Dumas (EGEC): «I progetti geotermici possono apportare enormi benefici in termini di sviluppo locale ed energia pulita, come dimostra l’esempio toscano»
Nonostante il mercato geotermico italiano sia poco dinamico ormai da anni, il modello di sviluppo sostenibile delle comunità locali geotermiche realizzato in Toscana rappresenta un esempio cui guardare a livello internazionale.
Ne è convinto Philippe Dumas, segretario generale del Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica (EGEC), intervistato dal quotidiano greenreport.it a valle della pubblicazione dell’European geothermal market report 2020.
Non sono casuali dunque gli apprezzamenti spesi nel corso del tempo, dall’Islanda alla Turchia, nei confronti del modello toscano che vede nel Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) un perno centrale, espressione di soci interamente pubblici: dai Comuni, alle province di Siena e Grosseto, Unioni Montane e dei Comuni, sino ad arrivare alla Regione Toscana.
Anche secondo Dumas, si tratta «certamente di un’esperienza che può essere d’esempio anche in altri contesti. In tutta Europa vediamo il fiorire di iniziative a partire dalle autorità locali. E ciò dipende anche dal fatto che i progetti geotermici sono strettamente legati al territorio, al quale possono apportare enormi benefici in termini di sviluppo locale ed energia pulita tra le altre cose, come dimostra l’esempio toscano».
Un modello che da tempo ormai è operativo non solo per rendere sempre più sostenibile l’impiego della geotermia non solo sotto il profilo elettrico o termico, ma anche per massimizzarne le ricadute positive su altri comparti economici come quello agroalimentare: «Anche qui – conferma Dumas – l’Italia rappresenta un interessantissimo esempio. Già dal 2009, in Toscana è nata la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili (CCER), grazie ad un accordo tra Slow Food e CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), un ente a capitale pubblico che da anni promuove iniziative di sviluppo sostenibile dei territori geotermici e dell’intera Regione. La CCER riunisce imprese locali del settore alimentare, che utilizzano esclusivamente energie rinnovabili per la propria produzione: i prodotti sono i più svariati, andando da verdure, cereali e pizza, fino a olio d’oliva, vino e birra».