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Gli Stati generali delle rinnovabili a Solarexpo

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L’edizione di SolarExpo 2012 di Verona, che si è tenuta dal 9 all’11 maggio, è stata l’occasione per un confronto tra le associazioni del comparto delle rinnovabili e le istituzioni, rappresentate dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’evento sugli Stati Generali delle Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica ha aperto l’edizione 2012 di SolarExpo, durante la quale le oltre venti associazioni che vi hanno partecipato hanno esposto gli emendamenti ai decreti ministeriali in fase di studio. Gli emendamenti proposti sono stati inviati anche alla Conferenza Stato-Regioni, che ha poi rinviato l’esame previsto nella seduta del 10 maggio, per “porre rimedio alle misure inadeguate e fortemente penalizzanti attualmente contenute nei testi”.

Un allarme, quello lanciato dalle associazioni che è stato subito accolto dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini che ha dichiarato di essere contrario al limite massimo alla produzione fotovoltaica in Italia aggiungendo poi che «il futuro dell’Italia si gioca nella possibilità di aumentare il ruolo delle fonti rinnovabili da riferire al contesto economico nazionale e al sistema energetico tenendo conto che non abbiamo il nucleare e non siamo grandi produttori di petrolio, gas e carbone».

L’evento sugli Stati Generali delle Rinnovabili è nato da un coordinamento tra le associazioni operanti nella green economy che si sono impegnate in un confronto sul quinto conto energia e sui decreti allo studio della Conferenza Stato-Regioni riguardanti i regimi d’incentivazione del fotovoltaico e delle altre rinnovabili elettriche.

Le associazioni chiedono che il sistema d’incentivazione sia fatto “con interventi intelligenti, in grado di accompagnare le varie fonti verso la competitività. In questo modo” sostengono “si favorisce la crescita dell’occupazione e, in prospettiva, si assicura un guadagno economico per la collettività, si aumenta la sicurezza energetica del paese, si riducono le emissioni di gas climalteranti”. Ma, lamentano anche che i decreti sulle rinnovabili elettriche e sul fotovoltaico, così come sono stati presentati alle Regioni, sono fortemente penalizzanti per questi comparti.

La prima richiesta ribadita durante l’iniziativa, è quella “di procedere ad una pronta emanazione, previa consultazione con le parti, del decreto sulle rinnovabili termiche in ritardo di otto mesi” e di “definire gli obiettivi dei certificati bianchi al 2020 e di quelli per la promozione e l’immissione in rete del biometano“.

In particolare il Presidente di Assolterm, Sergio D’Alessandris ha spiegato i motivi per cui è necessario sostenere il solare termico: «Perché è una tecnologia all’85% “Made in Europe”. Perché può contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi al 2020 a un minor costo, facendo risparmiare i cittadini, ed è un settore che continua a creare occupazione». Quindi il tema sui cui Assolterm intende richiamare l’attenzione del Governo e del Ministro dell’Ambiente, riguarda questo comparto.

«Le azioni da mettere in atto sono poche ma produrrebbero importanti benefici -ha detto D’Alessandris- innanzitutto chiediamo di rendere strutturali le detrazioni del 55% e di permettere il recupero su un periodo variabile tra 3 e 10 anni; rendere accessibile soprattutto a imprese e cittadini sia il Fondo Rotativo per Kyoto (ora destinato solo a soggetti pubblici) sia il futuro “conto energia termico” di cui si attende la pubblicazione da più di 7 mesi».

Una seconda importante richiesta avanzata dalle associazioni di categoria delle rinnovabili ha riguardato “la riduzione della burocrazia nel comparto elettrico“ con l’auspicio che venga abbandonato il sistema dei registri e dei limiti annui allo sviluppo delle diverse tecnologie a vantaggio di una riduzione della tariffa autoregolabile in funzione del volume delle installazioni“.

«Il risultato garantito sarebbe lo stesso ma verrebbe raggiunto con strumenti di mercato -spiegano le associazioni- evitando un approccio dirigista che ha l’unico risultato di bloccare la bancabilità dei progetti».

Per quanto riguarda il fotovoltaico le associazioni di categoria chiedono di tornare al plafond di spesa con il limite di 7 miliardi, già indicato nel quarto conto energia, che consentirebbe a questa tecnologia di riuscire a raggiungere la grid parity, garantendo l’installazione di migliaia di MW senza incentivi. Per accompagnare il passaggio al nuovo regime si chiede inoltre un periodo transitorio di tre mesi dalla data di raggiungimento del limite di spesa previsto. Per costruire un percorso verso la competitività economica del fotovoltaico si chiede di dare la possibilità di usufruire dello scambio sul posto anche agli impianti sopra i 200 kW come percorso alternativo agli incentivi. Inoltre, di ripristinare i premi previsti dal quarto conto energia per gli interventi più costosi, come gli impianti a concentrazione e gli impianti sui tetti industriali collegati allo smaltimento dell’amianto.

Sulle altre fonti di energia rinnovabile, per biomasse e biogas la richiesta verte su una semplificazione dei premi, in particolare per gli impianti di potenza inferiore a 1 MW, oltre all’innalzamento della potenza per l’accesso ai registri a 250 kW e all’incremento del contingente annuo per le varie fonti.

Il ministro si è detto d’accordo sulla necessità di ridurre il peso della burocrazia, arrivando ad un uso delle rinnovabili semplificato, e ha dichiarato la necessità di «sviluppare le capacità del sistema Italia nel campo dell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili».

«Il tessuto delle imprese –ha affermato Clini- è pronto a scattare ma ha bisogno di una cornice di sicurezza delle regole e di una ragionevole liquidità».

«Quello predisposto –ha continuato- è uno schema di revisione degli incentivi, che vuole rafforzare la competitività delle rinnovabili. Siamo disposti a rivedere il valore degli incentivi, affinché non ci sia un impatto sullo sviluppo delle rinnovabili».

«L’obiettivo –ha spiegato- è però di andare oltre l’attuale meccanismo e guardare al futuro di maturità delle tecnologie pulite con nuovi strumenti normativi e strategie, come incentivi basati sulla fiscalità energetica-ambientale da includere nei decreti ‘Innovazione’ e ‘Crescita’».