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La Conferenza Stato-Regioni rinvia l’esame dei decreti sugli incentivi alle rinnovabili

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La Commissione Ambiente ed Energia della conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nella seduta della scorsa settimana ha deciso di rinviare l’esame dei decreti del Governo sugli incentivi per le energie rinnovabili.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

«I nostri enti sono convinti –ha spiegato Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all’Energia della Regione Piemonte, coordinatore della Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni- che la strada migliore sia quella di avviare una mediazione che porti ad una posizione il più possibile condivisa tra gli Enti locali».

Questo il motivo per cui nella riunione a Roma della Commissione Ambiente ed Energia della conferenza delle Regioni e delle Province Autonome –si legge in una nota stampa della Giunta Regionale del Piemonte- ”le Regioni hanno deciso di rinviare l’esame dei decreti del Governo, predisposti dal Ministero dell’Ambiente, sugli incentivi per le energie rinnovabili».

«La materia assume un’importanza basilare -spiega ancora Massimo Giordano- non solo alla luce della produzione di energia da fonti rinnovabili e del conseguimento degli obiettivi europei di riduzione dei fattori di dipendenza dai combustibili fossili, ma anche rispetto alle tematiche ambientali -la riduzione dei fattori di cambio climatico legati alle emissioni di CO2- e a quelle agricole, per un minore impatto ed uso di risorse. Da qui la necessità di un attento esame delle proposte del Governo e del raggiungimento di una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili e su una marcata sburocratizzazione del meccanismo di accesso al registro degli impianti».

Secondo l’ultima ipotesi di mediazione emersa in Commissione, le Regioni potrebbero esprimere un parere positivo sul decreto qualora, oltre alle proposte illustrate in Conferenza unificata tecnica, su cui sembra già configurarsi un’ipotesi di avvicinamento tra le posizioni, fosse accolta la proposta di incrementare il tetto economico da 500 milioni di euro a 1 miliardo di euro ed escludere dagli impianti soggetti a registro quelli di potenza inferiore a 20 KW, quelli pubblici di qualsiasi potenza, nonché gli impianti con caratteristiche innovative e quelli a concentrazione.

«Abbiamo anche ribadito -ha concluso Giordano- la necessità di reintrodurre le premialità per le azioni consistenti nell’eliminazione dell’amianto dai tetti e nella riqualificazione ambientale della produzione energetica degli edifici, privilegiando l’uso di tecnologie e materiali prodotti nell’Unione Europea».

I segnali di distensione da parte del Governo vi sarebbero comunque già stati.

Nel corso della riunione tecnica della Conferenza Stato Regioni, in corso il giorno precedente la riunione in cui si è deciso il rinvio dell’esame, sarebbero infatti già state recepite dai tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, alcune proposte di modifica al Quinto Conto Energia avanzate dalla Commissione Ambiente.

Tra questi il sostegno al Made In Europe, che potrebbe diventare uno dei criteri con cui attribuire la priorità per l’accesso ai registri. L’utilizzo di componenti Made In Europe per gli impianti di potenza maggiore di 100 KW, potrebbe ricevere un riconoscimento con una tariffa premiante così come per gli interventi per la sostituzione dell’amianto con i pannelli fotovoltaici. La premialità sembrerebbe consistere in una tariffa di 3 centesimi cumulabili con una riduzione del 10% della tariffa base degli incentivi.

Un’altra modifica, che pare essere stata accolta, riguarda la proroga dell’entrata in vigore del nuovo sistema dal primo luglio al primo ottobre.

Per quanto riguarda l’innalzamento della taglia per gli impianti che possono accedere ai registri, è stata ipotizzata la differenziazione tra opere private ed opere pubbliche. Nel primo caso, resterebbe fermo il limite di 12 KW, mentre per le opere pubbliche potrebbe esserci un innalzamento fino a 50 KW.

A parlare delle possibili modifiche ai testi dei due decreti era stato anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso degli “Stati Generali delle Energie Rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia”, che è divenuto l’evento di apertura del SolarExpo 2012 di Verona.

«Il primo obiettivo –ha spiegato Clini ai presidenti delle associazioni del settore- è rafforzare quelle componenti all’interno delle rinnovabili che possono essere più direttamente legate allo sviluppo di tecnologie nazionali. Il secondo obiettivo è di ridurre il peso degli incentivi delle fonti rinnovabili sul costo dell’elettricità, secondo uno schema ancora suscettibile di miglioramenti, in quanto vanno ridotti i passaggi burocratici e semplificate le procedure». «Dobbiamo anche rivedere –ha aggiunto– alcuni dei valori degli incentivi, per fare in modo che la riduzione non impatti negativamente sullo sviluppo delle rinnovabili».