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PIERRE e il Fondo Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra

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Al seminario che si è svolto giovedì a Firenze promosso da Anci Toscana con la collaborazione del Polo Tecnologico di Navacchio, si è parlato anche del contributo del Polo d’innovazione per le energie rinnovabili e il risparmio energetico, PIERRE.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Quale contributo può dare il Polo di innovazione per le energie rinnovabili e il risparmio energetico – PIERRE – per permettere di utilizzare al meglio le opportunità offerte dal Fondo rotativo per Kyoto?

Su questo tema si è incentrato l’intervento di Loredana Torsello che per CoSviG svolge il ruolo di Coordinatore del Polo d’innovazione per le energie rinnovabili e il risparmio energetico (PIERRE) e presidia, per conto del PIERRE stesso, la Segreteria tecnica del Distretto Tecnologico su Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e Green Economy.

Il Fondo per Kyoto, previsto nella Finanziaria del 2007, ma entrato nella piena operatività solo da marzo di quest’anno, consiste nella concessione di finanziamenti agevolati (0.50% gli interessi previsti) per interventi nel settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica, della ricerca e della gestione forestale. L’ammontare complessivo del Fondo rotativo è di 600 milioni di euro, distribuiti in tre tranche da 200 milioni annuali e già al primo anno di avvio si sono registrati forti segnali d’interesse, confermati dal grande numero di domande pervenute.

Lo ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini intervenuto all’evento inaugurale di Solarexpo, che ha anche indicato la necessità di lavorare meglio nel campo dell’innovazione.

«Bisogna sviluppare le capacità del sistema Italia nel campo dell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.- ha detto Clini- Il tessuto delle imprese è pronto a scattare: ha bisogno solo di una cornice di sicurezza delle regole e di una ragionevole liquidità. Le fonti di energia rinnovabili sono una risorsa per l’economia e non un costo per l’economia italiana, come spesso afferma una parte di Confindustria».

In questi termini il PIERRE, si colloca quindi in perfetta sintonia con quanto sostenuto dal Ministro dell’Ambiente e la Toscana ha dimostrato assoluta lungimiranza.

Il Polo si configura, infatti, come una struttura di servizi volta a mettere a disposizione facilitazioni alle imprese e a stimolare la definizione di obiettivi strategici, per le stese imprese, in tema d’innovazione oltre a ricercare tecnologie che si possono rivelare utili ai partner. Il ruolo di Pierre è inoltre quello di animatore per far crescere la cultura d’impresa e la creazione di reti, così da rendere più gestibile la predisposizione di progetti complessi e per l’avvio di progetti di ricerca applicata con il coinvolgimento diretto delle imprese beneficiarie delle sperimentazioni e delle innovazioni da adottare nei processi produttivi.

Buona parte, se non tutti, gli interventi che sono promossi da PIERRE non possono prescindere dalla valorizzazione delle opportunità finanziarie che si rendono disponibili ai nostri interlocutori. La promozione delle filiere energetiche deve poi prevedere la realizzazioni di impianti, di interventi, di attività concrete che, grazie a strumenti come il Fondo Kyoto, ma anche tutta la gamma degli altri incentivi, facilitazioni e azioni mirate, consentono alle imprese di portare a termine le iniziative avviate e di consolidare le performance competitive su cui attestare il proprio business. Nel suo ruolo di facilitatore delle strategie di crescita della competitività del settore, il PIERRE supporta le imprese e gli enti nel reperimento delle risorse finanziarie e nell’accesso alle opportunità disponibili, sia sotto forma di disseminazione delle informazioni di rilevanza (a tale scopo si rendono fruibili sul sito www.dte-toscana.it notizie di vario tipo e origine) e sia come offerta di assistenza tecnica alle imprese del proprio cluster.

Ad oggi sono circa 300 le imprese che hanno aderito a PIERRE, che contano complessivamente circa 15.000 addetti e oltre 15 miliardi di fatturato.

Le potenzialità in campo in termini di innovazione tecnologica sul settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, dunque, in Toscana ci sono tutte.

«Le competenze di alto livello presenti in Regione sui temi dell’energia (Università, Centri di Ricerca, Industria e Poli d’innovazione) – ha spiegato Loredana Torsello- possono realizzare un sistema economico ad alto valore aggiunto. Questo sarà tanto più fattibile se saranno organizzate in filiere produttive, reti d’impresa e se sapranno emergere, come eccellenze e leadership di mercato».

«Questo tipo di interazione tra tutti gli attori in campo, dal sistema della ricerca alle imprese, dai centri di servizi agli enti, per la realizzazione di progetti innovativi può costituire- ha continuato la Coordinatrice di PIERRE- il Modello Toscana Green».

L’analisi del contesto industriale in Toscana fa emergere un profilo di Piccole e medie imprese, in cui la spesa in R&S – pari a circa 1,14% sul PIL contro l’1,23 della media nazionale – è soprattutto sostenuta dall’università e altre istituzioni pubbliche. Se ne desume una scarsa propensione (peggiorata dalla situazione congiunturale attuale) all’investimento in ricerca da parte delle imprese private, con poche significative eccezioni.

«Di fronte alla segmentazione imprenditoriale esistente nel contesto industriale è dunque vitale- ha spiegato Loredana Torsello- mettere in filiera le imprese, creare un collegamento virtuoso tra di loro e il mondo della ricerca e condividere le strategie di azione per potenziarne la competitività».

Su questo interviene il cluster energia del polo PIERRE e del collegato distretto tecnologico DTE-Toscana, che «è percepito dalla PMI – ha detto ancora Torsello -come una grande opportunità per superare i limiti della propria dimensione operativa e del proprio isolamento che si manifestano come distanza o incomunicabilità fra imprese e ricerca, difficoltà di organizzare attività di filiera, scarsa conoscenza delle potenzialità latenti, difficoltà di presidio di mercati non locali».

Le attività di supporto alle imprese aderenti si distinguono nell’individuazione di opportunità di sviluppo del business, nell’individuazione di competenze, soluzioni tecniche e fornitura servizi avanzati, nella presentazione di progetti (sono 15 quelli che il PIERRE ha incubato in occasione del bando unico R&S della Regione Toscana) anche di filiera, su temi di comune interesse, quali: mobilità elettrica in area metropolitana, solare a concentrazione e geotermia messi a sistema per il teleriscaldamento, applicazioni ad uso civile di fotovoltaico innovativo, efficienza energetica in moduli per eco-building, propulsione elettrica a idrogeno, pompe di calore geotermiche a ciclo aperto, materiali fotonici nano strutturati per applicazioni fotovoltaiche, tecnologie e progetti innovativi in geotermia, integrazione di rinnovabili termiche con efficienza energetica, stoccaggio per utenze off-grid, pale eoliche di nuova generazione e Smart micro grid anche in ambito portuale.

«Il tema dell’innovazione nel settore “green energy” è uno dei temi chiave per lo sviluppo di aree high-tech ad alto valore aggiunto e capaci di produrre occupazione di alta qualità ed esportare know-how verso il mercato globale» ha evidenziato Loredana Torsello, che ha proseguito indicando che «le aziende toscane, in filiera tra loro e con le Università e gli enti di ricerca possono essere in grado di valorizzare le capacità esistenti nello sviluppo di tecnologie per le fonti di energia rinnovabile e per l’efficientamento energetico a tutti i livelli solo si condivide un modello comune di progettualità all’interno del quale promuovere e realizzare iniziative che avranno come effetto desiderato l’affermazione di un sistema regionale di eccellenza che si nutre di eccellenze singole ma che al contempo le valorizza e potenzia».