonte: Eco dalle Città

Autore: Silvana Santo

Vento caldo, livelli di umidità proibitivi, siccità e temperature da record. L’estate 2012 è stata, per la maggior parte degli Italiani, un’esperienza “torrida”, tanti che sempre più famiglie non esitano a ricorrere all’aria condizionata per trovare un po’ di refrigerio. Eppure, le alternative al climatizzatore esistono e sono spesso più ecologiche e meno dispendiose. Vanno dal classico ventilatore alla scelta di indumenti leggeri e comodi, dalle misure di adattamento al cambiamento climatico su scala cittadina ai sistemi di raffrescamento non elettrici. Proprio su queste tecniche ancora non molto conosciute Eco dalle Città ha intervistato Davide Bazzini, esperto di riscaldamento globale, verde urbano e sistemi di adattamento alle ondate di calore.

Dottor Bazzini, esistono delle alternative efficaci all’aria condizionata?
Certamente. A cominciare dalle tecniche di raffrescamento passivo che coinvolgono l’involucro delle case. Rivestendo con delle apposite pellicole le coperture degli edifici, è possibile migliorare la capacità di scambio termico delle coperture degli edifici. Opportunamente trattate, le coperture possono infatti massimizzare gli scambi di calore tra l’interno e l’esterno della casa, sfruttando ad esempio l’escursione termica tra giorno e notte, anche quando questa è minima.

Si spieghi meglio.
In pratica, questo sistema funziona in modo simile alle classiche coperte termiche in alluminio e polietilene: se utilizzate da un lato, sono in grado di mantenere il calore, se voltate dall’altra parte permettono di mantenere le basse temperature. Funziona così anche per gli edifici: applicando speciali pellicole molto chiare si riesce a massimizzare la dispersione del calore all’esterno e a limitare l’ingresso dell’aria calda. Lo stesso si può ottenere con delle coperture vegetali come i “tetti verdi”, che sfruttano l’evaporazione attuata dalle piante per rimuovere calore dalla superficie degli edifici.

Si tratta di tecniche molto diffuse?
Nel resto d’Europa queste tecnologie si sono ormai affermate, ma in Italia restano ancora in fase di sperimentazione. A incidere sulle difficoltà di diffusione non è soltanto la conoscenza ancora marginale di questi sistemi, ma anche i costi che, vista la scarsa richiesta di mercato, sono ancora piuttosto alti. È un cane che si morde la coda, se aumentasse la domanda calerebbe anche il costo. Per questo occorrerebbero politiche di incentivazione mirate, che vadano al di là di quelle esistenti (la detrazione del 55%, ndr) e “spingano” queste tecnologie come è avvenuto ad esempio per il fotovoltaico. Solo in questo modo si potrebbe spingere installatori e imprese a proporre questo tipo di interventi, mentre adesso si tende a consigliare misure più tradizionali, come l’installazione di doppi vetri o di pannelli solari.

Incentivi a parte, quanto si risparmia con un intervento di questo tipo?
Ovviamente i tempi di recupero dell’investimento dipendono molto dalle condizioni di partenza dell’immobile e dalle caratteristiche climatiche del luogo in cui è ubicato, ma quel che è certo è che case passive con la massima efficienza possono arrivare a consumare solo 15-18 kilowattora per metro quadro all’anno, contro una media che, ad esempio, in Piemonte supera i 200 kwh/m2/anno. I margini di risparmio, come di vede, sono molto ampi, non solo sull’aria condizionata.

Tornando proprio all’aria condizionata, esistono alternative che non prevedono un intervento sull’involucro edilizio?
Una strada tecnologicamente molto flessibile è quella del cosiddetto teleraffrescamento, ovvero di sistemi che permettono di rinfrescare gli ambienti attraverso degli scambiatori di calore collegati a un sistema di serpentine che portano acqua fredda in giro per la casa. Si tratta della stessa tecnica già applicata con successo per il condizionamento invernale, grazie alle reti di teleriscaldamento che sono già abbastanza diffuse in diverse parti d’Italia, a cominciare dal Piemonte.

Come funziona questo sistema?
Il funzionamento è simile a quello di un frigorifero: attraverso una pompa di calore, un fluido viene raffreddato e mandato in circolo per abbassare la temperatura dell’aria. Questa tecnica viene già applicata con successo, anche in Italia, in ambienti molto grandi come poli ospedalieri e capannoni industriali, mentre manca ancora la diffusione in ambito domestico. Eppure, laddove esiste già una rete per il teleriscaldamento, basterebbe aggiungere un nuovo scambiatore di calore che funzioni “al contrario”. Si tratterebbe di un intervento non troppo complesso, in questo caso.

È comunque necessario un dispendio energetico, però…
Sì, è chiaro. Trattandosi di una pompa di calore, occorre comunque dell’energia per alimentarla, ma in ogni caso si tratta di una soluzione più efficiente rispetto all’aria condizionata. Scegliendo di installare climatizzatori ovunque, abbiamo preso la decisione peggiore: parlando per assurdo, sarebbe comunque più efficiente, dal punto di vista energetico, installare nelle case un sistema di teleraffrescamento alimentato dalla caldaia invernale piuttosto che montare un condizionatore in ogni stanza. In alcune situazioni, poi, questa tecnica si rivela ancora più ecologica. Penso ad esempio alle località in cui è possibile sfruttare l’energia geotermica: di solito viene usata solo per riscaldare, ma può funzionare benissimo anche per rinfrescare le case.

Quali altre tecnologie “non elettriche” potrebbero affermarsi nei prossimi anni?
Credo che l’uso del verde come componente di costruzione oltre che elemento d’arredo potrebbe diffondersi rapidamente negli anni a venire. Mi riferisco in particolare all’uso di pareti verdi anche all’interno degli immobili, che possono contribuire a rinfrescare gli ambienti e contrastare le ondate di calore.

Pareti verdi all’interno delle case?
Esatto. Esistono tecniche che permettono di realizzare vere e proprie pareti vegetali, oppure piastrelle dotate di un’intercapedine contenente terra e acqua, che consentono di disperdere meglio il calore. In Italia, per adesso, si vedono soltanto nelle fiere specializzate, ma sono convinto che nei prossimi anni si diffonderanno rapidamente.