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Da Reykjavik un nuovo inizio per lo sviluppo sostenibile della geotermia nel mondo

L’impiego di questa fonte rinnovabile può crescere di 8-10 volte entro il 2050, e stanno nascendo gli strumenti per farlo sempre in modo sostenibile

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L’impiego di questa fonte rinnovabile può crescere di 8-10 volte entro il 2050, e stanno nascendo gli strumenti per farlo sempre in modo sostenibile


L’anno appena iniziato si presenta denso di opportunità e di altrettante sfide per lo sviluppo sostenibile della geotermia, in tutto il mondo e in particolare in Italia: uno scenario dove gli strumenti creati in seno all’ultimo World Geothermal Congress conclusosi a Reykjavik lo scorso ottobre – possono offrire bussole concettuali particolarmente preziose.

A partire dalla Dichiarazione di Reykjavik, che delinea una serie di principi e raccomandazioni per il comparto geotermico in modo da rafforzare il suo ruolo nella transizione energetica offrendo una fonte di energia rinnovabile, sostenibile e conveniente.

Il potenziale di crescita della geotermia è ormai chiaro: secondo L’International Renewable Energy Agency (IRENA) l’impiego di questa fonte rinnovabile può crescere di 10 volte nel riscaldamento/raffrescamento e di 8 volte per la produzione di elettricità, entro il 2050. Per raggiungere quest’obiettivo occorre però una visione comune, con principi chiari in grado di guidare già oggi lo sviluppo dei progetti geotermici.

In quest’ottica, la Dichiarazione di Reykjavik mette in fila tre principi e altrettante raccomandazioni ai decisori, incentrando l’attenzione sulla necessità di mettere sempre la geotermia al servizio delle comunità, dei cittadini e del clima – coinvolgendo le comunità locali e garantire loro opportunità di sviluppo – sostenibile; per farlo è necessario supportare la raccolta e condivisione delle informazioni geotermiche, comunicando al contempo in modo proattivo verso tutti gli stakeholder.

Soprattutto, il World Geothermal Congress è stata l’occasione giusta per piantare i semi di un nuovo modo di sviluppare la geotermia nel mondo tramite rigorosi standard di sostenibilità.

Si tratta di un metodo già adottato nel campo dell’energia idroelettrica, con l’International Hydropower Association (IHA) che ha infatti certificato e concordato con un ampio consiglio di governance multistakeholder un protocollo per la valutazione sulla sostenibilità degli impianti, per valutarne la performance mediante una matrice di 20 indicatori.

«Seguendo questo modello, a Reykjavik – come spiega il presidente dell’Unione Geotermica Italiana (UGI), Bruno Della Vedova – è stato siglato l’accordo fra IHA e l’International Geothermal Association (IGA) per procedere insieme alla costruzione di un analogo Standard di sostenibilità per il settore geotermico, che dovrà produrre le linee guida, e un Geothermal Sustainibility Assessment Protocol (GSAP): ovvero un protocollo che mira a valutare i progetti geotermici in funzione della loro sostenibilità, minimo impatto e compensazione delle comunità locali, durante tutte le fasi di progettazione, realizzazione, operatività e smantellamento degli impianti».