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Il solare scavalca l’eolico

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Energie rinnovabili: nel 2011 investimenti record per 257 miliardi di dollari
Italia nei “magnifici 7”, terza per consumo pro-capite e tira il mercato del fotovoltaico

Fonte: greenreport.it

Autore: Umberto Mazzantini

 

Secondo due nuovi rapporti dell’United Nations environment programme (Unep) e del Renewable energy policy network for the 21st Century (Ren21), «Il solare ha attirato di gran lunga quasi il doppio di investimenti rispetto all’eolico, guidando il settore delle energie rinnovabili per un altro anno da record, benché irto di sfide per l’industria».
"Global Trends in Renewable Energy Investment 2012" è la quinta edizione del rapporto Unep, si basa sui dati di Bloomberg New Energy Finance, e rappresenta ormai il punto di riferimento per i dati degli investimenti mondiali nelle energie pulite. L’Unep sottolinea che «nonostante un panorama di sempre più dura concorrenza per i produttori, gli investimenti totali nelle energie e nei e dei combustibili rinnovabili l’anno scorso sono aumentati del 17% raggiungendo il record di 257 miliardi di dollari, 6 volte maggiore rispetto al dato del 2004 e del 94% rispetto al totale del 2007, l’anno prima della crisi finanziaria mondiale. Sebbene l’aumento del 17% dello scorso anno sia stato significativamente inferiore alla crescita del 37% registrata nel 2010, è stato raggiunto in un momento di rapida caduta dei prezzi delle attrezzature per le energie rinnovabili e di forti pressioni sui bilanci fiscali nel mondo sviluppato».
Il "Ren21 Renewables 2012 Global Status Report", il rapporto di riferimento per il mercato, le politiche e l’industria  delle energie rinnovabili, rileva che «nel corso del 2011 le energie rinnovabili hanno continuato a crescere fortemente in tutti i settori di utilizzo finale: alimentazione, riscaldamento e raffreddamento dei trasporti. Le fonti rinnovabili sono cresciute fino a fornire il 16,7% del consumo globale di energia. Di questo, la quota fornita da biomassa tradizionale è leggermente diminuita, mentre la quota proveniente dalle moderne tecnologie rinnovabili è aumentata. Nel 2011, le tecnologie energetiche rinnovabili hanno continuato ad espandersi in nuovi mercati: circa 50 Paesi hanno installato energia eolica e l’energia solare fotovoltaica si è diffusa rapidamente in nuove regioni e Paesi. I collettori solari per acqua calda vengono utilizzati da più di 200 milioni di famiglie, così come in molti edifici pubblici e commerciali in tutto il mondo».
Il totale degli investimenti nell’energia solare ha fatto un balzo del 52% raggiungendo i 147 miliardi di dollari, spinto da una forte espansione del fotovoltaico sui tetti soprattutto in Italia e Germania, dalla rapida diffusione del piccolo fotovoltaico in altri Paesi, dalla Cina alla Gran Bretagna, e dai grandi investimenti su progetti a larga scala sul solare termico a concentrazione in Spagna e negli Usa.
Nel 2011 l’energia rinnovabile, escluse le grandi centrali idroelettriche, ha rappresentato il 44% di tutti i nuovi impianti di produzione di energia aggiunti a livello mondiale (nel 2010 era il 34%) e il 31% della nuova energia effettiva prodotta. Gli investimenti lordi nell’energia prodotta con combustibili fossili nel 2011 hanno raggiunto i 302 miliardi dollari, rispetto ai $ 237 miliardi nella produzione di energia rinnovabile, escluso il grande idroelettrico.
I primi 7 Paesi per produzione di elettricità da fonti rinnovabili (escludendo i grandi impianti idroelettrici) sono Cina, Usa, Germania, Spagna, Italia, India e Giappone, che da soli rappresentato circa il 70% del totale mondiale delle rinnovabili "non-idro". Se si guarda al consumo pro-capite di energia rinnovabile, l’Italia è addirittura terza, dopo Germania e Spagna,  e prima di Usa, Giappone, Cina e India. L’Ue nel 2011 produceva quasi il 37% della produzione mondiale di rinnovabili "non-idro", Cina, India e Brasile rappresentavano circa un quarto della produzione.
