Dopo solare ed eolico, ora si investe sulla geotermia. Con un colpo di forbici il decreto sulle rinnovabili riduce i fondi per il fotovoltaico in favore di geotermia e biomasse, in nome di una produzione di energia elettrica ad impatto ambientale zero e dai bassissimi costi sulla bolletta.
Ricavare energia dal calore della terra si può e si deve. Ecco dunque la decisione del governo di aumentare i fondi per le rinnovabili da 3,5 miliardi di euro a 5,5 l’anno. A cambiare però sarà la distribuzione. Non più una larga fetta tutta per il fotovoltaico bensì cifre consistenti dirottate sullo sfruttamento del calore generato dalla terra. Ma le novità non finiscono qui. I provvedimenti di prossima approvazione sono due: un decreto sui finanziamenti a rinnovabili elettriche non fotovoltaiche e il quinto conto energia, incentrato esclusivamente sull’energia solare. I ministeri di Sviluppo economico, Ambiente e Agricoltura stanno lavorando in questo senso.
Gli incentivi previsti in Italia sono i più alti dell’eurozona. Per il fotovoltaico vengono concessi 313 euro per ogni megawatt contro i 162 della Germania e i 160 euro della media continentale. Biomasse e biogas ottengono invece 250 euro per ogni megawatt/ora: la Germania oscilla tra 114 e 292 euro, i Paesi dell’Unione Europea tra 130 e 137 euro, la Francia tra 43 e 178 euro. Incentivi elevati anche per il geotermico, che al momento in Italia viene pagato 121 euro a megawatt/ora: una soglia che sarà elevata fino a 172 euro con i nuovi decreti.
E che l’energia geotermica sia una grandissima risorsa lo ha capito prima di tutti il Regno Unito. Sarà lungo 1,500 km il cavo tra Islanda e Galles progettato per illuminare le case inglesi con l’energia elettrica prodotta dai vulcani islandesi. A maggio il ministro britannico dell’Energia Charles Hendry volerà nella vicina isola per discutere gli accordi e dare l’avvio ai lavori che si preannunciano relativamente brevi, tanto che è previsto che il completamento della linea possa essere fatto entro la fine di quest’anno.