Home Cosvig Progettualità e sostenibilità nell’uso delle risorse economiche del fondo geotermico

Progettualità e sostenibilità nell’uso delle risorse economiche del fondo geotermico

424
0
CONDIVIDI
Questo il titolo del seminario organizzato a Radicondoli da CoSviG in occasione dell’assemblea di bilancio del 3 maggio

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Nella sala del Palazzo Bizzarrini di Radicondoli si è svolto ieri il primo seminario -del ciclo dei quattro previsti per l’anno in corso- organizzato da CoSviG per i propri soci.

Il seminario, presentato dal Presidente Piero Ceccarelli, è stato l’occasione per mettere a fuoco le opportunità per lo sviluppo del territorio offerte dalla scelta della sostenibilità come parametro di riferimento nella progettazione degli interventi finanziati con il fondo geotermico.

Il Direttore di CoSviG, Sergio Chiacchella, ha ripercorso l’origine del Fondo Geotermico, creato come compensazione dei territori che ospitano gli impianti per la produzione geotermoelettrica, con la legge 896 del 1986 che è stata la prima disciplina per la regolazione del settore della ricerca e della coltivazione geotermica a livello nazionale.

La legge stabiliva anche il quantum economico della compensazione (0,5 lire per ogni kWh di energia elettrica prodotta nel campo geotermico da destinare ai Comuni e la stessa cifra alla Regione) e le regole su come utilizzare queste risorse, privilegiando la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile del territorio.

Con la Legge 470/95 si stabilì il raddoppio del contributo (1 lira per ogni kWh di energia elettrica prodotta) e con la Legge Regionale 45/97 fu introdotta la modalità di presentazione dei progetti per la gestione dei fondi.

«Frutto di queste norme –ha indicato Chiacchella- sono l’area artigianale di Radicondoli, l’impianto di teleriscaldamento di Monterotondo e di Pomarance, così come la progettazione dell’impianto di Piancastagnaio che tuttavia non è stato realizzato».

Infine con la delega alle Regioni della materia energetica, in Toscana è stata varata la Legge 5/94 che ha determinato un ulteriore passo avanti nell’ottica della compensazione: il contributo fu portato a 2 lire per ogni kWh per il territorio, rimanendo fermo a 1 lira per la Regione e soprattutto -ha proseguito il direttore di CoSviG- fu imposto all’Enel l’aggiornamento annuale del contributo secondo l’indice Istat dei prezzi al consumo.

L’attuale Fondo Geotermico è, infine, frutto dell’Accordo Generale sulla Geotermia siglato fra Regione Toscana, Enel e territori nel 2007 in cui l’azienda si è impegnata a corrispondere sino al 2024 -in aggiunta al contributo di compensazione previsto dalla precedente normativa- una quota in funzione della produzione complessiva, che a partire dalla produzione 2008 (recuperando anche l’annualità 2007) ha portato al territorio oltre 6,5 milioni di Euro l’anno. Tra gli impegni economici di Enel in quell’accordo era inoltre prevista una quota pari a 650.000 Euro da versare per ogni MegaWatt installato sino al 2011 (erano previsti 112 MW) per un totale di circa 140 milioni da ripartire tra i Comuni interessati in maniera proporzionale alla superficie della concessione con un minimo del 60% per il Comune sede d’impianto. Analoga quota era prevista per ognuno degli ulteriori 88 MegaWatt che, ipoteticamente, potrebbero venire installati entro il 2024.

Era inoltre stabilito un impegno a concordare con la Regione investimenti nella ricerca per circa 250 milioni di Euro di cui 140 milioni per i primi 112 MW installati e 110 milioni per i successivi 88 MW.

Il direttore Chiacchella ha poi illustrato quali siano gli impegni ambientali e sul territorio previsti dall’Accordo, oltre a quelli economici, per Enel: in parte onorati, come la chiusura dell’impianto PC2 di Piancastagnaio e la realizzazione del termodotto pubblico per garantire la possibilità di usufruire del vapore proveniente dalla centrale PC3 la zona artigianale di Casa del Corto, in parte avviati, altri decisamente in ritardo, anche per una scarsa incisività da parte della Regione a richiedere il rispetto degli impegni nei tempi previsti.

L’accordo prevedeva oltre ad impegni da parte della Regione per la ripartizione delle risorse attraverso l’elaborazione dei piani triennali di Sviluppo da parte del Tavolo Istituzionale, anche compiti specifici per CoSviG. CoSviG deve svolgere per il Tavolo istituzionale e la Regione un ruolo tecnico di interfaccia; seguire la fase istruttoria dei progetti e gestire il 7,5% del Fondo Geotermico a favore dei Comuni firmatari del Protocollo d’Intesa per un programma di incentivazione per la produzione e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

«Tutto questo -ha detto Chiacchella- può essere considerato propedeutico per la promozione di iniziative coerenti con un progetto di sviluppo sostenibile del territorio e tenendo conto che questi territori godono di risorse aggiuntive rispetto ad altri e sarebbe davvero un controsenso non utilizzarle al meglio».

Il direttore di CoSviG è dunque passato ad analizzare i progetti cui sono state destinate le risorse sino ad ora afferite attraverso il Fondo Geotermico ai territori firmatari dell’accordo.

Con le delibere 2002-2008 riferite solo ai comuni dell’area tradizionale sono state erogate risorse per un totale di circa 12,5 milioni di euro di cui il 21,20 % ai Comuni della provincia di Grosseto, il 58,85% a quelli della provincia di Pisa e il 19,95 % per la provincia di Siena.

Con le delibere 2009- 2010 su tutto il territorio dell’area geotermica sono stati assegnati circa 26 milioni di euro così ripartiti: circa 49% al territorio di Pisa, circa il 26% a quello di Grosseto e circa il 25% a quello di Siena.

La tipologia dei progetti realizzati con queste risorse -in tutto 93 nella prima fase- riguarda per circa l’11% il turismo e la valorizzazione del patrimonio culturale; quasi il 19% la ristrutturazione e la valorizzazione dei centri storici; il 14% la ristrutturazione di immobili comunali; il 2,23% la viabilità extra urbana; l’8,% le aree produttive; l’11% per il teleriscaldamento; il 10% in interventi a sostegno delle fer e solo l’1,5% a progetti di ricerca e trasferimento tecnologico.

Nella seconda fase gli interventi per il teleriscaldamento hanno inciso per oltre il 26% sul budget totale e una quota poco superiore, il 28% ha riguardato progetti di valorizzazione dei centri storici, mentre solo il 5,6% è stato destinato a interventi a sostegno delle energie rinnovabili e meno del 2% a progetti di ricerca e innovazione tecnologica.

«Quindi si sono privilegiate le esigenze dell’oggi –ha sottolineato Chiacchella- con una scarsa capacità di incidere su meccanismi di sviluppo futuro. Dobbiamo allora capire meglio come progettare l’uso di queste risorse economiche in modo che possano contribuire a diventare un volano per un programma di sviluppo sostenibile del territorio».

Link ai materiali del Seminario