Gli Usa sono di nuovo a pochi passi dalla vetta della classifica degli investimenti nelle rinnovabili: nel 2011 hanno fatto un balzo in avanti del  57%, con 51 miliardi di dollari, grazie a tre significativi programmi d’incentivazione che stanno scadendo tra il  2011 e il 2012. Dopo aver guidato la classifica mondiale per  due anni, la Cina nel 2011 ha visto il suo vantaggio sugli Usa ridursi a solo 1 miliardo di dollari, dato che ha registrato investimenti nelle energie rinnovabili per 52 miliardi $, con un più 17%.
Un altro grande Paese emergente, l’India, segna un clamoroso + 62% grazie alla sua National solar mission che ha portato investimenti per $ 12 miliardi, l’espansione più veloce di qualsiasi grande mercato delle energie rinnovabili in tutto il mondo. In Brasile, c’è stato un aumento dell’8%, $ 7 miliardi. La concorrenza tra Paesi ed imprese  ha portato ad un drastico calo dei prezzi, soprattutto nel mercato del solare, «Una manna per gli acquirenti – dice l’Unep – ma non ai produttori, alcuni dei quali hanno cessato l’attività o sono state costretti a ristrutturare».
Eolico, solare termico e fotovoltaico stanno rapidamente espandendosi in nuove regioni e Paesi. L’energia geotermica ha preso piede in tutta la Rift Valley, in Africa orientale e in altre aree particolarmente vocate ed in tutto il mondo è in aumento l’interesse per il riscaldamento e il solare. Anche l’utilizzo di moderne tecnologie per le biomasse è in crescita in tutto il pianeta.
Per quanto riguarda la produzione di energia, le energie rinnovabili hanno rappresentato quasi la metà dei circa 208 gigawatt (GW) di produzione di elettrica aggiunta nel 20112 a livello globale. Eolico e solare fotovoltaico hanno rappresentato rispettivamente quasi il 40% e il 30% della nuova energia innovabile, seguiti dall’idroelettrico con quasi il 25%. Alla fine del 2011, il totale dell’energia rinnovabile mondiale aveva raggiunto i 1.360 GW, in crescita dell’8% rispetto al 2010; le energie rinnovabili ormai rappresentano più del  25% della "global power-generating capacity" totale (stimata in 5.360 GW nel 2011) e forniscono circa il  20,3% della produzione di elettricità mondiale.
All’inizio del 2012, almeno 118 Paesi, più della metà dei quali sono Paesi in via di sviluppo, avevano  obiettivi nazionali per le energie rinnovabili (un anno prima erano 96), anche se nei Paesi sviluppati si nota una politica di allentamento nel sostegno alle rinnovabili, «Questo indebolimento riflette le pressioni dell’austerità, in particolare in Europa – spiega l’Unep – e lo stallo legislativo nel Congresso degli Stati Uniti».
Un calo degli incentivi che, insieme a quello del valore delle azioni nel settore delle energie rinnovabili ed alla sovraccapacità nelle catene di produzione solare ed eolica, sta mettendo a disagio degli investitori che non gradiscono la direzione che le politiche di incentivo stanno prendendo sia nell’Ue che negli Usa.
Il direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, presentando i due rapporti ha sottolineato: «Quali che siano i driver della sua crescita forte e sostenuta, il settore delle energie rinnovabili è un fattore importante che sta aiutando molte economie nella transizione verso una green economy low carbon  ed efficiente in risorse. Questo invia un altro forte segnale di opportunità ai leader mondiali e ai delegati riuniti a fine mese in occasione del vertice Rio +20: e cioè che trasformare lo sviluppo sostenibile da un progresso a chiazze ad una realtà per sette miliardi di persone è realizzabile quando le tecnologie esistenti si uniscono a politiche ispiratrici e ad una leadership decisiva, E’ essenziale continuare le politiche governative che sostengono e alimentano la crescita del settore, e la "de-escalation" delle dannose controversie commerciali. In caso contrario, la transizione low carbon potrebbe indebolirsi  proprio nel momento in cui interessanti riduzioni dei costi stanno iniziando a trasformare l’economia».