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Rinnovabili, con i nuovi incentivi vince Archimede

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LA CORREZIONE SULLE TARIFFE RALLENTA IL FOTOVOLTAICO CLASSICO MA PUÒ METTERE LE ALI AL PROGETTO SUL SOLARE TERMODINAMICO BASATO SU TECNOLOGIE TUTTE ITALIANE. IL TEST DI PRIOLO E I COLLEGAMENTI CON IL MAXI PIANO DESERTEC

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Antonio Cianciullo

Potremmo ritrovarci, a sorpresa, esportatori di energia. I due recenti decreti sugli incentivi alle fonti rinnovabili hanno tagliato le gambe alla corsa di eolico e fotovoltaico, che stava cominciando a incidere sui profitti delle centrali a combustibili fossili, ma hanno lasciato campo libero al solare termodinamico a concentrazione. Si tratta di una filiera tutta italiana che potrebbe regalarci una voce d’attivo in una bilancia energetica schiacciata sotto il peso dell’import di petrolio e gas. E’ la rivincita di Archimede, che per primo usò il potere calorifico convogliato da grandi specchi per bruciare le navi romane che assediavano Siracusa. Lo stesso tipo di energia, con qualche affinamento messo a punto negli ultimi 22 secoli, sarà usato per trasformare la Sicilia in un laboratorio di sperimentazione del futuro e in un ponte commerciale verso la sponda Sud del Mediterraneo. «La prospettiva è quella aperta da Desertec, il piano europeo da 400 miliardi di euro per ricavare energia pulita dalle regioni del Nord Africa», spiega Gianluigi Angelantoni, presidente di Anest, l’associazione dei produttori di solare termodinamico. «Quel progetto sta già cominciando ad attuarsi. In Marocco e in Tunisia sono partiti i primi appalti per 260 megawatt. In Arabia Saudita, per preparare la stagione del post petrolio, hanno alzato la posta puntando a realizzare, a partire dal 2013, 25 mila megawatt da solare termodinamico. E noi a settembre lanceremo in Sicilia un patto con il territorio
per fare della regione un asse centrale di questa strategia mediterranea». Una strategia basata su tecnologie con il marchio made in Italy. Nel luglio del 2010, a Priolo, Enel ha inaugurato Archimede, una fattoria di 3 ettari in cui si coltiva il sole: è la prima centrale al mondo in cui l’energia viene catturata da specchi che si muovono come girasoli e accumulata sotto forma di calore in un serbatoio composto da sali che mantengono il loro potere energetico anche di notte. La novità di questo impianto sta proprio qui, nella capacità di immagazzinare l’energia. I 54 moduli con gli specchi la concentrano in 5 chilometri di tubi superisolati in cui, invece del tradizionale olio, scorrono sali fusi, un materiale che non si infiamma, non inquina e permette di raggiungere la considerevole temperatura di 550 gradi. Questo calore, che serve a produrre il vapore necessario ad azionare le turbine, si mantiene a lungo e può fornire energia anche dopo il tramonto: la forza del sole splende anche a mezzanotte. L’energia pulita diventa sempre disponibile. L’Italia dispone dei brevetti sui tubi ad alto isolamento messi a punto da Carlo Rubbia come presidente dell’Enea e da Angelantoni e può quindi giocare un ruolo importante in questa filiera ancora in fase iniziale (poco più di 2 gigawatt di potenza installata nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in Spagna). Anche perché i decreti appena firmati dai ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura vanno in questa direzione concedendo incentivi per 250 megawatt più una proroga di 24 mesi al raggiungimento del tetto (in questo modo si permette a chi aveva già cominciato a realizzare la centrale prima che la soglia venisse raggiunta di non perdere il proprio investimento). Il limite attuale di questa tecnologia è il prezzo, ancora alto: un impianto da 30 megawatt, che impegna 90 ettari lasciando però spazio a eventuali coltivazioni, costa 150 milioni. Al momento il chilowattora ha una tariffa leggermente più alta di quella da fotovoltaico, ma si dovrebbe dimezzare prima del 2020 garantendo la piena competitività con le fonti fossili. Anche perché lo sviluppo potenziale è enorme. La Sicilia da sola, burocrazia permettendo, può arrivare a 500 megawatt nel giro di 5 anni. Negli Stati Uniti si calcola un potenziale di 30 mila megawatt. Desertec ipotizza 60 mila megawatt solo sulla sponda africana del Mediterraneo: è il 30 per cento di tutta l’elettricità che serve all’Europa dei 27. «La filiera del solare termodinamico è perfettamente in linea con gli scenari descritti da Jeremy Rifkin», commenta Angelo Consoli, presidente del Cetri, il Circolo europeo per la terza rivoluzione industriale. «Da una parte lo sviluppo capillare del solare fotovoltaico, per offrire l’energia diffusa alle famiglie. Dall’altra gli impianti da 10-30 megawatt di solare termodinamico per le utenze industriali. La pressione congiunta di queste nuove fonti, che si integreranno sempre di più con le altre rinnovabili e con il sistema delle smart city, renderà non più eludibile la dismissione delle centrali a combustibili fossili che alimentano lo smog e il rischio climatico». Se già oggi in una giornata serena come l’ultima Pasquetta tra le ore 13 e le 14 il 64 per cento dell’energia prodotta in Italia è arrivato dalle rinnovabili e in Sicilia la percentuale ha raggiunto il 94 per cento attestandosi sul 60 per cento come media della giornata, con un sistema di rinnovabili basato sul mix tra fonti continue (solare termodinamico, biomasse, geotermia) e discontinue (fotovoltaico, eolico) il prezzo dell’energia è destinato a scendere. Due euro a megawattora per ogni punto percentuale in più di energia da fonti rinnovabili, secondo i calcoli di Terna.