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Berni: “Preoccupazione per il futuro delle rinnovabili e della green economy”

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L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Siena esprime forti preoccupazioni per il futuro delle energie rinnovabili

Fonte: Corriere di Siena

Autore: Gabriele Berni

Alla luce del dibattito nazionale sulla green economy, esprimo grande preoccupazione per il futuro delle energie rinnovabili e per i tagli sostanziosi che rischiano di penalizzare gli incentivi, raccogliendo anche le sollecitazioni che ci arrivano da numerosi imprenditori e realtà, locali che, negli ultimi anni, hanno creduto e investito nella, green economy. Il futuro di questo settore, infatti, rischia, ancora una volta, di essere messo in discussione, secondo le recenti affermazioni del Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, in un momento di forte crisi e nel quale il nostro Paese ha urgente bisogno di tornare a, crescere e a produrre ricchezza.
In Italia solo il 17% dell’energia è ricavato con risorse proprie, mentre il petrolio e il gas naturale valgono rispettivamente il 50% e il 17% dell’import energetico, per un costo totale di oltre 50 miliardi di euro, destinato a crescere progressivamente fino a 70 miliardi di euro. Una cifra enorme, che corrisponde all’ ammontare del debito pubblico prima della recente crisi e che si scarica direttamente sulle famiglie italiane che, rispetto agli altri cittadini europei, pagano il 30% in più per l’energia elettrica e il 10% in più per i carburanti. Il costo della dipendenza energetica ricade anche sulla competitività delle nostre aziende che, per la sola energia elettrica, sono costrette a pagare il 40% in più dei loro partner europei. Al costo delle materie prime, a partire dal barile di petrolio, è legato anche il meccanismo con cui l’Authority determina i prezzi. L’acquisto delle materie prime, quindi, è la principale causa dei rincari delle bollette, non gli incentivi per le fonti rinnovabili, come sostenuto dallo stesso Ministro.
E’, quindi, urgente che il governo apra una riflessione seria su quale modello energetico debba puntare l’Italia per garantire al Paese più crescita e sostenibilità ambientale. Un modello che, a mio avviso, dovrebbe scegliere la strada dell’efficientamento, del risparmio energetico e della produzione di energia da fonti rinnovabili che, a differenza delle fonti fossili, non generano solo costi, ma anche benefici concreti: dall’aumento dell’occupazione, con circa 150mila lavoratori impiegati nel settore della green economy, a quello del Pil; dalla riduzione dei costi per l’acquisto dei combustibili da altri Paesi all’aumento del gettito fiscale derivato dall’emersione del fatturato legato al regime degli incentivi; dai 100 milioni di euro risparmiati dalle famiglie che autoproducono energia alla riduzione delle emissioni di Co2, fino al contenimento dei fattori che generano i cambiamenti climatici. Mano energetico nazionale. È questa la direzione che dovrebbe seguire il nostro Paese, nella predisposizione di un Piano energetico nazionale, in linea con le direttive dell’Ue e con gli obiettivi di Kyoto, che preveda la revisione della rete elettrica da sistema basato su poche centrali a sistema articolato, sfruttando le potenzialità delle fonti rinnovabili che già oggi consentirebbero di fare a meno di qualche vecchia centrale e supportando, attraverso un quadro di incentivi certo e di lungo periodo, chi sceglie di investire nelle rinnovabili, al fine di alleggerire la dipendenza dagli altri Paesi.
Carbon Free. In Provincia di Siena, attraverso il progetto Siena Carbon Free, abbiamo tentato di dare il nostro contributo all’applicazione di un modello green, incentivando la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che hanno prodotto ricadute economiche sul nostro territorio per oltre 23 milioni di euro e risparmiato 2.982 tonnellate di Co2 all’anno; promuovendo l’efficienza nel consumo delle fonti energetiche; sostenendo scelte orientate a espandere le quote di riciclo e riuso di materiali, abbandonando l’idea che la natura sia a nostra totale e indiscriminata disposizione. Abbiamo cercato di dimostrare che puntare su un modello basato su una crescita rinnovabile e sostenibile, che guarda all’innovazione e alla qualità, anche ambientale, è una scelta vincente, dal punto di vista della competitività e del valore aggiunto per il territorio.