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Approvati i decreti sugli incentivi alle rinnovabili

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I due decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica (Quinto Conto Energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas) hanno avuto il via libera definitivo, con la firma dei ministri dello Sviluppo Economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini e dell’Agricoltura Mario Catani.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Il nuovo regime –si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo Economico-permetterà di raggiungere e superare gli obiettivi europei sulle energie rinnovabili attraverso una crescita virtuosa, basata su un sistema d’incentivazione equilibrato e con forti ricadute sull’economia italiana tale da ridurre l’impatto sulle bollette di cittadini e imprese”.

E’ sempre la stessa nota che indica che “i Decreti pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). S’introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media)”.

Ma è proprio l’introduzione dei registri uno dei punti maggiormente criticati: «si è scelto un meccanismo che non promuove ma che anzi ostacolerà lo sviluppo di un settore che invece andava accompagnato con dolcezza per quel breve tratto che lo avrebbe portato alla grid parity e quindi a nessun incentivo» dichiara Francesco Ferrante, Vicepresidente del Kyoto Club. «Si è scelta una strada diversa –continua Ferrante- e questo è un errore grave sia perché perdiamo tempo nei confronti dei nostri competitori internazionali, sia perché il settore delle rinnovabili svolgeva una funzione anticiclica importante in fase recessiva e ora invece rischia di essere un effetto moltiplicatore della stessa con le tante annunciate richieste di cassa integrazione».

Il nuovo sistema entrerà in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per le altri rinnovabili.

«Con i due decreti firmati oggi (il 6 luglio ndr) –hanno dichiarato i ministri Catania, Clini e Passera– viene introdotto un sistema di incentivi moderno, sostenibile ed equo. L’energia rinnovabile è un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti che possono sviluppare una filiera produttiva nazionale, senza generare dannose competizioni con la produzione alimentare. Allo stesso tempo, con questi decreti si pone un freno alla crescita dei costi energetici per i cittadini e le imprese. La sostenibilità economica e ambientale sono i due cardini della strategia energetica del Paese».

Riguardo alle modifiche richieste in sede di confronto con l’Autorità per l’Energia e con la Conferenza Unificata e presentate con specifiche mozioni parlamentari che tenevano conto dei suggerimenti di Associazioni di categoria, la nota del Mise le presenta come “importanti e migliorative”. Ma così non la pensano gran parte delle associazioni che hanno aspramente criticato i decreti.

In particolare sono previsti: un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 Milioni di Euro annui -pari ad altri 10 Miliardi di Euro di spesa su 20 anni- suddivisi tra Fotovoltaico (200 Milioni) e non-Fotovoltaico (300 Milioni); una forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri; l’innalzamento delle soglie di accesso ai registri per tutte le categorie rilevanti. In particolare riguardo ai registri si prevede l’esenzione, per il fotovoltaico, per gli impianti a concentrazione, per quelli innovativi e per quelli realizzati da Amministrazioni Pubbliche, oltre che per quelli in sostituzione di coperture in amianto con una potenza massima di 50 KW. Inoltre, sono esentati gli impianti tra 12 e 20 KW che richiedono una tariffa ridotta del 20%.

E’ stato, inoltre, confermato un premio per gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto e per quelli con preponderante uso di componenti europei.
Un incremento degli incentivi sarà anche riconosciuto ad alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale, ad esempio: geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione ed innovativo.

E’ poi prevista una rimodulazione dei termini di pagamento dei certificati verdi e la priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole.
«Il conflitto tra la produzione di energia e la protezione del paesaggio -ha spiegato Clini- è un valore economico per il nostro Paese. Per quanto riguarda l’eolico e l’utilizzazione di grandi suoli agricoli per la produzione di fotovoltaico, noi abbiamo introdotto delle regole nuove e severe, che puntano sostanzialmente a restituire un equilibrio tra l’utilizzazione dei suoli per la generazione di elettricità da fonti rinnovabili e la protezione del paesaggio stesso. Dall’altro lato, nei primi tre anni di applicazione il valore molto elevato degli incentivi per le fonti rinnovabili nel nostro Paese ha generato sicuramente una speculazione finanziaria che ha determinato dei vantaggi economici molto importanti, ma a partire dal 2011 questa situazione è stata equilibrata. Oggi il valore è molto ridotto, è vicino al prezzo reale del costo di investimento, e gli incentivi stanno diminuendo».

Il ministro dell’Ambiente, nel corso di ‘Speciale Tg1 L’Inchiesta’ dello scorso 8 luglio, ha anche ricordato che gli incentivi muovono una filiera produttiva: «dal 2009 al 2011 in Italia si sono registrati 120 mila nuovi addetti soltanto nel settore delle rinnovabili. L’Italia ha speso una barca di soldi pubblici, e continua a spenderli, per sostenere attività industriali inquinanti che oggi hanno difficoltà a essere competitive a livello internazionale. Gli incentivi servono a rafforzare la produzione nazionale in un settore che è uno dei più importanti a livello globale per lo sviluppo delle tecnologie».