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La settimana europea dell’energia sostenibile

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Dal 18 al 22 giugno 2012 si terrà la settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW), promossa dalla Commissione Europea che ha reso noto nei giorni scorsi le stime sulle rinnovabili al 2020.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Centinaia di eventi sono in fase di organizzazione in tutta Europa per la “Settimana europea dell’energia sostenibile”, indetta come ogni anno dalla Direzione Generale per l’Energia della Commissione Europea. Coinvolgerà centinaia di organizzazioni e individui di oltre trenta paesi, in cui sarà possibile partecipare ad eventi Energy Days ed attività volte alla diffusione e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e sull’importanza dell’efficienza energetica

Intanto la stessa Commissione fa sapere che nel 2020 il 20,6% dei consumi finali di energia dell’UE arriveranno dalle rinnovabili, stando a quanto contenuto nei piani nazionali per le energie rinnovabili dei 27 stati membri, raggiungendo quindi –almeno per questo punto- l’obiettivo della strategia europea 20-20-20. La stima della Commissione è contenuta in un documento interno che accompagna la comunicazione sulle energie rinnovabili presentata qualche giorno fa dal commissario responsabile, Gunther Oettinger, che si è anche detto critico riguardo ai decreti in via di promulgazione da parte dell’Italia, in particolare rispetto al cosiddetto V conto energia.

La Commissione UE ha dichiarato apprezzabili gli sforzi italiani per definire un sistema di incentivi correttamente bilanciato, ma ha criticato l’eccesso di adempimenti burocratici che rischiano di rendere impraticabile la bozza del "quinto conto energia".

Non si tratta da parte della Commissione, di un procedimento formale, visto che non ha competenza diretta sulle modalità di incentivazione, ma di una "segnalazione" critica, in particolare riguardo il meccanismo di iscrizione e validazione dei nuovi registri a graduatoria degli impianti che, sempre secondo Oettinger, rischiano di rendere «molto difficile se non impossibile, per i produttori indipendenti accedere al finanziamento dei progetti».

«L’obbligo di registrare i progetti con capacità superiore ai 12 kW per il fotovoltaico e ai 50 kW per altri progetti di tecnologie di produzione di elettricità rinnovabile -spiega la Commissione nella segnalazione– potrebbe funzionare come un deterrente capace di paralizzare proprio il segmento di mercato di piccola scala che la riforma mira a rendere prioritario».

La Commissione chiede anche una differenziazione nella riduzione delle tariffe elettriche a seconda della maturità e quindi dell’efficienza complessiva delle diverse tecnologie. Il richiamo di Bruxelles sollecita poi «periodi di transizione più lunghi di quelli attualmente previsti» per poter «accompagnare l’adattamento del mercato ai nuovi sistemi di incentivi e proteggere gli investimenti esistenti», anche perché «le procedure d’attuazione dei nuovi meccanismi d’asta non sono ancora state definite».

Bruxelles ricorda infine che restano ancora da adottare «i sistemi di sostegno per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento». Oltre alla «necessità di un’adozione tempestiva» di queste misure nella segnalazione di chiede «chiarezza» sulla prosecuzione del sostegno ai progetti di efficienza energetica con la pronta «definizione degli obiettivi per il 2020 del sistema di certificati bianchi».

Riguardo il traguardo del raggiungimento degli obiettivi di utilizzo delle fonti rinnovabili, secondo le previsioni di Bruxelles, la produzione di energia da queste fonti nell’Ue dovrebbe aumentare ad un ritmo del 6% l’anno, passando dai 99 milioni di tonnellate di petrolio equivalente del 2005 ai 245 milioni di tonnellate nel 2020.

In base alle proiezioni degli stati membri, la quota di rinnovabili nell’elettricità crescerà dal 19,4% del 2010 al 34% nel 2020, nel riscaldamento e raffreddamento dal 12,5% al 21,5% e nei trasporti dal 5% all’11%.

Le aspettative dell’industria Ue delle rinnovabili è ancora più alta dato che prevede che crescerà del 42% l’elettricità da queste fonti ; il 23,5% per riscaldamento e raffreddamento; 12% nei trasporti.

Le previsioni mettono, nel prossimo decennio al primo posto la crescita dell’eolico, con un balzo dal 2% al 14,1% dei consumi totali di corrente elettrica, seguito dal solare, che aumenterà dallo 0% al 3% dei consumi complessivi di elettricità.

In particolare per quanto riguarda la fornitura di elettricità, l’eolico fornirà il 40% di tutta l’elettricità prodotta da rinnovabili, contro il 25% del 2010, mentre solare termico e fotovoltaico aumenteranno dal 3% al 9%. Le biomasse daranno più o meno lo stesso contributo (dal 18% del 2010 al 19% del 2020) e si ridurrà quello dell’idroelettrico (dal 50% al 30%). Geotermico ed energia dalle onde marine nel 2020 saranno ancora marginali, rispettivamente con 1% e 0,5%.

La Commissione Ue ha anche ribadito la propria intenzione di punire –con procedure di infrazione- gli stati membri che non rispetteranno gli impegni presi con i piani nazionali sulle rinnovabili e l’obiettivo 20 20 20, definito nell’ambito della specifica direttiva. 

”Ritardi nella trasposizione della direttiva e le preoccupazioni dei soggetti interessati rispetto ai piani nazionali, mostrano che l’attuazione degli stati membri richiederà un regolare monitoraggio” da parte di Bruxelles, si legge nel documento della Commissione Ue che accompagna la comunicazione sulle fonti rinnovabili; il Governo europeo ”continuerà a valutare i progressi fatti dagli stati membri sulla base dei rapporti biennali richiesti dalla direttiva sulle rinnovabili” e vuole pubblicare il prossimo rapporto di valutazione dei Paesi Ue entro la fine del 2012.