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Decreto rinnovabili, buone le modifiche aspettando l’ok (non scontato) del Governo

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Le Regioni hanno dato il via libera ai decreti su fotovoltaico e rinnovabili elettriche, nel corso della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta ieri.

Fonte: greenreport.it

Autore: Fabio Tognetti*

Un parere favorevole che però è in qualche modo "vincolato" all’accettazione, da parte del Ministero dello sviluppo, di alcune modifiche e miglioramenti dei testi dei decreti.

Si prospetta quindi un iter rapido per i decreti che andranno ad incentivare il fotovoltaico e le altre fonti rinnovabili elettriche (ovverosia eolica, idraulica, oceanica, geotermica, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione, biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili). Il ministero, infatti, si è dimostrato disponibile ad accogliere alcune delle modifiche suggerite dagli enti locali e finalizzate a smussare le principali problematiche che erano insite nelle precedenti bozze (vedi fotovoltaico e altre rinnovabili elettriche), annunciando che i decreti saranno varati entro la "prossima settimana". Del resto, era fortemente necessario che l’iter si velocizzasse, anche in funzione dell’avvicinarsi della soglia dei 6 miliardi di euro del costo totale annuo (attualmente, secondo il contatore del GSE, siamo a circa 5,72 miliardi di euro) e del conseguente clima di incertezza legato alla data di entrata in vigore del Quinto conto energia.
Il MiSE, in un comunicato stampa di ieri sera, ha espresso «la propria soddisfazione per l’esito della Conferenza Unificata che, dopo un articolato confronto, ha fatto registrare il parere positivo di regioni, province e comuni sui due decreti relativi alle energie rinnovabili». Il ministero ha sottolineato come «nel corso della Conferenza, il Governo, in risposta alle richieste formulate da istituzioni ed enti locali, abbia proposto delle modifiche – a cui è legato il parere positivo – che verranno incorporate nei testi dei due decreti».
Sempre secondo il ministero «la versione finale dei due decreti terrà dunque conto dei pareri della Conferenza Unificata e dell’Autorità dell’Energia, oltre che dei suggerimenti migliorativi della Commissione Ue, confermando – con gli aggiustamenti concordati –  l’impianto generale del testo dal punto di vista degli obbiettivi in volumi, delle risorse messe a disposizione e degli strumenti di governo».
Non è semplice però entrare nel merito delle modifiche da "incorporare" nel testo dei due decreti, poiché, per adesso, non è trapelato molto. Secondo il Sole24ore, gli aggiustamenti probabilmente riguarderanno 5 punti:
  • 1) Innalzamento della soglia relativa all’accesso ai registri obbligatori per gli impianti.
  • 2) Aumento dello stanziamento complessivo assegnato ai nuovi meccanismi di incentivazione da 3 ad almeno 3,5 miliardi di euro.
  • 3) Reintroduzione del premio per il fotovoltaico in sostituzione delle coperture contenenti amianto.
  • 4) Reintroduzione del premio per gli impianti fotovoltaici realizzati con tecnologie made in Ue.
  • 5) Infine, saranno favoriti maggiormente gli impianti realizzati dal settore pubblico.
Ed infatti, soddisfazione per l’esito della conferenza è stata espressa anche dall’Anci. Enrico Borghi, delegato alla Montagna dell’Anci, ha sottolineato come le principali proposte da loro presentate alla Conferenza hanno riguardato per il fotovoltaico «l’accesso diretto alle tariffe incentivanti per impianti realizzati in sostituzione di coperture in eternit fino a 100 kW, per interventi che combinano la produzione di energia al risparmio energetico e per gli impianti di iniziativa pubblica fino a 30 kW, oltre ad un adeguato periodo di transitorietà a salvaguardia delle iniziative e degli investimenti già effettuati dai Comuni e dagli enti pubblici, prioritariamente per la realizzazione di interventi in aree di crisi industriale e per aree ambientalmente degradate».
Per quanto riguarda le altre fonti rinnovabili, l’Anci ha puntato alla «alla riconferma delle corsie preferenziali per gli interventi pubblici, soprattutto finalizzati al recupero di calore (cogenerazione)" proponendo di "inserire vincoli ambientali per l’accesso ai meccanismi di premialità (in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera), valorizzazione delle biomasse forestali a filiera corta, ciò anche al fine di favorire occupazione e salvaguardia ambientale e prevenzione del rischio idrogeologico. Tra le proposte dell’Associazione, inoltre, anche un periodo di transitorietà, come richiesto per il fotovoltaico, per gli interventi già avviati».
Resta adesso da verificare se le proposte degli enti pubblici saranno realmente accettate dal MiSE e che questo avvenga in tempi ragionevolmente brevi, in modo da poter dare una prospettiva certa e credibile alle molte aziende che operano nel settore delle FER e che oggi si trovano in una crisi molto difficile da superare, schiacciati da un lato da un’economia in recessione, dall’altro dalla profonda incertezza degli incentivi. Necessità che è stata recentissimamente ribadita dall’Unione Europea, che ha "bocciato" il nostro paese, proprio a causa dell’eccessiva burocrazia in tema di rinnovabili.
L’accettazione delle modifiche, al di là delle dichiarazioni, non è quindi così scontata, dato che nelle settimane passate il Governo aveva lasciato trasparire un’evidente ostilità nei confronti di eventuali cambiamenti alle bozze dei decreti. Come ha dichiarato il senatore Francesco Ferrante, «l’auspicio è che davvero il Governo mantenga i patti con le Regioni e gli Enti locali, e che questo pasticcio non ostacoli troppo lo sviluppo futuro del settore delle rinnovabili».