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Gas, Prato conquista Grosseto

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Estra sbarca in Maremma con un’offerta tripla a quella dei concorrenti: la rete acquistata per 19 milioni di euro

Fonte: Il Tirreno

Autore: di Carlo Bartoli

Non accenna a placarsi la guerra del gas in Toscana. Dopo l’esito cruento dell’asta promossa dal Comune di Prato che ha visto Toscana Energia strappare a Estra, erede della vecchia municipalizzata Consiag, la rete gas del Comune di Prato, in questi giorni è Estra, la multiutility nata dalle ceneri delle vecchie società di Prato, Siena e Arezzo,ad aggiudicarsi la rete di distribuzione del gas della provincia di Grosseto. Con un’offerta di 19,06 milioni di euro, Estra reti gas ha acquistato il 59,4% del capitale di Gea, la società grossetana di distribuzione del metano, valorizzando quindi la società circa 32 milioni di euro. A vendere è Iren gas acqua, uno dei principali operatori del settore, nato dalla fusione di una serie di società del Nord Ovest. L’offerta presentata da Estra reti gas ha infatti sbaragliato il campo surclassando le offerte di Enel (6,2 milioni) e di Edison (7 milioni), mentre la proposta di acquisto di Toscana Energia non è stata accettata per una pregiudiziale ritenuta incompatibile con il bando di vendita. Iren acqua gas non ha ancora formalizzato l’annuncio perché sono ancora in corso le verifiche dei requisiti delle offerte, ma è scontato che la società guidata dall’ex assessore regionale Moreno Periccioli si sia aggiudicata l’acquisto delle quote, anche se Periccioli dichiara di essere all’oscuro dell’andamento della gara. Le azioni di Gea, che nel 2011 ha realizzato un utile netto di 2 milioni di euro ed ha alle sue dipendenze undici addetti, appartengono, oltre che a Iag, a Saira srl (20,9%), al Comune di Grosseto (20%) e, per una quota simbolica, al Comune di Campagnatico. Il valore di Gea è determinato dalla proprietà di circa la metà della rete gas grossetana (237 chilometri), mentre l’altra metà è del Comune di Grosseto che per l’affitto percepisce oltre 900mila euro l’anno. La rete di Gea conta circa 30mila utenze. Dopo l’acquisto della quota di Iren, c’è da supporre che anche il partner privato e il Comune di Grosseto si apprestino a monetizzare le proprie quote. «Noi abbiamo rinunciato a esercitare il diritto di prelazione sulle quote di Iren – spiega Paolo Borghi, assessore al bilancio del Comune di Grosseto – ma non abbiamo ancora deciso se vendere o meno. E’ probabile che questa decisione possa essere presa nei prossimi mesi, visto che in linea di massima siamo interessati a vendere, dato che con il 20% non possiamo neppure reclamare che gli utili vengano distribuiti agli azionisti. Discorso diverso per la rete di nostra proprietà che penso resterà a far parte del patrimonio comunale». L’acquisizione di Gea giunge un paio di mesi dopo la conclusione della guerra di Prato che ha portato Toscana energia a detronizzare Estra dalla gestione della rete pratese, un’operazione che porterà la società fiorentina a versare, nell’arco di dodici anni, oltre 30 milioni di euro al Comune di Prato e 90,5 milioni proprio a Estra, «proprietaria» dei tubi pratesi. Forte di un bel gruzzolo di milioni, la multiutility di Prato, Siena e Arezzo, cercherà quindi di rifarsi dello scorno della perdita di Prato, una delle reti a maggior densità di clienti e quindi molto appetibile. Prima dello sbarco a Grosseto, Estra reti gas si è infatti aggiudicata le reti di Follonica, di Rieti e di Magione, in provincia di Perugia. Da qui al 2014 (vedi scheda a fianco) c’è da attendersi un susseguirsi di aste e di piccole guerre tra le ex municipalizzate per contendersi la proprietà delle reti fisiche di distribuzione di metano, un business, spiegano gli esperti del settore, non certo esaltante come quello della commercializzazione del gas, ma comunque interessante. La gestione del transito del metano è un business a bassa remunerazione di capitale, ma sicuro e in questa fase di crisi le aziende del settore stanno riscoprendo il «fascino» dell’infrastruttura fisica, dopo l’ubriacatura commerciale con la corsa ad acquisire clienti. E i Comuni, alle prese con i tagli al bilancio, approfittano per fare cassa.
(ha collaborato Davide Guadagni)